Orsola dietro al banco della salumeria di famiglia, sempre, per anni e anni, col sole, con la pioggia e con la neve.
Un etto di prosciutto e un sorriso, un pezzo di parmigiano e un proverbio.
Orsola e i suoi fratelli, sempre al lavoro, mai stanchi, pronti a soddisfare le richieste dei clienti, anche le più stravaganti.
Orsola che appoggiava sul banco i prodotti venduti e che controllava che il loro numero corrispondesse allo scontrino fiscale: “Uno, due, tre. Tre cose, io, tu e le rose” diceva porgendoti il sacchetto della spesa.
Che non si è mai sposata, che ogni bambino era il suo fidanzato: “Bisogna prenotarli presto altrimenti poi non li trovi più e rimani zitella….”. Che amava i suoi piccoli clienti e, a ciascuno, regalava una crocchetta calda. Che ascoltava gioie e dolori, con pazienza e comprensione, come uno psicologo.
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