«Le campane del paesetto in festa, che chiamarono alla conversione l’innominato, si mutarono qui in un colpo di scure venuto dal cielo a fiaccare la salute di Zande Tis che si ammalò a morte. Il disegno di impedire ad ogni costo l’erezione del tempio si mutò allora nel voto di favorirla a salute riacquistata». Il racconto è di don Isaia Abati (1868-1937). È il capitolo terzo del volumetto di Camillo Pezzoli intitolato “Splendesse o no la luna” che racconta la storia del Santuario della Madonna di Sommaprada di Rovetta.
Lì dove sorge adesso il Santuario c’era una cappelletta, a ridosso del torrente Tessera, sotto il Biellone che nel 1630 “franò e distrusse il primitivo tempio”. Ma bisogna anche leggere la genesi di tutto questo, che fa capo alla “Compagnia dei Capi 90” o “Compagnia di S. Lorenzo” e lasciamo la curiosità al lettore per capirne il ruolo.
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