Lallio – Davide Pozzi a ‘Box Organi’: brani tastieristici da Bach a Brahms

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Si intitola “Viaggio nella vocalità da tastiera” il secondo dei cinque appuntamenti inclusi nel cartellone di quest’anno di Box Organi. Suoni e parole d’autore di Lallio (Bg), la rassegna musicale nata nel 2015 da un’intuizione di Alessandro Bottelli, che ne è anche il direttore artistico, in sinergia con la Parrocchia e l’Associazione Libera Musica, con l’intento di valorizzare le voci profonde e insieme delicate dello strumento a unica tastiera costruito da Adeodato Bossi Urbani nel 1889 e collocato in cantoria nella Chiesa Arcipresbiterale dei Ss. Bartolomeo e Stefano. Il concerto costituisce una preziosa occasione per approfondire il tema scelto come leitmotiv della decima edizione della manifestazione, in cui spiccano composizioni che si rifanno più o meno a gesti vocali, e che trattengono al loro interno modalità rapportabili a forme cantabili. A tirare le fila di questa nuova avventura sonora sarà Davide Pozzi, diplomato con il massimo dei voti in clavicembalo e, con menzione d’onore, in organo presso il Conservatorio «G. Verdi» di Milano. Da sempre interessato al repertorio musicale barocco ha proseguito gli studi alla Scuola Civica di Milano diplomandosi nella classe di Lorenzo Ghielmi e alla prestigiosa Schola Cantorum di Basilea studiando con Andrea Marcon e J. C. Zehnder. Gli studi e una costante ricerca sulla prassi esecutiva sia della letteratura solistica che del basso continuo, arte nella quale è considerato oggi tra i migliori interpreti, lo hanno portato ad esibirsi in tutta Europa, Stati Uniti, Israele, Giappone, Messico con alcuni tra i gruppi e i musicisti più importanti a livello internazionale come: Il Giardino Armonico, I Barocchisti, I Musiciens du Prince, Kammerorchester Basel, Cecilia Bartoli, Giuliano Carmignola, Riccardo Chailly ed altri. Come continuista e cembalista si esibisce costantemente ai più alti livelli nella sale più prestigiose come la Philarmonie di Parigi, il Concertgebow di Amsterdam, la Elbphilarmonie di Amburgo, il Barbican a Londra, il Musikverein di Vienna. Come solista ha suonato alla Philarmonie di Berlino, Philarmonie di Essen, Kurhaus di Wiesbaden, Kurhaus di Baden Baden, NikolaiSaal e Schlosstheater a Potsdam, Teatro Regio di Parma, Lac e Auditorium RSI a Lugano, Auditorium di Milano, Palazzo della cultura di Messina ecc. Oltre a decine di registrazioni in ensemble ha inciso CD solistici sia al cembalo che all’organo. Di particolare rilievo il disco edito dalla casa tedesca Panclassics e dedicato alle Variazioni Goldberg di J. S. Bach e la registrazione del Concerto Wq 35 di C. P. E. Bach per Sony. È docente di ruolo della classe di Clavicembalo e Tastiere Storiche presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari.

Pozzi spiega molto bene, nella presentazione al programma, l’itinerario da lui scelto per evidenziare la traccia tematica della rassegna: «La musica ‘per sonare organi’ nasce intavolando, cioè accorpando le voci distinte di canzoni o brani sacri. Lo testimoniano i due primi pezzi in scaletta, l’Inno Ave Maris Stella e la Canzon sopra “I le bel e bon”, che utilizzano, infatti, uno stile perfettamente vocale, severo nel primo caso e più brillante nel secondo, con rigorosa impostazione a quattro voci. Girolamo Cavazzoni, figlio del compositore Marco Antonio, è considerato un precursore di questo nuovo modo di scrivere la musica per la tastiera. Egli fu organista presso la Basilica Ducale di Santa Barbara a Mantova dove ancora si conserva il pregevole organo Antegnati del 1525. Ancora Girolamo Frescobaldi (1583-1643) nei suoi Fiori musicali scrive le voci separate e non intavolate in un unico sistema. Il suo brano Aria detto balletto è, invece, uno splendido esempio delle prime forme di variazione su un’aria, ovvero una melodia vocale, famosa dell’epoca.

Lo stesso procedimento verrà usato da Johann Sebastian Bach nella sua Aria variata alla maniera italiana. È curioso notare come Bach abbia usato pochissimo la forma della variazione sopra un’aria. L’altro esempio è una delle più complesse e magnifiche composizioni dell’intera storia musicale: le Variazioni Goldberg.

Altro debito della letteratura organistica alla pratica vocale è il suo legame con il corale, la semplice forma utilizzata durante i culti protestanti. Nel programma ascolteremo vari esempi di preludio al corale: la rielaborazione della semplice melodia al fine di creare un’intonazione prima del canto.
Georg Böhm (1661-1733), compositore poco più anziano di Johann Sebastian Bach, ne influenzò  profondamente lo stile. Egli infatti era organista a Lüneburg quando il giovane Sebastian vinse la borsa di studio per la scuola di San Michele nella stessa città. Böhm, nel corale Vater unser im Himmelreich, elabora la melodia in maniera estremamente fiorita al soprano con accompagnamento accordale con abbellimenti. Anche Bach tiene il corale al soprano ma lo accompagna con un elegante andamento di sedicesimi costanti e ottavi incessanti al pedale, creando così un piccolo capolavoro di eleganza. Il corale Ich ruf’ zu dir è parte della raccolta dell’Orgelbüchlein, un quaderno d’organo in cui Bach desiderava dimostrare tutte le possibilità di composizione della forma del corale variato. La Marche Triomphale op. 65 di Sigfrid Karg-Elert (1877-1933) che chiude il programma, sempre su corale, si basa invece su un processo di variazione più libera con interludi, cambi di sonorità e una forma ABA. Il compositore fu personaggio tormentato e noto soprattutto per i suoi brani per harmonium. Fu successore di Max Reger come docente di composizione e teoria al Conservatorio di Lipsia. Johannes Brahms (1833-1897), invece, abbellisce i corali con armonie tipiche del periodo romantico, non rinunciando, in Schmücke dich o liebe Seele, al contrappunto e raggiungendo vette di espressività davvero toccanti. La raccolta di 11 corali organistici, contrassegnata dal numero d’opus 122, è stata scritta alla fine della sua vita e pubblicata postuma.

La Passacaglia in do minore di Bach è uno dei brani più celebri e complessi di tutta la letteratura organistica. Qui il tributo alla vocalità si manifesta nell’utilizzo di un basso ostinato in cui una voce, appunto, ripete costantemente le stesse note. Il compositore, che ha utilizzato questa tecnica anche in brani vocali come le cantate BWV 150 e BWV 12, manifesta in tal modo una padronanza assoluta del contrappunto che si sviluppa in variazioni sempre più ardite, sfociando addirittura in un fugato.

Infine l’Elevazione di Padre Davide da Bergamo (1791-1863) può essere considerata una vera scena d’opera con recitativo introduttivo del tenore, aria del soprano con cadenza e stretta finale dell’orchestra».
Come di consueto, l’attrice Matilde Facheris impreziosirà la serata con la lettura del racconto inedito scritto da Marco Malvaldi, nato a Pisa nel 1974 e noto soprattutto per la fortunata serie di gialli del BarLume, di cui fanno parte Il gioco delle tre carte (2008), Il re dei giochi (2010), La carta più alta (2012) e Il telefono senza fili (2014). Nel 2014 ha pubblicato la guida enogastronomica letteraria La famiglia Tortilla e, in collaborazione con D. Leporini, il saggio Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos. Tra i suoi lavori più recenti si segnalano: nel 2022, con S. Bruzzone, Chiusi fuori e Chi si ferma è perduto; Oscura e celeste (2023); nel 2024, Dodici. Un numero che mette d’accordo e, con S. Bruzzone, La regina dei sentieri.

Il concerto è dedicato al ricordo di Gabriella e Marisa Pedrinelli, nate e cresciute a Lallio, a trent’anni dalla scomparsa.

La rassegna, che ha il patrocinio e il sostegno del Comune di Lallio e della Camera di Commercio, è resa possibile anche grazie al contributo di Fondazione Credito Bergamasco e delle ditte Montello, Zanetti, Agnelli Metalli, Agnelli, Ambrosini. Si avvale inoltre della media partner di Famiglia Cristiana, Avvenire, Prima Bergamo, BergamoNews, araberara e Seilatv.

Ingresso libero e gratuito. Per info: 388 58 63 106

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