La madre di tutti gli scandali: lo scoop delle foto di Berlusconi con le ragazze a Villa Certosa

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Pino Belleri, 56 anni, 2 figli, giornalista, nato a Darfo Boario Terme, bergamasco d’adozione, direttore di Oggi per tre anni e mezzo e in questi giorni sotto i riflettori per il processo con Silvio Berlusconi che lo ha denunciato dopo la vicenda delle foto di Villa Certosa pubblicate sul settimanale Oggi. Era l’aprile del 2007. Sono passati due anni e il processo è cominciato a Bergamo il 20 ottobre. Belleri da qualche tempo non è più il direttore di Oggi. Che incarico hai adesso? “Sono responsabile delle iniziative speciali”. Cioè? “Faccio degli speciali per Oggi, adesso stiamo preparando un allegato televisivo”. ‘Oggi’ una rivista storica: “Sì, il primo numero è uscito nel 1945, subito dopo la fine della guerra, quindi ha 64 anni” . E regge ancora sul mercato nonostante siano nati tantissimi altri settimanali: “Regge anche se la crisi dell’editoria negli ultimi due anni ha fatto sentire le conseguenze di diffusione anche per Oggi, così come per tutti gli altri. Reggiamo e teniamo botta cercando di mettere in campo tutte le contromisure possibili e sostenibili dal punto di vista economico. Lo speciale televisivo che stiamo facendo va in quest’ottica”. Sei finito sotto i riflettori perché è iniziato il processo contro di te, chi ti accusa è nientemeno che il presidente del Consiglio: “Tutto è cominciato nell’aprile del 2007, subito dopo Pasqua, quando abbiamo pubblicato le foto di Berlusconi a Villa Certosa con 5 o 6 ragazze in copertina”. Erano le foto che ritraevano le ragazze sulle ginocchia di Berlusconi? “Sì, le foto clou uscirono in quel primo e ultimo numero, lo chiamammo l’harem di Berlusconi termine che due anni dopo usano tutti”. Le foto fanno il giro del mondo e scoppia lo scandalo: “Due ragazze sulle ginocchia, due o tre attorno a fare da corona, le mani che viaggiavano libere e l’espressione di estasi del presidente Berlusconi e poi tutta una serie di situazioni, lui mano nella mano che le accompagnava, loro che si alternavano al suo fianco, lui che le accompagnava per i vialetti e le meraviglie di Villa Certosa”. Villa Certosa Foto fatte dall’interno o dall’esterno? “Sono foto chiaramente paparazzate da una posizione che noi sosteniamo stare all’esterno di Villa Certosa e qui entriamo nell’ambito giudiziario perchè Berlusconi e l’avvocato Ghedini, sostengono essere fatte con violazione di domicilio”. Succede il finimondo: “Siamo usciti in edicola il martedì e il venerdì il garante della privacy ha bloccato l’ulteriore diffusione delle immagini di quel servizio, con una impressionante, strana e spaventosa velocità. Non abbiamo più potuto pubblicarne altre, ne avevamo 300, a tutt’oggi non possiamo pubblicare, né diffondere nemmeno quelle di quel servizio. Ma è una situazione paradossale, gli altri giornali possono riprendere quelle foto e dire che le hanno prese da noi, mentre noi no”. Quindi se io pubblicassi le foto posso farlo? “Sì, io non te le posso fornire perché commetterei reato ma se tu le riprendi da quel numero citando il settimanale puoi farlo. E’ incredibile ma così, mi hanno chiamato anche colleghi stranieri e ho faticato a spiegargli questa storia, non si capacitavano. Il garante è intervenuto su Oggi e Rizzoli e non sugli altri. Quel materiale che gira, loro lo possono usare e noi no”. Madre di tutti gli scandali Quella pubblicazione è stata la madre di tutti gli scandali successivi, poi ci sono stati Sircana, le Escort, Marrazzo…: “Era il 2007 e noi con quel materiale a mio giudizio con tutte le implicazioni giornalistiche, politiche e di qualsiasi altro tipo abbiamo realizzato lo scoop fotografico degli ultimi 40 anni. Se tu parti dal presupposto che Silvio Berlusconi come dice lui è il presidente più importante e il più bravo degli ultimi 150 anni, un servizio fotografico di quella portata si può considerare lo scoop principale di quegli anni”. Ed è partita subito la denuncia: “Mi hanno querelato come direttore di Oggi per violazione della vita privata, indebita interferenza nella vita privata e per il fotografo c’è anche la violazione di domicilio, il suo procedimento è in corso a Tempio Pausania perché è sardo, il mio a Bergamo perché Oggi viene stampato a Treviglio. Poi al mio hanno aggiunto anche ricettazione perché le foto le ho comprate. A quel punto alla prima udienza a Bergamo i nostri avvocati hanno fatto presente che se viene caricata questa accusa è preminente rispetto all’altra, e questo reato è stato commesso a Milano in quanto le foto le ho acquisite nella sede della Rizzoli, quindi il processo torna a Milano, si riparte da zero e come tutti i processi all’italiana chi vivrà vedrà. Come andrà a finire non lo so, potrebbe esser interessante, il mio avvocato citerà due ragazze e citerà anche Berlusconi. Potremmo sentirne anche di divertenti”. Ma Berlusconi ha interesse che questo processo vada avanti? “Non so che interesse possa avere in un momento in cui sta cercando di abbassare i toni sulle vicende private, certo, se il processo fosse domattina non credo proprio”. Scoop sul nuovo Re Ti conosco da anni e questo scoop non è nelle tue corde, tu sei un tipo molto pacato che non ricerca gli scandali, cosa ti ha spinto e quanto hai pagato le foto? “Cominciamo dai prezzi che dipendono dal momento e dall’importanza del personaggio, dalla situazione, dalla potenza della notizia, si valutano lì per lì e si decide. Come particolare tecnico quell’acquisizione comportava la possibilità di vendita all’estero del materiale, in teoria saremmo rientrati della spesa. Infatti ce l’hanno chiesta tutti ma la privacy ce l’ha bloccata e quindi c’è anche un danno economico ma questo è secondario. Non mi vedi a fare questo scoop? Tieni presente che ‘Oggi’ per tradizione e tipologia di giornale si occupa di grossi personaggi, prima c’erano i Reali oltre ai soliti attori, la dolce vita, ci si occupava molto di Reali quando si scoprì che seguendo le vicende della famiglia reale in esilio le vendite aumentavano perché metà Italia era monarchica. D’altronde il referendum è stato lo specchio dell’Italia”. Anche il concorrente “Gente” parlava sempre di reali: “Sì, avevamo molto in comune ma tecnicamente definirei Gente reazionario e Oggi conservatore, però si occupano tutti e due di vip. Perché Berlusconi? Perché è la quinta essenza delle celebrità in Italia in questo momento”. Niente nudi Nessun disegno politico dietro? “Nessuno, guarda, Piero, i giornali come il nostro sono fuori da questo giro, i giri politici sono giri da quotidiani o se vuoi da Espresso e Panorama. I giornali come i nostri, campagne non ne fanno, avevo lì questo scoop e lo scoop l’ho fatto, il resto non sono affari di Oggi”. Voi non fate nudi. “Nel modo più assoluto. Quest’estate mi è capitato di fare uno speciale su diete e bikini, il bikini è nato negli anni ’40 ma su Oggi il primo è apparso nel ‘67. Noi non mettiamo un nudo integrale o un seno scoperto a meno che non sia la paparazzata da spiaggia, altrimenti il nudo non passa. Prima di tutto c’è l’attenzione alla sensibilità del lettore che oltretutto è un certo tipo di lettore, conservatore, di cultura cattolica, osservante, di sani principi, con un senso tradizionale della famiglia, e quindi ci stiamo molto attenti prima di fare certe operazioni, dopodiché tutto è lecito se è fatto con stile”. Rimosso da Direttore Sei stato rimosso da direttore per questa vicenda? “Il passaggio era concordato con l’editore ed è successo comunque un anno e mezzo dopo, non me la sento di sostenere che la cosa è collegata e non credo sia vero. E’ cambiato il direttore generale e il direttore del personale, l’editore fa i suoi ragionamenti legittimi. Fare il Direttore comporta un certo logorio e dopo tre anni e mezzo un po’ lo sentivo, soprattutto in una situazione di crisi, la decisione è composta da vari elementi, l’editore pensa che il nuovo direttore sia più attrezzato per fare cose che io non mi sentivo di fare. Io preferivo fare un Oggi più tradizionale, sono convinto che dalla crisi si esce mantenendo la barra della rotta ferma, la crisi non è interna ai giornali ma è esterna. Sai, tu ci sei passato, che gli editori sono personaggi strani. Il senso di un cambiamento concordato sta nel fatto comunque che sono ancora in Rizzoli”. Anche al Corriere è successo con Paolo Mieli sostituito da Ferruccio De Bortoli: “Io non voglio paragonarmi a nessuno, però vedi, anche Mieli ha chiuso la sua esperienza come direttore, è rimasto con un altro ruolo, non mi sto paragonando al Corriere ma ci tengo a sottolineare che si può anche cambiare ruolo rimanendo nello stesso gruppo. Sono stato cambiato per un concorso di motivi, non uno in particolare, quando cambia il management sopra di te può succedere”. poco, anche per il taglio del giornale mentre ad altre testate come Chi o altre votate maggiormente al gossip o alla cronaca rosa ne proponeva di più. Comunque Corona viene un giorno e mi mostra le famose foto di Adriano (l’ex giocatore dell’Inter – n.d.r.) con due o tre ragazze attorno, lui mi fa capire chiaramente che sono escort e che le foto sono fatte a Lugano. Sapeva vendere bene la sua merce e mi dice: ‘Adriano non si regge in campo, tutta San Siro lo fischia, qui c’è la prova del perché non rende, dolce vita e altro’, su questo tavolo c’era dello zucchero che si voleva far passare per cocaina. Ho detto a Corona che intanto era tutto da stabilire se fosse cocaina o meno ma anche se fosse stata non avremmo comunque cominciato a discutere di soldi perché non era un argomento da Oggi, di Adriano ai lettori di Oggi non frega niente. Se fossi stato direttore del Sun inglese o di uno di questi tabloid sarebbe stato un discorso diverso, loro sarebbero andati a nozze. Ma la cosa che tagliò la testa al toro fu che le foto erano state fatte in un’abitazione privata, quindi non pubblicabili, in caso di pubblicazione ci avrebbero fatto causa e l’avrebbero vinta. Che sia stata di lui o di quelle ragazze la casa non importa, era un contesto privatissimo”. Il confine del gossip Il confine tra pubblicabile e non pubblicabile è quindi la proprietà privata: “Sì, anche se nel caso di Villa Certosa la casa privata sarebbe tutta da discutere, ha un’estensione di 80 ettari, insomma è grande come il Comune di Vilminore”. Mi hai annichilito (lo dico in quanto ex Sindaco di Vilminore dove in contrada Meto, Belleri veniva a passare le vacanze): “Sì, ma dai, Piero, il Comune di Vilminore è più bello. Ma poi entriamo nel discorso sulla vera privacy. Secondo te la privacy di Silvio Berlusconi è impenetrabile come quella di Piero Bonicelli o di Pino Belleri? Secondo me no. Ber lusconi non può invocare la privacy che invochi tu”. Noi siamo stati allevati con la frase che non solo Cesare ma perfino la ‘moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E invece è cambiato tutto, muri, ostacoli per raccontare fatti, la libertà di stampa dov’è? “Le cose sono cambiate e bisogna muoversi con una mappa. I giornali schierati hanno sempre raccontato un pezzo di verità, indulgenti con gli amici, basta sapere che è così, ti crei il tuo puzzle e sai che è così. Ma il discorso in Italia è più complicato, si allarga, è quello di un premier che ha tre tv, che ne controlla altre tre pubbliche, ha i giornali, con una posizione obiettivamente particolarissima”. La pubblicità E qui entra in campo anche la raccolta pubblicitaria che andrebbe ridiscussa con più serietà perché crea risorse. “E’ questo il vero discorso da fare. Oggi l’80% di pubblicità finisce alla tv e il 20% alla carta stampata. Tengono le reti Mediaset che calano solo del 9%, la Rai invece cala del 20%. I grandi inserzionisti, come Ferrero e Tim che pianificano milioni di euro all’anno per la pubblicità ne danno a Mediaset 3 o 4 e alla Rai 1. Quello della pubblicità è un discorso sottovalutato, ma se hai le risorse, hai la libertà di stampa e poi c’è altro…”. Belleri entra nuovamente sul caso Marrazzo: “Abbiamo un premier che viene avvertito da un amministratore delegato di una casa editrice che c’è questo filmato e lui chiama Marrazzo per ritirarlo, questo vuol dire che sei in una posizione e hai un sistema di apparato informativo intorno che obiettivamente porta a far delle riflessioni”. E poi Marrazzo anche fosse stato salvato in quel modo, nel caso di una sua rielezione sarebbe stato in balia del premier che lo aveva salvato: “Sì, anche se ormai non si poteva più mettere delle pezze e meno male, bisognerebbe fare una riflessone su chi l’ha candidato, questo tipo di vizio, la vita disordinata, la conduceva da anni, e l’apparato politico deputato alla scelta dei candidati non poteva non saperlo ma questo è un altro discorso. E comunque hai ragione, il premier segnala, ‘ti faccio questo favore, il direttore del mio giornale l’ha visto, ritirale’, come fa a non essere ricattabile dalla parte politica avversaria?”. Vittorio Feltri Hai cominciato a lavorare con Vittorio Feltri, ti ha scoperto lui, come lo giudichi adesso? “Molte sue posizioni in tutta franchezza le rispetto ma non le condivido”. Parlo del modo di fare giornalismo: “Beh quello è un modo unico. Mi costringi a parlare di uno che considero un padre o un fratello maggiore. Io dico solo che uno che ha creato un giornale, Libero, che dirige quotidiani e ha un seguito personale di un certo tipo è un fuoriclasse e che i fuoriclasse facciano discutere di più delle scarpine fa parte del gioco”. Perché uno come Feltri abbandona la sua creatura ‘Libero’ per tornare al Giornale? “Ha parlato di esperienza che un po’ lo annoiava. Tu che lo conosci quanto me sai benissimo che dopo un po’ morde il freno. Sinceramente anch’io mi sono chiesto come possa abbandonare il giornale che ha creato lui. Non credo l’abbia fatto per soldi, non ne ha più bisogno, l’avrà fatto per togliersi lo sfizio di una nuova avventura”. Maurizio Belpietro Sia tu che Luciana Frattesi avete convissuto professionalmente con Maurizio B e l p i e t r o , come vedi la diversità tra i due, tra Feltri e Belpietro? “Non so cosa realmente sia successo fra loro, anch’io so che ci sono stati screzi ma non so di che tipo, se c’è stata una rottura e quanto è durata, a domanda precisa nei giorni scorsi Feltri ha detto che adesso i rapporti sono buoni. Ma anche qui siamo nell’ordine del lavoro, quando ci si separa e poi ognuno va per la sua strada, Belpietro è ambizioso e capace e ha fatto il suo percorso. Se mi tiri per i capelli su Belpietro per le vicende delle foto di Villa Certosa, non sono stato trattato certo con i guanti. Ho anche accettato la critica dura, al limite dell’insulto, del linciaggio, sono stato messo alla berlina, non voglio fare l’eroe, capisco che lui faceva un certo tipo di giornale, molto schierato, era più che logico che reagisse, però ci sono rimasto male”. Le cose adesso vanno meglio? “Un anno o due dopo ha fatto un’intervista, gli hanno chiesto come mai con Belleri era stato così duro e tremendo, superando quelli che erano i sentimenti di un’amicizia e mi ha dato atto di una grande lealtà e ha parzialmente rettificato il giudizio su di me, non può che farmi piacere. Diamo tempo al tempo”. Anche Belpietro si è trovato in mano foto scottanti: “Questa estate, sempre Villa Certosa, la vicenda che riguardava il politico Topolanek, lui ha chiamato Ghedini, le ha fatte sequestrare. Il nostro mestiere è fatto di scelte e devi farle in tempo reale, a decidere si sbaglia a non decidere non si sbaglia mai”. Repubblica e Corriere Nella vicenda tra Repubblica e Corriere, nello screzio tra Scalfari e De Bortoli con chi stai? “Io lavoro nel gruppo Rcs, vesto questa maglia e quindi sto con il Corriere. De Bortoli, ha reagito con compostezza e determinazione cantandole chiare, è stata una reazione, che io condivido. Certo mi sarebbe piaciuto vedere un Corriere un po’ più aggressivo, ma sono gusti personali. Il Corriere si sta sforzando in questo casino dell’informazione italiana, di riacquistare o mantenere un equilibrio, e mentre è in corso una battaglia civile e mediatica non è facile mantenersi in equilibrio. Uno sforzo da sostenere, non è facile mantenere un’equa distanza o giudizio. E poi ci vuole rispetto per chi ha votato il premier, come dice De Bortoli, se la maggioranza vota lì non puoi dire che sono tutte teste di cazzo”. Settimanali e quotidiani Stai avvertendo la settimanalizzazione dei quotidiani, non senti la loro concorrenza? “La settimanalizzazione dei quotidiani è in corso da tempo perché sono aumentate le pagine, sono alti, devi riempire, c’è questo saccheggio dei temi, dello stile e dell’impostazione avvenuto da tempo. Mi preoccupa il saccheggio di Internet. L’informazione vive del lavoro delle redazioni, così per Araberara, così per il Corriere, così per Oggi. Ma con internet tutti trovano alle 6 di mattina pezzi interi saccheggiati su internet, sui vari siti, e a quel punto perché uno deve andare in edicola? Noi facciamo carta stampata al meglio e io cerco di tutelarla”. Panchina Aspetti che qualcuno bussi e ti offra la direzione di un giornale? “Piero, guarda io sto sereno in Rizzoli, sto anche bene, quello che è successo con Villa Certosa, non ho vergogna a dirlo, un po’ di logoramento me lo aveva dato. Io poi so fare settimanali tipo Oggi anche se poi il mestiere lo applichi a qualunque formula giornalistica, se sai lavorare bene. E’ anche vero che il mercato è immobile, non partono giornali nuovi. Non mi aspetto offerte ma magari mi richiamano, ma senza fretta e senza logorio, mi sento bene così”.

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