VILLONGO – La storia di Foto San Marco, da papà Ulisse a Claudio e Maurizio

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    (Dal numero del 18 ottobre 2024)

    “Era il 1967 quando mio papà, appena tornato da militare a 22 anni, aveva aperto il suo piccolo negozio di fotografia, la sua passione più grande”, inizia così Maurizio Belometti raccontando di papà Ulisse. Oggi l’Agenzia Foto San Marco, che ha due sedi, a Villongo e Palazzolo, è stata premiata come attività storica dalla Regione. “Papà era in Fanteria, ma durante quell’anno ha sempre fatto il fotografo per gli eventi e i locali e quando è tornato aveva un gruzzoletto di soldi… non erano abbastanza per realizzare il suo sogno, così ha chiesto aiuto in paese. Il parroco di Foresto Sparso si era offerto di dargli una mano, ma ad una condizione, che se un giorno fosse riuscito ad aprire il negozio, l’avrebbe dovuto chiamare proprio come il patrono, San Marco… ed è stato di buon auspicio”.

    La storia di Foto San Marco inizia proprio a Foresto Sparso: “Qui però è rimasto solo per qualche mese, poi si è trasferito a Villongo, in via Diaz, che un tempo era una via piena di negozi. E’ rimasto anche in questo caso per poco tempo, poi, quando hanno costruito il condominio in viale Italia si è trasferito lì e ci siamo rimasti per 40 anni. Proprio in quegli anni si è sposato con mamma Antonia, che ha lavorato in negozio fino a due anni fa. Nel 2008 infine ci siamo trasferiti, ma soltanto di una cinquantina di metri”.

    La passione di papà Ulisse è arrivata dritta al cuore dei suoi due figli, Claudio e Maurizio: “Siamo cresciuti in negozio e quindi proseguire l’attività è stato naturale. Ricordo ancora – racconta Maurizio – quando lo aiutavamo da piccoli, mi piaceva molto vederlo lavorare in camera oscura a sviluppare e stampare le foto e io stavo seduto sulla mia sedia… incantato da quella bellezza! Tutto questo non l’ho vissuto professionalmente parlando, perché poi i tempi sono cambiati, è arrivato il digitale e altri tipi di macchinari”. Un po’ di nostalgia è inevitabile… “Direi proprio di sì, perché ormai è tutto tecnologico. Ormai fanno tutto le macchine e i computer e ora è arrivata persino l’intelligenza artificiale con il rischio di non capire più nemmeno se le foto sono reali o no. Le macchine analogiche ci sono ancora, ma la bellezza della pellicola, lo sviluppo, l’esposizione… di quello non c’è più niente”.

    Di conseguenza sono cambiate anche le esigenze dei clienti: “I ragazzi di oggi non stampano più, non interessa più nemmeno avere un album fotografico di ricordi, perché ormai va tutto sui social. Lo stesso vale per i matrimoni, spesso non vogliono più neanche l’album fotografico ma la chiavetta con tutte le foto. Per non parlare dei video, vent’anni fa si facevano di un’ora mentre adesso sono abbastanza dieci minuti. C’è stato un cambiamento radicale e penso che la categoria dei fotografi sia destinata a scomparire”. Papà Ulisse ha lasciato un’eredità importante: “Se n’è andato undici anni fa, lasciandoci un’attività molto ben avviata e soprattutto il suo esempio. Era una persona umile, cordiale, di animo buono e per lui il suo negozio era tutto. Ricordo ancora che se arrivavano clienti alle nove di sera lui riapriva il negozio, così come la domenica o a Natale”.

    Ci sono altri ricordi custoditi nel cuore, di quelli che restano per sempre: “Papà è stato fotoreporter a Sanremo per una trentina di anni e ha passato il testimone al figlio Claudio, che è titolare del negozio di Palazzolo. E ci fu anche uno scoop nel 1974, quando immortalò Alain Delon con l’amante alle 4 del mattino. Aveva guadagnato 5 milioni con quello scatto e all’epoca con 4 milioni acquistavi un appartamento, tanto per rendere l’idea”. Ma per Ulisse quel che contava era tornare tra le mura del suo negozio, nel suo territorio e tra la sua gente, a lasciarsi coccolare da quella passione che ha trasmesso giorno dopo ai suoi figli.

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