LEFFE – Alessia Pifferi, la proposta di matrimonio in carcere, il suo ‘sì’ e ora il processo d’Appello

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Alessia Pifferi ha ricevuto la proposta di matrimonio in carcere da parte di uno sconosciuto e ha risposto 'sì'
Da screen Quarto Grado

Mia cara Alessia, ti scrivo per dirti che hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana in quel modo e quando ho saputo ho avuto una goduria estrema e mi sono innamorato di te. E adesso ti volevo fare la proposta di matrimonio. Alessia: mi vuoi sposare? Io ti amo Alessia, sono innamorato di te”, inizia così la lettera arrivata in carcere a Vigevano (era stata trasferita dal carcere di San Vittore a luglio 2024) e indirizzata ad Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, con cui un ammiratore sconosciuto le chiede di sposarla. Già, uno sconosciuto. E lei? Lei, pur non conoscendolo ha detto sì senza pensarci troppo e gli chiede di essere portata via dal carcere: “La tua lettera mi ha lasciato senza parole veramente, la mia risposta alla tua proposta di matrimonio è… sììì. Voglio sposarti, voglio diventare tua moglie. Io sono una donna molto, molto, dolce, solare, affettuosa, premurosa, calda a livello sessuale se il mio uomo mi prende molto, mi piace molto tenermi come donna…”.

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