L’INCHIESTA – Val Seriana & Lega, quell’intreccio tra fondi e bonifici, l’inchiesta della Procura e gli arresti, coinvolti nomi eccellenti della Valle

2962
Alberto di Rubba

Era l’aprile 2008. Umberto Bossi “Abbiamo 300 mila uomini, 300 mila martiri, pronti a battersi e non scherziamo… mica siamo quattro gatti. Credete che avremmo difficoltà a trovare gli uomini? No, perché verrebbero giù anche dalle montagne”. E nel 1994 preciserà: “Se non c’ ero io, in quegli anni lì, a fermar la Bergamasca…”. E adesso invece, sempre dalle valli bergamasche, sarebbe sceso un fiume di denaro. Ecco come. 

Val Seriana & Lega, quell’intreccio tra fondi e bonifici 

L’inchiesta della Procura e gli arresti, coinvolti nomi eccellenti della Valle

Bonifici. Carte. Soldi. Incontri. Telefonate. Mail. Carroccio. Commercialisti. Val Seriana. Unite i puntini e arrivate dritti dentro una storia che ha il sapore di quei romanzi dove si mischia thriller, soldi & potere. Un triangolo delle Bermuda nostrano che proviamo a ricostruire disseminandolo di verbi al condizionale, per tutelare i protagonisti e anche chi… sta scrivendo. 

Cominciamo dalla fine. Il Fatto Quotidiano ha consultato le informative della Finanzia sui commercialisti della Lega Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, all’interno anche una serie di segnalazioni dello Uif (Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia) su un conto corrente del partito che vede decuplicare le operazioni in poco tempo: da 223 a 3082 e in meno di due anni muove 14 milioni, pagando fatture “a cifra tonda” e operando spesso “bonifici in favore di beneficiari a loro volta collegati al partito”. Spuntano pure delle strane causali “giroconto Genova” mentre agli investigatori arrivano nuove segnalazioni bancarie, insomma, soldi, tanti, troppi anche per chi fa quel mestiere.

Il profilo dei tre è presto tracciato

Alberto Di Rubba, il rampante commercialista che ha studiato al Fantoni

Alberto Di Rubba da Casnigo, cuore della Valgandino, è il pezzo forte del gruppo. Commercialista ‘in quota’ Carroccio, ora agli arresti domiciliari con le accuse di peculato e turbativa d’asta per la vicenda dell’acquisto della nuova sede della Fondazione Lombardia Film Commission. Un curriculum che nasce proprio nel cuore della Val Seriana, scuole al Fantoni di Clusone, ragioniere, poi la Laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Bergamo e da lì l’inizio di una carriera che ha macinato nomine un po’ ovunque. Classe 1979, Di Rubba puntava anche a una poltrona nei vertici della Rai. Dal 2012 titolare di uno studio commercialista con sede a Clusone. In passato anche un lavoro in Banca, alla allora Popolare di Bergamo, una sfilza di nomine e incarichi in varie società da Clusone alla Bassa bergamasca. Nel curriculum vitae inviato alla Rai infila anche la voce ‘referenze’ dove sono inserite la Severn Trent Italia con sede a Desenzano e la Ubi Banca nella persona di Marco Ghilardi che ora è nel vortice di interrogatori e accuse. Di Rubba uomo di fiducia del Carroccio (la sua candidatura alla Rai viene dalla Lega).

Andrea Manzoni, il ‘duro’ dei tre, revisore per il Carroccio alla Camera

Andrea Manzoni, anche lui commercialista, anche lui 41enne ma descritto da chi lo conosce come molto più ‘duro’ di Di Rubba, addirittura nelle intercettazioni viene definito ‘un bastardo’.  Banca d’Italia ha segnalato in un anno, tra giugno 2019 e maggio scorso, 39 bonifici sospetti per un totale di circa mezzo milione di euro. Soldi trasferiti dalla Lega per Salvini, dalla Lega Nord e da Radio Padania alla Mdr Stp srl – società di cui Manzoni è socio amministratore. Il rapporto con la Lega risale a fine 2014, oggi Manzoni guida una società con 21 dipendenti, e per lui il partito “è un cliente, particolare – ha spiegato nei giorni scorsi – ma di cui ci si occupa come tutti gli altri. Per loro svolgo adempimenti contabili, fiscali, del lavoro e amministrativi in genere in un sistema che garantisce la trasparenza, la legge dica chiaramente se non si può fornire consulenza ai partiti. È forse vietato venire pagati con la liquidità di un partito? Posso fatturare o è moralmente deprecabile? Qual è la stranezza dei bonifici? Il peccato originale è quello di essere il commercialista della Lega, sembra quasi che il messaggio sia che è meglio stare lontani dal Carroccio”. Manzoni che è revisore del gruppo Lega alla Camera. Manzoni, ha ereditato il suo studio dalla famiglia.

Michele Scillieri: “Mi hanno scassato le balle, ecco cosa è successo…”

Michele Scillieri, anche lui commercialista, anche lui socio di Di Rubba e Manzoni. E’ per lui che è saltato il banco. Interrogatori e intercettazioni che mettono i brividi. Eccole senza commento, non serve. 

“Perché io non so dove sono finiti i 49 milioni ma molte cose le so” – Il commercialista era insofferente e arrabbiato con Di Rubba e Manzoni, “Questi non mi devono scassare le balle, perché io di cose ne so, e vorrei tenermele per me e portarmele nella tomba, però se apro quel cassetto…” raccontava intercettato al suo interlocutore. In molti passaggi farà capire di poter aprire il “cassetto della memoria” che creerebbe danni enormi ai commercialisti della Lega e al partito. “È una cosa diversa – dice Scillieri – che non ho mai detto”. Ed elenca come “l’idraulico Baracchetti è diventato un imprenditore”. Poi sul Di Rubba-Manzoni aggiunge: “Loro su quella società hanno fatto 160mila euro di fatture fasulle. Questi sono dei mascalzoni che ti rubano la marmellata appena la tiri fuori. Perché io non so dove sono finiti i 49 milioni, ma molte cose le so”. Ma anche: “Ho imparato che gente sono, se non stai attento ti rubano il pezzo di carta. Hanno ciucciato una montagna di soldi alla Lega. Ma una montagna! Non ti dico i 49 milioni ma non siamo lontani sai? Te lo dico io, perché una parte li hanno mandati (…). Casualmente hanno costituito le leghe regionali e lì hanno dato dei soldi. Dieci milioni. Una parte li hanno mandati su e sono tornati indietro, li hanno cuccati”. 

Il riferimento alle leghe regionali da usare come possibili casse esterne al partito per evitare sequestri sarà confermato dall’ex direttore della filiale Ubi di Seriate Marco Ghilardi. Dopodiché Scillieri aggiunge: “Qui non parliamo di 30 mila euro, di 300 mila euro, non parliamo di cazzate, parliamo di unab. Ecco non fatemelo dire! Perché a me non si apre quel cassettino nella testa, non si è mai aperto, ecco non fatemelo aprire. Sono dei criminali, dei banditi, perché se non la finiamo il cassetto lo apro”. Che cosa contenga il cassetto delle memorie di Scillieri per ora è un mistero. Scillieri è considerato l’uomo dietro la società panamense Gleason Sa. 400 mila euro usciti dalle casse della Lombardia Film Commission sarebbero finiti, secondo i pubblici ministeri (pm), sul conto svizzero della società panamense. A parlarne agli inquirenti è Roberto Tradati, presidente e amministratore delegato della Fidirev, la fiduciaria italiana che ha fatto arrivare i soldi su conti privati dei commercialisti. Tradati, indagato per riciclaggio, ha spiegato Scillieri aveva un conto corrente in Svizzera, presso la Credinvest di Lugano, su cui era depositato un milione e 400mila euro. Di quel conto ha parlato anche Luca Sostegni intercettato il 15 giugno: “La cosa più grande è aver fatto il prestanome per l’interesse di un mandato praticamente (…) 300 e rotti mila li ho mandati sul conto là, a nome mio, sempre mio quel conto in Svizzera però io quei soldi non li ho toccati. Andate a vedè chi ha movimentato il conto, perché la delega l’ho fatta a Michele (Scillieri, ndr) e poi andatelo a vedè voi dove ha mandato i soldi”. 

Non sono mancati momenti di altissima tensione e relativi insulti reciproci tra gli indagati per il caso della compravendita dell’immobile di Cormano che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di quattro persone, tra cui tre commercialisti della Lega. Nervosismo dichiarato chiaro e tondo nelle intercettazioni raccolte dal trojan (un sistema di intercettazione) nel cellulare di Michele Scillieri, il commercialista che nel 2017 aveva curato nel suo studio la nascita del movimento Salvini Premier. Come riportano le carte dell’inchiesta, citate dalla Stampa, è Scillieri a lamentarsi tanto degli altri due commercialisti ora indagati, Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba: “che fanno il cazzo che vogliono, fanno le porcate con le società”, ma anche con un imprenditore, Francesco Barachetti, ex elettricista e vicino di casa di Di Rubba, che sarà poi indagato per peculato. 

Scillieri si sfoga con Luca Sostegni, sospettato di essere prestanome di decine di società, tornato dal Brasile per recriminare “i restanti 30 mila euro dell’accordo” per l’affare di Cormano che Manzoni e Di Rubba non avrebbero più intenzione di dargli. “Con tutti i soldi che si sono fottuti in questi anni – dice Scllieri al suo uomo di fiducia – non hanno certo problemi a cacciar fuori 30 mila euro in un colpo. E dai… Tu non hai idea… milionate e milionate”. 

E prosegue: “Un milione e mezzo di fatturato verso la Lega in un anno… Cioè questi qua prendono i soldi di là, della Lega e si comprano le ville. Fanno veramente la bella vita”. 

In un’altra sfuriata con un avvocato che sta cercando di mediare nell’accordo, il commercialista milanese prende di mira prima gli altri due indagati…

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 25 SETTEMBRE

pubblicità