L’Atalanta, la notte dei desideri e l’alba nerazzurra

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Alla Scala del calcio, la squadra che si volle portare il nome di una semidea della corsa, ha onorato il suo nome e ha messo in scena la sua Aida trionfale. Una vertigine di gioco che ha annichilito il Valencia in una scenografia di sana e orgogliosa provincia che rivendica di essere al mondo, di avere un posto a tavola in un mondo che sembrava segnato solo dai grandi capitali venuti dall’est a miracol mostrare. Se davvero “Il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti”, (George Bernard Shaw), i bergamaschi escono dallo stereotipo dialettale di gente che lavora a testa bassa con il retrogusto che non sappia fare altro che sudare. La storia racconta ben altro, in tutti gli sport i bergamaschi ha lasciato il segno e lo stanno ancora lasciando, perfino nella musica, a Sanremo Fiorello & c scherzavano su “Bergamo” per quei “Pinguini Tattici Nucleari” che avevano sbancato a sorpresa, senza la citazione classica di Donizetti e dei grandi nomi dell’arte.

 

Ma poi è la cronaca che alimenta la storia. Uno stadio in prestito per accogliere un esodo di popolo che si sposta a seguire i suoi eroi, da Bergamo e Milano, un’invasione per scrivere su quel campo qualcosa che le squadre meneghine sembrano non saper più scrivere.

In fondo l’Atalanta ha rappresentato al meglio la rivalsa di un popolo che non ne può più di essere dipinto come parvenu sullo scenario del mondo globalizzato.

Se perdiamo le… banche, sbanchiamo là dove ci si misura con la tecnica e l’agonismo, diamo una lezione alla presunzione di chi pensa che bastino i soldi per farsi largo nel mondo. “Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce” (Osvaldo Soriano). Le ragioni del cuore e della passione fanno ancora aggio su quella presunzione. Ed è scoppiata la felicità di un popolo intero, che ha ritrovato in una sera l’orgoglio di appartenenza. “Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”.
 (Albert Camus)

E la notte dei desideri ha trovato un’alba tinta di neroazzurro.

 

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