MARCELLO FLORES E MIMMO FRANZINELLI: “IL PREZZO DELLA LIBERTÀ. 40 VITE SPEZZATE DAL FASCISMO (1919-1945)” – La morte e le ragioni di vita di quaranta precursori della Nuova Italia

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Molti dei quaranta personaggi qui biografati sono dei perfetti sconosciuti non solo per l’italiano medio, ma per gli stessi studiosi. Dall’operaia ventenne Teresa Galli, la prima vittima dello squadrismo il 15 aprile 1919 a Milano, fino a Roberto Lepetit, morto nel Lager di Ebensee il 4 maggio 1945: 40 itinerari di donne e uomini che ci raccontano cos’è stato il fascismo e come lo hanno contrastato minoranze indomite. Una scelta di libertà per noi tutti, da conoscere e onorare a ottant’anni dalla Liberazione.

Mimmo Franzinelli

Il lettore conoscerà in questo volume quaranta italiani la cui esistenza è stata spezzata dal fascismo in fasi differenti della sua parabola, sintetizzabile in quattro successive fasi: la genesi squadrista del 1919; la violenza metodica del «biennio nero» (autunno 1920-autunno 1922); il ventennio di repressione sinergica tra apparato statale e Milizia; il collaborazionismo della Repubblica sociale, fattore scatenante della guerra civile. Per un quarto di secolo il fascismo ha provato a distruggere il dissenso, senza però riuscire a soffocarlo nemmeno quando – dal Concordato alla proclamazione dell’Impero – sembrava invincibile, essendo gli oppositori battuti e dispersi.

Rispetto al tradizionale «martirologio» del Pantheon antifascista – Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Giacomo Matteotti, Giovanni Minzoni, Antonio Gramsci, Carlo e Nello Rosselli per il periodo 1919-1943; Irma Bandiera, i fratelli Cervi, Eugenio Colorni, Eugenio Curiel, Leone Ginzburg, Giuseppe Montezemolo, Teresio Olivelli, Giaime Pintor per la Resistenza – si sono qui selezionati personaggi trascurati dalla storiografia nazionale, o al più analizzati a livello locale (è il caso di Giuseppe Di Vagno, deputato socialista di Bari). Oppure assurti a notorietà in versioni romanticheggianti, impossibilitate a restituirne il dramma politico-esistenziale (basti qui citare Lauro De Bosis). Figure che in passato godettero di una certa notorietà – come la medaglia d’oro Giancarlo Puecher – sono qui reinterpretate, e le dinamiche della loro fine non coincidono con l’immagine canonica.

Vi è da ultimo l’opportunità di ricostruire in modo innovativo personaggi e contesto grazie a nuovi studi e a fonti archivistiche inesplorate. Ciò vale ad esempio per il bergamasco Giorgio Paglia, egli pure decorato con medaglia d’oro alla memoria, che solamente oggi – grazie all’emergere dei diari suoi e della madre, e alla testimonianza della fidanzata – appare in una nuova dimensione.

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