PROFUGHI: INVASIONE? I VERI NUMERI DELLE PRESENZE 817 IN TUTTA LA PROVINCIA

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Potranno salire a un massimo di 1.100 profughi in Provincia di Bergamo, non di più. Quindi i numeri che circolano su presunti arrivi di migliaia di profughi in valle Seriana sono inventati di sana pianta.

Ma a Rovetta tra cortei, tam tam di voci di “centinaia di profughi nascosti”, cortei, assemblee, l’allarme “invasione” si era diffuso a macchia d’olio. Anche alcuni Sindaci si sono lasciati prendere nel vortice di voci. La realtà è nei numeri. Che andavano chiesti al Prefetto.

Lo hanno fatto i 10 sindaci dell’Alto Sebino che hanno varato un “progetto pilota” per cui in ogni Comune ci saranno al massimo 5-6 profughi, piccoli gruppi che nel progetto vanno “inseriti” con compiti che nessuno svolge e che sono a favore della comunità (pulizia aiuole ad es.).

Anche i Comuni del basso Sebino hanno fatto la stessa scelta, sia pure non coordinata come i colleghi dell’alto lago e gli uni e gli altri finiranno per ospitare in tutto, 40 nell’alto e 40 nel basso sebino.

In alta Valle Seriana invece l’Ambito non ha funzionato, ogni sindaco si è trovato solo salvo poi fare una lettera sottoscritta da 28 sindaci (su 38 della Comunità Montana) in cui ci si dichiara sfavorevoli a nuovi arrivi, che tra l’altro, sorpresa, non erano nemmeno previsti. Applausi in assemblea a questo annuncio, che poteva essere dato da giorni.

Ma si sono fatti “errori” e quello di Lizzola è mastodontico. Ma bisogna anche risalire alla genesi dell’errore. In realtà sono stati i singoli albergatori a richiedere massiccia presenza di profughi nelle loro strutture. Se a Parre il fatto è stato scongiurato da una cordata per acquistare il Belvedere, il cui proprietario aveva dato la disponibilità ad ospitare profughi per guadagnare qualcosa, alla Conca Verde i proprietari hanno fatto richiesta, dove aver saputo che a Lizzola un altro albergatore, l’ex parlamentare Sergio Piffari, nell’ospitare i profughi aveva guadagnato una cifra rilevante. Quindi alberghi e strutture in disuso, come quella di Novezio di Cerete, dove la sindaca però garantisce che i profughi faranno “lavori utili” e comunque se ne andranno entro fine anno.

E’ chiaro che l’emergenza profughi non si risolve nelle valli. Dove però la temuta invasione si è rivelata semplicemente una “bufala”.

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