LOVERE LA NECROPOLI – Dalla “nuda terra” riaffiora la storia di Lovere

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Un viaggio in 5 tappe

Con questo numero comincia una serie di 5 uscite che percorre con interviste, curiosità e documenti un viaggio archeologico e storico sul villaggio di Casazza, la necropoli e l’Accademia Tadini e la villa di Predore. Un tuffo nel patrimonio archeologico e culturale attraverso la gestione integrata dei beni coordinata dalla Comunità Montana. Cominciamo con la Necropoli di Lovere.

 

Una Necropoli da perderci il fiato e respirare storia tanto da diventare intrisi della storia stessa. Ritrovamenti importanti, alcuni addirittura insperati. Lovere, la Pompei della bergamasca. Sembrava una definizione magari un po’ azzardata quando nel  giugno 2013 erano partiti ufficialmente gli scavi per riportare alla luce la Necropoli loverese. E invece nessun azzardo ma la conferma di quanto sostenuto dalla storica Monica Ibsen, e cioè che la Necropoli di Lovere si impone non solo nell’ambito lombardo ma più in generale nazionale per l’ampio arco temporale che abbraccia (I-V secolo d.C.) e per i rarissimi oggetti di prestigio che sono stati rinvenuti in più fasi a partire dall’inizio dell’Ottocento in connessione all’apertura di cantieri o a dissesti. Tutto comincia nel 1907 quando cominciarono ad affiorare i primi reperti in occasione della costruzione del nuovo ospedale e del tracciato ferroviario Lovere–Valcamonica, che oggi sono esposti presso il Museo Archeologico di Milano. Al lavoro da subito, nel 2013, la Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia, la dottoressa Raffaella Poggiani Keller (che per un gioco del destino è stata anche l’insegnante dell’attuale sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti ai tempi in cui lui frequentava il Liceo) fino ai tempi in cui ha raggiunto la pensione, al suo posto il dottor Filippo Maria Gambari che ha seguito i lavori fino alla sua conclusione….

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