LEFFE – IL PERSONAGGIO – Giacomo Pezzoli, Ol “Barbu dol pala”, la sua Caterina, 21 figli, i Bersaglieri, il serpente a tre teste…

1068

di Giuseppe Carrara

“C’era una volta” un vecchio con la sua barba bianca, lui e la sua barba ed il resto era una fiaba. Giacomo Pezzoli, “ol barbù dol pala” nacque a Leffe nel 1893; in quel paesino della bergamasca, in quei tempi, si contavano 2500 anime. L’Italia, pochi anni prima, aveva conquistato la sua “Unità”. In quell’unica casa di via Europa (che allora non esisteva ancora), si aggiunse un’altra creatura, nella numerosa famiglia dei “Pezzoli”. Nelle varie “desinenze” famigliari si suddivisero i “Pala”, i “Palleta”, i “Palí”; tutti sicuramente provenienti da qualche ceppo comune, già partendo dal 1500, quando si trova traccia della storia della comunità Leffese.

Ogni comunità della Valgandino aveva qualche peculiarità. La scienza potrebbe spiegare il tutto attraverso l’analisi del DNA; l’evidenza lo dimostra dai diversi caratteri presenti ancora oggi nelle persone dei 7 borghi della valle; accenti vocali pure diversi, nei dialetti caratteristici di ogni località, ma soprattutto storie particolari di ogni comunità, sorta ognuna intorno al proprio campanile. Ancora oggi, ai più piccoli, viene fatta imparare una bella filastrocca che narra: “Gandí pumpus, Scerá nvidius, Bargegia tera rosa; Pea sbernigada, Lèf en d’una braga, Cazza lonc e dec, Casnic copa gec”. (Gandino pomposi (boriosi), Cirano invidiosi, Barzizza terra rossa; Peja “sbernigata” (sparsa), Leffe in una braga; Cazzano lunghi i denti, Casnigo ammazza gente). Se potessimo immaginare Giacomo Pezzoli da piccolo, potremmo dipingerlo su un quadro da cartone animato di una volta, come un Folletto con la barba bianca. Per i bambini come me, nati nei primi anni ’70 del secolo scorso, il Pala era un simbolo. …

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 AGOSTO

pubblicità