LOVERE Don Alessandro Camadini, il nuovo parroco, si racconta: “Andrò a vivere dai frati, sarò un fratello tra i fratelli Cappuccini”.

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La mia fede nata dai miei genitori

e nella mia famiglia allargata.

Mons. Bulgari e il sindaco

mi hanno parlato di Lovere,

un paese religiosamente

carismatico, sono sereno”

Don Alessandro Camadini farà la sua entrata ufficiale il 1 ottobre, ormai tutto è pronto, ma Lovere ha iniziato a conoscerla già da qualche mese, da quando il suo incarico è stato ufficializzato dalla Curia bresciana, giorni intensi questi per Don Alessandro che si racconta e racconta la sua fede, il suo nuovo viaggio dentro la sua nuova casa, Lovere.

Come le sembra Lovere al primo impatto? Cosa l’ha colpita maggiormente? “Il primo incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio Parrocchiale per gli affari economici mi ha trasmesso subito l’impressione una Comunità variegata, composita, con molte articolazioni. Sicuramente è il riflesso di una intelligente educazione e formazione del passato che ha prodotto gratitudine per il bene ricevuto, unitamente a un senso di responsabilità nel farsi carico della costruzione della comunità, nel suo bene comune, pubblico. Il criterio della sussidiarietà è stato ben interpretato e ha dato frutti concreti di operosità: la Casa della Serenità, l’Ospedale, le Scuole di ogni ordine e grado sia statali, sia di enti privati, che insieme concorrono a formare il servizio pubblico della formazione giovanile, l’Accademia Tadini, l’Oratorio, il Crystal… e tante altre istituzioni, associazioni, che concorrono con vero senso di cittadinanza attiva alla costruzione del bene comune. La fraterna accoglienza di don Livio, don Claudio e don Tiberio mi aiuta a cominciare nel segno della condivisione e della reciproca fiducia e stima. Gli incontri di programmazione dell’anno pastorale mi hanno comunicato la vivacità pastorale nei diversi settori ed aree di competenza. L’incontro con il dott. Giovanni Guizzetti, Sindaco di Lovere, mi ha aiutato a comprendere maggiormente la ricchezza della composizione della Comunità di Lovere, nonché le potenzialità in essa presenti, non tacendo ovviamente anche le problematiche di maggior interesse per la collettività”.

Che cosa le ha detto mons. Bulgari su Lovere e sui Loveresi? Gli incontri con mons. Giacomo sono stati ricchi di reciproca stima, affetto e trasmissione delle principali azioni pastorali della Comunità, sia nel contesto della comunità parrocchiale, sia nel contesto della più ampia comunità civile. Sono state toccate prevalentemente tematiche relative alla catechesi, alla liturgia, alla carità: i tre assi portanti della Chiesa e della comunità di Lovere. Mons. Giacomo mi ha comunicato il suo affetto e la sua dedizione nel servizio pastorale di Pastore per la comunità di Lovere. Mi è stato consegnato, simbolicamente quasi come in una staffetta, il ricco patrimonio della testimonianza di fede e di passione civica, antica e moderna, custode e innovatrice anima dei Loveresi, che ha contribuito con felice risultato alla costruzione della comunità sia religiosa, sia civile”.,,,

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