Ottobre 2020 – Clusone – Luigino: “Mia moglie e mio cognato morti in Casa di Riposo senza aver fatto il tampone”. “Quella frase ‘perché non mi vieni più a trovare?’ mi rimbomba nel cuore”

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“Perché non mi vieni più a trovare?”, la frase rimbomba come un pugno nello stomaco a Luigino. Una frase che lo accompagna ogni giorno. Questa è un’altra storia di dolore e solitudine. Luigino Claudio (quest’ultimo è il cognome), 76 anni, ha perso la moglie, il cognato e la zia della moglie. Tutto tra marzo e maggio. E adesso è solo. Ha una figlia, Sara, che però abita a S. Lorenzo di Rovetta. “Mia moglie è morta il 3 maggio scorso su alla Casa di Riposo Sant’Andrea”. La moglie si chiamava Natalina Benzoni, aveva 74 anni. “Stava bene, andavo a trovarla, avevo fatto amicizia con altri ospiti, anche col personale. Poi è scoppiato il Covid, non potevo più andare a trovarla. Le telefonavo. Mi diceva, perché non mi vieni più a trovare? Un giorno ricevo io una telefonata, sua moglie è in coma. Era una sera. Nella notte mi hanno ritelefonato, sua moglie è defunta. Il 27 marzo era già morto, sempre alla Casa di Riposo di Clusone, anche mio cognato, Giovanni Benzoni. Poi, ancora in maggio, è morta anche la loro zia Bartolomea Benzoni, anche lei ospite al Sant’Andrea”. Natalina, classe 1943, era entrata al centro diurno, passava la giornata e poi rientrava a casa: “Poi da 3 anni era in Rsa, sembrava andare tutto bene, andavo a trovarla, lì si sentiva bene, faceva tante cose, poi da fine febbraio il covid e non l’ho più vista. Me la passavano solo al telefono e ricordo quell’ultima telefonata ‘cosa ti ho fatto di male? Perché non vieni più a trovarmi?’ Non capiva cosa stava succedendo e in effetti è difficile da capire per chi era dentro, il clamore che si è creato fuori ha preso alla sprovvista tutti, immagina quelli che sentivano solo le notizie riportate”. La moglie di Natalina è morta il 2 maggio, il cognato il 27 marzo, tutti e due senza tamponi: “Non glieli hanno fatti, mio cognato era del 1945, era li da due anni, stava bene, non l’hanno portato nemmeno in ospedale. E’ morto anche la loro zia, la sorella di loro padre, Bartolomea Benzoni, anche lei covid, anche lei a maggio. Ma io continuo a pensare a mia moglie, ricordo quel giorno, hanno telefonato a mia figlia alle 22,30 dicendole che era entrata in coma, l’hanno richiamata all’una e mezza dicendo che era morta. Siamo riusciti a portarla nella Chiesetta di Sant’Andrea, a lei hanno fatto il funerale, mio cognato invece è stato cremato”. Luigino ha gli occhi lucidi: “Mi sento vuoto, solo. Due o tre volte al mese li portavo a casa tutti e due, la domenica andavo a prenderli, venivano a pranzo e poi li riportavo nella Rsa verso sera. E’ cambiato tutto, la mia domenica è vuota e continuo a chiedermi se non si sarebbe potuto evitare tutto questo, è stato davvero fatto tutto quello che potevano fare? La Rsa e la casa albergo sono indipendenti fino a un certo punto, l’ascensore lo prendono insieme, gli ospiti della casa albergo vanno e vengono quando vogliono e quindi potevano tranquillamente portar dentro il contagio”. Già, i dubbi a Luigino restano, come è rimasta anche quella frase: “Perché non mi vieni più a trovare?”.

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