quelli che la vita è in prestito

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    “Una signora di Lovere pretende
    500 euro per comprare un tablet.
    Un giovane di Rogno chiede 5000 euro
    per spese sanitarie e li brucia
    al videopoker: è una malattia, dice”.

    1. lavora in banca da una vita, da qualche anno segue il settore prestiti. Pausa pranzo davanti a un insalatona perché ‘il nervoso mi ha fatto ingrassare troppo’, nell’ultimo anno il suo lavoro lo ha portato… a cominciare a prendere pasticche per dormire, insonnia e nervosismo: “Perché la situazione è davvero disperata – sbotta M. – ho appena fnito di litigare con un cliente, veramente la litigata è stata come sempre a senso unico, nel senso che lui urlava e io cercavo di fargli capire che le cose non stavano proprio così ma non c’è niente fare, capiscono solo quello che vogliono capire”. L’altra faccia della medaglia della crisi: “Non è solo colpa delle banche o delle fnanziarie se la gente è con le braghe calate, c’è dell’altro”. E cioè? “Cioè molti, moltissimi, sempre di più non capiscono e non accettano che il loro tenore di vita non sia quello nel nord est, e sono dati di oggi nell’ultimo anno gli insoluti sono triplicati, ci sono casi di ogni genere”. E comincia il viaggio in un mondo davvero particolare. Cominciamo: “Settimana scorsa dalla direzione centrale della banca mi hanno chiamato perché una signora di Lovere che ha già 4 prestiti, voleva il quinto, prestiti piccoli e per cose diciamo così… inutili, un prestito da 2000 euro ma non per acquistare un frigo o un’auto, macché, ma per metterli nel conto corrente e spenderli subito, voleva acquistare un tablet, niente da fare, lo voleva a ogni costo”. E cosa è successo? “Che il lunedì doveva pagare la rata di uno degli altri 4 mutui, 90 euro di rata e la domenica sera da come risulta dal bancomat è andata al ristorante e ha speso 120 euro e così il giorno dopo non ha pagato la rata perché non aveva i soldi ma oltre a non preoccuparsi minimante di niente se l’è pure presa con me perché non ho potuto concedergli il quinto prestito per acquistare il tablet”. M. si sfoga: “Più che il mio lavoro sto andando avanti a fare l’assistente sociale, cerco di spiegare ai clienti che ci sono delle priorità e dei beni secondari, ma per loro i beni primari non sono il cibo o la scuola del fglio ma sky, l’iphone, ecc. e poi non pagano le bollette. Cerco di spiegare loro che se guadagnano 1000 euro non possono spenderne 1200. Ma è inutile, se prendessero 3000 euro di stipendio li spenderebbero comunque subito. E’ la mentalità, il consumismo e la società programmata in un certo modo che ha portato a questo”. E non è la crisi: “No, perché da noi non viene gente che ha perso il lavoro, oppure sono davvero pochi, perché a chi ha perso il lavoro non potremmo comunque dare i prestiti, dobbiamo avere garanzie di restituzione. Viene gente del cosiddetto ceto medio che ha speso tutto e anche di più e per la maggior parte italiani e della zona, direi che gli extracomunitari si contano sulle dita di una mano”. E poi ci sono i casi estremi: “Nei giorni scorso un rumeno che risiede da anni a Costa Volpino, regolare, è scappato con la moglie dopo aver intascato un prestito di 28.000 euro, dileguato, sparito, abbiamo provato in tutti i modi a cercarlo ma niente da fare. Lavorava regolarmente, poi la ditta è andata in crisi, lui ha intascato il prestito ed è sparito e quei soldi non ci rientreranno più”. Si spende per divertirsi insomma: “Alla faccia di chi ha davvero bisogno e così alla fne ci rimette anche chi dovrebbe avere un prestito per vivere. Ho clienti che chiedono prestiti per continue vacanze, una famiglia di Sovere a gennaio ha chiesto 2000 euro e li ha usati per andare a Fuerte Ventura e adesso ad aprile ha chiesto altri 1000 euro per andare a Ibiza. Anche qui ho provato a spiegare che forse c’erano altre priorità e si poteva rinunciare ma per tutta risposta mi sono sentito dire di farmi gli affari miei”. E quindi rifutate spesso prestiti: “Per forza, non possiamo fare altro ma non rinunciano, anzi, gli strozzini stanno lavorando alla grande, potrei raccontare situazioni drammatiche che stanno succedendo qui nell’Alto Sebino, oppure si rivolgono a fnanziarie che praticano tassi incredibili, anche del 30% ma non gliene frega niente, la gente vuole i soldi e subito, non gli interessa pagare un sacco di soldi di interessi, ci sono alcune banche che fanno pagare 400 euro di istruttoria pratica per aprire un prestito anche solo di 600 euro, pratiche che richiedono mezz’ora di lavoro eppure i clienti non battono ciglio, vogliono il contante e subito”. E poi si crea una spirale: “Più prestiti hanno e più ne chiedono, quando sono nel giro non ne escono più. Magari gente che era abituata a fare gli straordinari e adesso che non li fa più vuole avere ancora il tenore di vita di prima e si indebita sino al collo”. Che tasso chiedete voi? “Dal 10% al 13%”. Nessuno si lamenta? “Mai, del tasso non gliene frega niente a nessuno, potremmo anche raddoppiarlo che non dicono niente, l’importante è dargli i soldi subito”. Età media? “30-40 anni, donne e uomini in egual misura con uno stipendio medio di circa 1500-1600 euro”. Con famiglia? “Molti ce l’hanno”. E non riescono a pagare le rate dei prestiti: “E si inventano ogni tipo di scusa, la più gettonata è quella che si è rotto un dente al bambino e hanno dovuto affrontare una spesa imprevista ma poi scopri che non sono mai nemmeno andati dal dentista ma niente da fare, ti rispondono male e basta”. E c’è il cosiddetto trucco delle carte di credito che a sentire M. va per la maggiore. Come funziona? “Beh, c’è un plafond mettiamo di 1600 euro, e ogni dieci del mese vengono caricati i soldi, loro fanno fuori subito tutto il plafond, prelevano dal bancomat e li versano lì per far vedere che ne hanno ancora e intanto all’inizio del mese dopo ricominciano a caricarsi i soldi e loro li rispendono e praticamente fniscono in una spirale di buco che li risucchia e chiedono un nuovo prestito”. Il problema secondo M. è che i prestiti non sono mai fnalizzati a qualcosa di indispensabile: “Televisori a 50 pollici Led o altri beni non indispensabili. C’è di tutto, non riusciamo a fargli capire cosa davvero è indispensabile e cosa no, o forse gli fa comodo così, se ne fregano”. Ceto medio, età media, italiani, della zona, insomma, sfatato il mito dell’extracomunitario indebitato: “Macchè, non vengono da noi quelli, ed è diventata una moda dire che gli extracomunitari sono pieni di debiti, il problema è l’italiano medio che accumula debiti e mantiene un tenore di vita alto che inganna tutti quelli che lo incontrano e genera anche un’idea economica sbagliata, nel senso che se una persona con un tenore di vita alto, vestita bene e con una bella auto va ad acquistare qualcosa è più facile che quella cosa gli venga venduta a credito, perché ha un aspetto affdabile, salvo poi rimanere fregati perché quella persona alla fne non paga. E a quel punto chi è quel negoziante che si mette a fare una causa per 2 o 300 euro? Gli costa di più l’avvocato, insomma, alla fne si sta creando un sistema economico malato in partenza”. Andiamo avanti con gli esempi: “Nei giorni scorsi una donna di Sovere ha chiesto un prestito di 4000 euro per cambiare alcuni mobili, i soldi gli sono stati dati il martedì, il giovedì li aveva già spesi e il sabato quando sono arrivati i mobili non aveva più i soldi per pagarli, è tornata da noi il lunedì per chiedere un altro prestito”. Ce n’è per tutti: “Un uomo della Collina ieri mattina si è presentato in banca, ha chiesto di parlarmi in privato e con aria strafottente ha estratto dalla tasca il contratto del mutuo trentennale che ha in corso con noi da dieci anni, oltre ad avere altri tre prestiti, e me lo ha stracciato davanti dicendo che da qualche giorno era in cassa integrazione e lui non aveva più intenzione di pagare nulla. Contratto in mille pezzi e poi se ne è andato, come a dire che non ha più doveri visto che ha stracciato la documentazione, però i soldi del mutuo li ha percepiti”. Ma c’è anche la storia di un ragazzo di Rogno, 28 anni, impiegato amministrativo a 1650 euro al mese che si è inventato una storia di malattie e cure mediche per strappare 5000 euro in contanti e giocarseli in tre sere ai videopoker: “E quando gli abbiamo fatto notare la cosa ci ha guardato come se niente fosse e ci ha detto ‘appunto, il videpoker è considerata una malattia, o no?’. E in questi casi cosa vuoi fare? Il problema è la mentalità, si può anche uscire dalla crisi ma se l’obiettivo unico è avere denaro contante da spendere a riprendersi non deve essere solo l’economia ma anche la coscienza, e qui siamo ancora lontani da uno spread accettabile”. Pausa pranzo fnita, i clienti attendono: “Oggi ne aspetto altri 5 per prestiti, almeno tre di quelli sono fnalizzati solo a spendere in beni inutili”.
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