Rogno, individuati i tre responsabili dell’incendio che distrusse un salone di bellezza

0
1384

Sono stati individuati i tre presunti responsabili dell’incendio che nella notte del 18 novembre distrusse il salone di bellezza ‘King Enes’ di via Nazionale a Rogno, inaugurato soltanto un mese prima. Un incendio che, se non fosse stato per il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco di Darfo Boario Terme, avrebbe potuto causare danni ancor più gravi di quelli registrati, mettendo a rischio anche le persone che abitano nei piani superiori.

Dopo l’analisi delle telecamere e l’acquisizione di informazioni, i Carabinieri hanno identificato tre persone: l’autore materiale dell’incendio, un complice che l’ha supportato e il mandante dell’incendio che al momento dell’incendio non era però presente.

Partiamo dall’autore materiale, classe 2003, senza fissa dimora, che è stato ripreso da una telecamera privata mentre si allontanava zoppicando proprio dalla zona dell’incendio. Mentre scappava, si è tolto i pantaloni rossi che indossava e li ha gettati nel giardino di una casa privata in via Roma.

I carabinieri della Compagnia di Clusone lo avevano rintracciato la sera del 18 novembre nei boschi della Val Palot a Pisogne, dove svolgeva attività di spaccio di sostanze stupefacenti. In quell’occasione è stato arrestato in flagranza per il possesso di circa 20 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi da spacciare.

Il ragazzo è stato trovato con le mani fasciate per coprire dei profondi tagli che verosimilmente si era procurato sfondando poco prima la vetrata del negozio, attraverso la quale si era introdotto con una tanica di latta da 20 litri piena di benzina poi sequestrata. Quando è stato interrogato per chiarire la vicenda dell’incendio e del suo coinvolgimento, si era avvalso della facoltà di non rispondere. A seguito dell’arresto del 18 novembre per spaccio di stupefacenti è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il 7 marzo è stato nuovamente arrestato per detenzione a fini di spaccio di 200 grammi di cocaina, e si trova ancora in carcere a Bergamo.

Poi il complice, ritrovato grazie all’analisi del traffico telefonico, si tratta di un uomo classe 1988, residente a Pian Camuno, che aveva aiutato l’autore materiale fornendogli supporto logistico e organizzativo. Aveva procurato sim e telefoni, aveva fatto diversi sopralluoghi prima dell’incendio per accertare che non ci fossero testimoni e aveva riempito la tanica di benzina in un distributore.

Le attività del Nucleo Operativo di Clusone hanno permesso anche di incastrare il terzo responsabile, classe 1989, residente a Pisogne, individuato come mandante per questioni personali e legate allo spaccio di stupefacenti. Quest’ultimo aveva dato istruzioni e coordinato telefonicamente l’azione degli altri due.

Il 36enne era anche risultato destinatario il 21 febbraio scorso della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, dopo un’ordinanza emessa dal gip nei confronti di un sodalizio criminale, composto da 10 soggetti, ritenuto responsabile di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti nel territorio a cavallo tra Bergamo e Brescia.

Il 5 marzo, il gip aveva disposto per i tre indagati le seguenti misure: divieto di dimora nei comuni di Artogne e Pian Camuno per l’autore materiale; obbligo di dimora nel comune di Artogne per il complice e obbligo di dimora nel comune di Pian Camuno per il 37enne.

Il 13 maggio il Tribunale del Riesame di Brescia ha accolto l’appello del pubblico ministero disponendo la misura cautelare della custodia in carcere per tutti e tre. Il 6 giugno, i carabinieri di Clusone hanno portato in carcere il 37enne, mentre l’esecuzione nei confronti degli altri due indagati è sospesa per il ricorso in Cassazione presentato contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Brescia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui