EVENTI Mondiale di Enduro, unica tappa italiana tra Rovetta e Bossico. 5 milioni di euro di indotto, 28 nazioni, alberghi pieni… e ambientalisti sul piede di guerra.

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28 nazioni, più di 100 piloti, un migliaio di diretti interessati (meccanici, accompagnatori, ecc.), 5 milioni di euro di indotto e migliaia di spettatori. Numeri da primato.

Non siamo al Mugello per la motoGp, quella si è corsa lo scorso week end, ma nel fazzoletto tra Rovetta, Onore e Bossico per l’unica prova italiana del mondiale di enduro. Mica noccioline. Ma oltre all’indotto in soldoni, che per l’Alta Valle è una boccata d’ossigeno di quelle capaci di rianimare un morto, c’è anche l’indotto delle polemiche. Alcune per la verità che hanno clamorosamente sbagliato il bersaglio. Ma tant’è, dove ci sono moto ci sono sempre polemiche. “Inquinano, danneggiano, rompono”. Ma sulla bilancia i due pesi non reggono, per una due giorni questi sono numeri da brivido, a cui una valle non può rinunciare, e in ogni caso i sentieri sono controllati e collaudati con garanzie firmate e documenti messi nero su bianco dalle amministrazioni comunali interessate che non hanno nessuna intenzione di perdere questa occasione.

Il principale artefice di questa operazione è Andrea Gatti, presidente del Motoclub Bergamo, un personaggio che le moto le ha nel cuore ma non in… garage. Presidente da 18 anni del Moto Club, da 25 anni membro del Moto Club, mai stato un pilota, ex bancario, amante del calcio avvicinatosi al Moto Club da ex clienti che lo hanno appassionato a un mondo nuovo. Nessuna moto in garage, o quasi. “Uno scooterone per muovermi in Bergamo, tutto qui, per il resto a me la moto fa paura”, sorride Andrea, la paura però solo se la guida, in realtà le due ruote gli sono entrate nel cuore. Tanto che nell’organizzazione del mondiale ci ha messo anima e corpo: “Il percorso ufficiale ormai sta circolando – comincia Gatti – abbiamo cercato di tenerlo top secret sino alla fine per evitare che motociclisti o appassionati di moto vadano a provarlo rischiando di rovinare il percorso”. (…)

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