Tra “rottamatori”, “giovani turchi”, “giovani curdi” a Bergamo potrebbe arrivare anche Giorgio Gori

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    Sedici correnti, tante ne contava il Corriere della Sera lo scorso 23 ottobre, in un articolo al vetriolo di Maria Teresa Meli, e nella pagina cerchiamo di riportarle, con qualche variante, schierando i dirigenti democratici di Bergamo. A due anni dal congresso (con primarie) e relativa incoronazione a segretario di Pierluigi Bersani il PD non ha ancora trovato l’amalgama che già nel 2008 – epoca veltroniana – Massimo D’Alema dava per dispersa. Ma l’ex segretario dei DS parlava di amalgama fra il suo partito e la Margherita (fondatori del PD) e non pensava certo a una quindicina di componenti che si danno battaglia a suon di documenti e convegni. Solo negli ultimi trenta giorni c’è stato il convegno dei “giovani turchi” (Stefano Fassina e Matteo Orfni) a L’Aquila, poi quello di “Prossima Italia” (Pippo Civati e Debora Serracchiani) a Bologna, seguito dalla “Stazione Leopolda” di Matteo Renzi ed i suoi rottamatori, e fra questi i documenti di Nicola Zingaretti e quello dei “giovani curdi”. Anche durante questa crisi di Governo e la contestuale designazione del professor – ora anche senatore – Mario Monti, con il placet condizionato di Bersani, il PD si è mostrato diviso, da una parte il favore totale di Enrico Letta, dall’altra l’opposizione manifestata dai giovani turchi di Stefano Fassina (responsabile economia del partito). Mentre andiamo in stampa non sappiano ancora se il tentativo di Mario Monti è andato a buon fine. Di certo in caso di elezioni a inizio 2012 il candidato sarà Pierluigi Bersani, con un’alleanza ristretta a Vendola e Di Pietro. In caso invece di scadenza naturale della legislatura (primavera 2013), i giochi si riaprono, così come la possibilità di ampliare l’alleanza al terzo polo, e Matteo Renzi ha tempo un anno per rottamare il suo segretario (come pare sostenga lo stesso sindaco di Firenze). A Bergamo il risultato delle primarie nazionali 2009 (Bersani 53%, Franceschini 35%, Marino 12%) si è sostanzialmente ripetuto, e due mesi dopo, alle primarie per il segretario provinciale, Gabriele Riva ha raccolto una maggioranza schiacciante (circa l’80%) ma il suo oppositore (Mirio Bocchi) era sceso in campo solo all’ultimo momento, a giochi già fatti, e dalla parte di Riva si erano schierati sia i “bersaniani” che i “franceschiniani”. Nel frattempo diverse cose sono cambiate – per esempio l’area di Franceschini si è spezzata – e cominciano ad affiorare i primi mal di pancia, come ha rivelato l’ultima assemblea provinciale di ottobre, riportata su l’Eco di Bergamo del giorno dopo e malamente smentita dalla presidente dell’assemblea stessa Perlita Serra. Le correnti orobiche La golden share del partito è nelle mani di Antonio Misiani. L’ex segretario dei DS ed ex assessore al bilancio dal 2004 al 2006, è deputato dal 2006 con un forte legame con Massimo D’Alema e Bersani, fino ad essere nominato tesoriere nazionale, in pratica il gestore delle ingenti risorse ricavate dal rimborso spese elettorale e reinvestito in comunicazione, feste di partito e presenza sul territorio. Alle ultime primarie fu a tutti chiaro che dietro la battaglia nazionale Bersani-Franceschini, si nascondeva la conta bergamasca fra Misiani e Giovanni Sanga, con la vittoria del primo. Bersaniani in lotta per Palazzo Frizzoni Vittoria fn troppo schiacciante, tanto che ora sono due suoi fedelissimi a sgomitare di più per le prossime elezioni amministrative del 2014. Elena Carnevali, capogruppo del PD a Palazzo Frizzoni, già assessore comunale con Misiani, sembrava la candidata ideale per fronteggiare Franco Tentorio. Ma da un po’ di mesi il suo compagno di gruppo e di componente, Sergio Gandi, responsabile lavoro del PD, mostra interesse per la stessa candidatura, ed ha cominciato a muoversi ed a tessere la sua tela. Il tesoriere nazionale per ora non si è schierato, facendo presente ad entrambi i due contendenti che non è certa la candidatura di un iscritto al PD, con il rischio di un “Papa straniero” anche per Bergamo. Sarà un caso ma è proprio di questi giorni la notizia che Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5 e presidente di Magnolia, ha lasciato tutte le cariche aziendali per “mettersi a disposizione del Paese”. Il primo passo è stata la convention del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha contribuito ad organizzare stilando poi il documento fnale. Un proflo per ora nazionale, ma non è detto che, lui che a Bergamo ha continuato ad abitare nonostante gli impegni milanesi suoi e della moglie Cristina Parodi, non ambisca a ricoprire la carica di Primo cittadino, considerato poi che difficilmente avrebbe rivali se veramente si mettesse in gioco. I “Renziani” bergamaschi Non solo Giorgio Gori per i renziani a Bergamo. La corrente è appena nata, ma può contare sul contributo di Marcello Saponaro, ex consigliere regionale e ora in segreteria provinciale e di Vladimiro Lanfranchi, della segreteria cittadina. E vicino alle idee del sindaco di Firenze si è dichiarato anche il vicesegretario provinciale (e vicesindaco di Almenno San Bartolomeo) Alessandro Frigeni, rimanendo però fedele a Giovanni Sanga. I “neoveltroniani” L’ex segretario della Margherita ha aderito al documento di Walter Veltroni, al seguito di Giuseppe Fioroni, leader nazionale degli ex popolari, lasciando l’Areadem di Dario Franceschini, e trascinando buona parte degli ex popolari della provincia. Alla prova del nove, le scorse regionali, Sanga ha portato al Pirellone Mario Barboni, doppiando in preferenze Mirosa Servidati, ex segretario del PD e anche lei ex margherita. La consigliera provinciale ha da tempo preso le distanze da Giovanni Sanga, formando una componente locale sua, con Claudio Bonfanti e il capogruppo in provincia Franco Cornolti. Alle regionali del 2010 ha trionfato, in termini di preferenze, Maurizio Martina (quasi tredicimila), bersaniano, poi veltroniano (al momento della costituzione del PD) e ora di nuovo con Bersani anche se in maniera più deflata, così come il segretario provinciale Gabriele Riva. Veltroniano doc è il senatore Mauro Ceruti, frmatario del codice etico del PD, entrato in politica nel 2008, quando lascia la poltrona di preside di Facoltà per sbarcare a Palazzo Madama. Il flosofo non è mai stato molto amato, né dalla dirigenza locale e neppure dai militanti, che raramente lo vedono sul territorio e si deve quindi guardare dal rischio primarie per le prossime elezioni politiche. Le prossime elezioni Ragionando a legge elettorale immutata (e diffcilmente accadrà il contrario) l’obiettivo dei democratici orobici è quello di confermare la presenza di tre parlamentari ma la battaglia sarà sulla scelta dei nomi e sulla modalità di scelta. La base chiede le primarie. In effetti pare assurdo un partito che chiama i cittadini al voto per eleggere pure i membri della propria assemblea (oltre che il segretario provinciale) e li tiene a casa quando si deve decidere sulla composizione della lista bloccata per le elezioni politiche. Lo “spettro” di Bruni Fra gli uscenti sia Antonio Misiani che Giovanni Sanga, entrambi come abbiamo visto con una discreta forza organizzativa, non temono la chiamata alla primarie. Discorso diverso per Mauro Ceruti. Soprattutto perché ai blocchi di partenza c’è Roberto Bruni, che non per nulla era presente in mezzo agli altri 300 democratici bergamaschi alla manifestazione di Roma del 5 novembre scorso. L’ex sindaco socialista, che non proviene dai due partiti fusi nel PD (DS e Margherita) è sempre stato amato dagli ulivisti, ma trova diversi supporters anche negli ex diessini e, chiaramente nella piccola truppa di ex socialisti che hanno aderito al PD. E le primarie per la scelta dei candidati sono chieste a gran voce dai civatiani locali, quelli che sono stati a Bologna a fne ottobre alla conventioni di Pippo Civati (consigliere regionale lombardo) e Debora Serracchiani (parlamentare europea). Giovanni Gambaro e il vicesindaco di Solza, Pierangelo Manzoni. Il caso Treviglio Divisioni fsiologiche per un partito di circa 4mila iscritti? Sì, se non si eccede arrivando ai personalismi come è capitato a Treviglio lo scorso maggio, con i democratici divisi in due liste contrapposte: quella uffciale che appoggiava il sindaco uscente, Ariella Borghi, e quella degli scissionisti con il consigliere comunale Federico Merisi. Con il risultato di una vittoria, in ogni caso già scontata, del candidato del centrodestra Beppe Pezzoni, e una coda di polemiche fatta di espulsioni e mezzi commissariamenti. Verso il 2013 Entro un anno e mezzo, a meno di elezioni anticipate, il diffcile compito per Gabriele Riva sarà di fare sintesi. Primarie per i candidati alle politiche, congresso provinciale e primarie per il Sindaco di Bergamo. E può anche essere, se Mario Monti non ce la dovesse fare, che parte del lavoro debba essere anticipato.

     

    Testa con Bersani Antonio Misiani (deputato, tesoriere del Pd nazionale): “Sto con Bersani ma non condivido affatto certi attacchi della sinistra contro Renzi, che ritengo un po’ troppo concentrato su se stesso piuttosto che sul partito ma che sicuramente, con i suoi 37 anni, è una risorsa per il partito. Come vanno i conti? Sono in equilibrio, anche se dovremo fare i conti con il taglio dei rimborsi elettorali, già decisi in calo del 20%. Vorrei far notare che il nostro partito che tutti davano sempre sul punto di spaccarsi è compatto mentre il Pdl si sta sfasciando in mille pezzi. Sosterremo Monti in questa crisi drammatica. Quanto starà in carica? Non lo so, ma credo che avrà bisogno di tempo, quindi credo fno al 2013, comunque personalmente non do scadenze. Sosterremo le misure che prenderà che saranno forse di lacrime e sangue ma soprattutto anche finalmente di giustizia sociale. Maurizio Martina (segretario regionale del Pd): “Ho dato, do e darò una mano a Bersani con convinzione, per quello che sta proponendo e per il modo con cui lo sta dicendo, dando le priorità ai problemi. Ed è anche un rinnovamento nel fare politica. Quindi ha il mio appoggio incondizionato”. Lorenzo Taboni (segretario del PD di Lovere): “Io scelgo Bersani, non è da buttar via tutto quello che dice Renzi ma è ovvio che io sto col segretario”. Claudio Contessi segretario Pd Alto Sebino. “Sto con Bersani”. Andrea Rizza (coordinatore Pd a Solto, Riva e Fonteno): “Sto con Bersani, anche se personalmente preferirei la Finocchiaro”. Tullio Domenighini (coordinatore PD Costa Volpino): “Con Bersani. Perché mi sembra che abbia un modo di affrontare i problemi non demagogico, Renzi può avere qualche intuizione ma non dice niente di nuovo e lo fa con troppa supponenza”. Arialdo Pezzetti (sindaco di Sovere). “Vista la situazione generale sto con Bersani, i tempi non sono ancora maturi e Renzi dà delle indicazioni corrette ma devono essere moderate”. Guerino Surini (ex sindaco di Rogno): “Bersani, non dispiace neanche Renzi ma sto con Bersani”. Alessandra Marella (responsabile del circolo PD di Castelli Calepio): “il circolo sta con Bersani ma siamo aperti verso le nuove forze politiche che hanno deciso di mettersi in gioco per cercare un unione di intenti costruttiva”. Domenico Piazzini (responsabile degli enti locali per la provincia di Bergamo del PD): “Sto con Bersani perché è un segretario che ci ha fatto conseguire ottimi risultati. Renzi è uno stimolo importantissimo che ci fa raggiungere un elettorato notoriamente distante dalla nostre posizioni politiche”. Natale Carra (Consigliere di minoranza di Grumello Democratica): “Bersani mi pare sia un buon punto di equilibrio”. Francesco Moioli (capogruppo lista civica Clusone, Pd) “Il Partito Democratico è un grande partito sufficientemente maturo per accogliere tutte le persone che si riconoscono in un sinistra moderna e moderata. Il dibattito interno è segno di grande vitalità ma è la Segreteria, che fermo restando la libertà di coscienza individuale sui grandi temi etici, deve fare sintesi delle diverse posizioni e indicare la linea del Partito. Per questo, mentre guardo con attenzione al fermento delle idee, non condivido le forzature di qualche ”rottamatore” alla ricerca di un eccessivo protagonismo piuttosto che di un confronto dal quale può generare un autentico contributo alla crescita del PARTITO”. Cuore e batticuore Giovanni Sanga deputato del PD: “Questo è il momento più sbagliato per porre una domanda che oggi è già vecchia. Ora bisogna guardare all’Italia e a stare tutti uniti per cercare di tirare fuori il nostro paese dalle diffcoltà. Renzi o Bersani, oggi non conta, bisogna guardare all’unità del paese e alle riforme da fare per uscire da una crisi profonda che ci ha colpito tutti. La nostra forza si misurerà nella capacità di sostenere il governo Monti. Tentazioni dal centro? A Todi non è stata data indicazione di un partito dei cattolici. Il Pd è compatto e alla gente dobbiamo dare la prova della nostra capacità nel sostenere misure che sono necessarie per salvare il paese. Solo così avremo un grande futuro e la gente si potrà fidare di noi. Poi chi sarà il leader c’è tempo per stabilirlo. Quanto? Credo un anno e mezzo…”. Mario Barboni (consigliere regionale): “Sto col PD. In questo momento le prospettive sono due: se si va alle elezioni nel giro di qualche mese è chiaro che sto con Bersani. Se invece c’è un governo tecnico e quindi c’è una prospettiva di tempi lunghi si può cambiare. Renzi è una delle fgure con un grosso ascendente elettorale. Ma c’è bisogno di un programma da discutere e condividere. Renzi in questo senso è una delle prossime punte del Pd. Ma se ci sono elezioni nel breve periodo Bersani è insostituibile”. Massimo Armati sindaco di Vigano San Martino: “Io sono per le riforme, quelle da fare e non fatte, quelle popolari e impopolari Quelle rivolte ai costi della politica, alle pensioni alle province ed ai comuni. Oggi almeno qualcuno ci costringe a farle l’Europa e i mercati”. Roberto Zanella (assessore a Lovere): “Cuore con Renzi ma visto il disastro in cui siamo finiti, la testa dice Bersani”. Tersillo Moretti (tesoriere del PD): “Renzi o Bersani? Io sto col… PD”. Andrea Bonadei (assessore a Costa Volpino): “Non sto con nessuno perché non credo che nessuno sia contro l’altro, servono entrambi e hanno un ruolo diverso, uno va a pescare da una parte e uno dall’altra. Sono stato a Roma alla manifestazione e abbiamo ascoltato il discorso di Bersani che si candida a fare il premier di dimensione europea, per quanto riguarda i fschi a Renzi la questione è stata super montata dai media. D’accordo, ci sarà qualcuno che non ne apprezza i modi, ma lui ha individuato questo metodo per perforare la corteccia. Io ho seguito le sue proposte e fa tutto brodo, la maggior parte delle cose sono coincidenti, non vedo questa distanza, se vogliono crearla per discutere va bene, non è certo questo partito che tende a minimizzare i confronti”. Gilberto Giudici (vicesindaco Monasterolo). “Sono per chiunque in questo momento non faccia della sua persona il centro dell’azione di governo, ma attraverso azioni di squadra e di sistema ci porti a superare questo momento di difficoltà con senso di responsabilità ed impegno, impostando un lavoro che non solo tamponi il contingente ma sia in grado di darci una visione prospettica almeno decennale…In questo momento basterebbe forse fare un governo con un Presidente del Consiglio e dieci ministri autorevoli e capaci (non importa da dove vengono) che facciano riforme strutturali serie, studiate e valutate non semplicemente con degli slogan…”. Amedeo Maddaluno (segretario PD Zandobbio, Cenate Sopra e Sotto e Trescore): “A me il dibattito sulle persone affascina, ma fno ad un certo punto. Il PD ha sempre scelto i suoi uomini tramite quel grande strumento innovativo di democrazia che sono le primarie – modello importato in Europa dal PD ed ora utilizzato anche in Francia – e ha sempre formato la propria classe dirigente sul territorio, nei circoli e negli enti locali. Quindi la prima cosa è lavorare per il partito, sui programmi e sulle idee. Apprezzamenti e critiche ne ho sia per Bersani che per Renzi, mi confronto con le loro idee ma intanto lavoro sul mio territorio al servizio dei cittadini e dei militanti del PD!”. Mario Giudici: (segretario del PD di Sarnico): “Il congresso del Pd non è all’ordine del giorno – c’è ben altro all’ordine del giorno”. Massimo Cortesi (presidente Arci): “Al congresso ho votato Marino. Ora il segretario è Bersani e non è accettabile che dopo un anno si rimetta in discussione la sua figura. Io dunque non sono né per Renzi né per Bersani bensì per il Pd. Questo vuol dire che prima ci stanno le idee e poi le persone. Ovviamente nel Pd ci vuole un ricambio notevole ma non tanto per età quanto per motivazioni e capacita. Tieni presente che questa crisi economica e politica obbligherà a ripensare il modo di fare politica e penso che i corpi intermedi quali sindacato associazioni e imprenditoria saranno da stimolo per la politica stessa. Dunque va bene Renzi che è portatore di novità ma va bene anche Bersani che sa amministrare e dunque far di conto ma servono anche i Cortesi che stanno fra la gente e sono portatori di idee e conoscenze come l’imprenditore che deve stare sul pezzo i lavoratori, i genitori ecc . Insomma la politica deve tornare a essere la polis con i suoi problemi, le sue buone prassi, il sapere cosa fa e come la fa prima di chi la fa. Personalmente non amo nessuno in particolare oggi nel Pd non vi è la fgura carismatica. Ci sono però ottime persone come il per regione Toscana Rossi oppure Damiano o Marino o Bersani . Manderei a casa i La Torre e i Fioroni i D’Alema e altri. Persone che se anche non sono più in Parlamento possono dare un apporto. Su Renzi: mi sta antipatico è pieno di sé, è già vecchio della politica, è troppo destro, non riconosce le scelte dei cittadini (vedi tema acqua) ma non è stupido”. Paola Magni (Sindaco di Ranica): “Non scelgo nessuno, c’è un tale bailamme…”. Eugenio Crotti (Segretario PD Val Cavallina): “È un argomento che non mi appassiona, non mi tocca minimamente scegliere tra Renzi o Bersani. Sono abituato a fare politica sulle idee e sui programmi non sulle persone ma se devo esprimere un mio parere in merito posso dire che nessuno dei due mi è simpatico…” . Enrico Micheli (Segretario del circolo PD media Val Cavallina): “Non ho pregiudizi su nessuno dei due candidati ma mi auspico un confronto costruttivo tra i due. Sia Renzi che Bersani hanno idee buone bisogna trovare una sintesi che permetta al partito di esprimersi al meglio”. Maurizio Paolino (coordinatore del circolo PD Ranica Torre Boldone): “Il nostro circolo è molto più orientato verso Bersani ma teniamo in forte considerazione l’elemento innovatore di cui si fa portatore Renzi. Un’onda che va presa però senza strappi perché in un periodo difficile come questo bisogna più che mai stare uniti”. Roberto Benintendi (assessore Comune di Albino: “Renzi è un fuoriclasse. Hai presente Balotelli. Quello è un fuoriclasse. Ma un campione è cosa diversa: campione è il fuoriclasse che trascina la squadra. Io non ho correnti, si rischia di prendersi il raffreddore. Fuori dallo scherzo, credo che abbiamo una buona classe dirigente, anche a livello locale”. Eugenio Cavagnis (sindaco di Nembro) “Sono un sindaco di paese, non riesco ad andare oltre Nembro. Tra Bersani e Renzi? Uno a uno palla al centro. Cuore con Renzi Marinella Cocchetti (sindaco di Bossico): “Renzi. E’ innovativo”. Alessandro Bigoni (sindaco di Fonteno): “Renzi. Aspetto ancora di leggere le cento cose di Bersani, Renzi ha colpito. E’ dal ’89 che è caduto il muro di Berlino, parlare ancora di destra e sinistra mi sembra fuori dal mondo”. Maria Grazia Capitanio (vicesindaco Costa Volpino): “Sto con Renzi. Bisogna cambiare”. Danilo Bellini (minoranza di Villongo): “Nel 2011 non ho rinnovato l’adesione al PD. Il motivo principale è perché non mi piacciono le alleanze con IDV e SeL. Il fatto che non appoggino un governo Monti nell’attuale crisi ti può far capire perché non mi piacciono. Comunque fra Renzi e Bersani direi che preferisco Renzi”. Anna Maria Bonomi (consigliere di minoranza – Pradalunga): “Apprezzo Renzi per il suo entusiasmo e le sue grandi doti comunicative capaci di parlare con un linguaggio chiaro e semplice che può riavvicinare la gente alla vera politica, quella fatta di passione per il bene del proprio Paese, non quella che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni, di impegno e di voglia di credere ad possibile cambiamento. Credo che possa portare valore aggiunto alle proposte e all’attività del PD”. Jacopo Scandella (coordinatore dell’Alta Valle Seriana): “Mi piace Renzi anche se non ho ancora deciso se mi posso fidare di lui”. Stefano Segna (coordinatore PD Gazzaniga) “Come circolo non abbiamo ancora discusso della cosa, una posizione ufficiale non c’è, personalmente dico che è sicuramente da valutare con attenzione il fenomeno Renzi, può essere un fattore di attrazione verso un elettorato che al momento non vota PD, va considerato con rispetto, certe sue posizioni poi vanno prese con le molle, non sui contenuti ma sul metodo, dare un’immagine di partito spaccato con diverse correnti non è mai positivo, ma d’altra parte non va snobbato perché c’è una certa stanchezza verso vecchie forme di politica”..

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