La baby gang che terrorizza Clusone e l’alta valle: “Viviamo con la paura”. La rassicurazione delle Istituzioni: “Tutto sarà risolto a breve”

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    (Sul numero del 4 ottobre 2024)

    Dal parrucchiere e al bar. Per strada e sui social. Da settimane i clusonesi non parlano d’altro, tanto che l’amministrazione comunale ha organizzato lo scorso mercoledì 3 ottobre un incontro pubblico per parlare proprio di “comportamenti aggressivi e bullismo”. Un’escalation di violenza fatta di furti, minacce, insulti e pestaggi. I

    protagonisti sono ragazzi minorenni, tra i 15 e i 17 anni, che nell’ultimo anno, in particolar modo nell’ultima estate, si aggirano in branco tra le vie di Clusone, sia di giorno che di sera, con atteggiamenti e modi che vanno oltre il bullismo e sfociano nella delinquenza.

    La paura di adolescenti e genitori

    C’è chi non vuole più andare a scuola perché è spaventato e chi non vuole più uscire nemmeno il pomeriggio perché teme di incontrare il branco. C’è chi va all’allenamento solo se i suoi genitori lo portano al campo e poi vanno a riprenderlo e chi non attraversa più il sottopasso tra piazza Manzù e l’ex giocheria Merletti perché ha il terrore di essere rinchiuso dalla banda di ragazzi violenti. C’è chi a scuola non esce più dalla classe e non va più in bagno per tutta la mattinata per evitare spiacevoli incontri. «Ciò è assurdo. Se penso alla mia adolescenza ricordo che non ero mai in casa», commenta desolato un genitore clusonese. In questo stato di perenne paura vivono ormai un notevole numero di adolescenti clusonesi. Non solo chi è già stato vittima del gruppo dei

    minorenni violenti, ma anche chi ha visto questi episodi o ne ha sentito i racconti. Per cercare di fermare questa situazione, da ormai un mese, un gruppo numeroso di genitori ha organizzato per i sabati sera delle ronde per presidiare il centro storico baradello. Qualcuno sta al bar, beve una birra o un caffè, chiacchiera con gli altri

    genitori e nel frattempo monitora la situazione. Altri invece camminano per le vie di Clusone o restano appostati nelle loro automobili. «Qualcuno di noi ha rabbia, rancore acceso verso il branco. Questo è pericoloso», confessa un genitore che partecipa a questa attività di controllo: «Viviamo con la paura. Abbiamo bisogno di gesti tangibili da parte delle istituzioni. Bisogna rompere questo meccanismo negativo. Per noi genitori è una fatica se i nostri

    figli vedono che questo branco non viene punito. Noi cerchiamo di educare i nostri figli con determinate regole. E ci facciamo un fegato così perché con un figlio adolescente si litiga cento volte al giorno. Ma i nostri figli vedono che il branco fa quello che vuole e nessuno gli dice niente. La società non ci aiuta. Forse non è così, ma è questo quello che è percepito dai nostri ragazzi».

    Le rassicurazioni delle istituzioni

    Amministrazione comunale, forze dell’ordine, scuole e parrocchia sono compatte. Tutte sono consapevoli della serietà della situazione, ma dispensano pazienza e rassicurazioni: «Io in prima persona, la Polizia locale e i

    Servizi sociali siamo molto attenti e molto impegnati per risolvere il problema al più presto», spiega Massimo Morstabilini: «Abbiamo a che fare con un gruppo di minorenni quindi ci sono una serie di passaggi da fare. Non possiamo risolvere la situazione con un colpo di spugna o un colpo di bacchetta magica», aggiunge il sindaco di Clusone. Dello stesso parere è anche il nuovo Comandante della Compagnia dei Carabinieri baradella, il tenente Maurizio Guadalupi: «La nostra attenzione c’è. Questo discorso non ci spaventa. Assolutamente. Sappiamo come comportarci, come lavorare, come prendere in mano la situazione. Ho dei ragazzi in gamba che sono

    arrivati subito al dunque. È inutile scrivere sui social che noi e le istituzioni non facciamo nulla. Noi abbiamo bisogno di documentare e di prove. Per cui ci vuole il tempo per fare gli accertamenti, per chiedere i video delle telecamere e le varie autorizzazioni alla Procura. Chiuderemo la cosa dando un impatto serio e concreto alla società». Perciò, ribadisce Guadalupi, «non c’è bisogno di allarmismi». Anche Morstabilini è d’accordo. Per questo motivo si rivolge ai genitori degli adolescenti e dei giovani clusonesi chiedendo «che ogni piccolo episodio venga segnalato e denunciato alle forze dell’ordine». Il primo cittadino, poi, ripete che «non bisogna avere paura.

    I genitori rassicurino i loro figli e non si facciano prendere da strani entusiasmi. La situazione è delicata: sono coinvolti dei minorenni e delle famiglie devono essere tutelate. Non possiamo sbandierare quello che stiamo

    facendo». «Certo non è questo il caso di dire che la gente non può uscire di casa», conclude il comandante dei Carabinieri, perfettamente in linea con il pensiero di Morstabilini: «È grave perché nei mesi estivi c’è stata una escalation di atteggiamenti. Da essere dei bulletti sono passati a compiere atti di natura delinquenziale e penale. Però non siamo nei quartieri malfamati delle grandi città. Il nostro è un territorio nel quale si può vivere e uscire tranquillamente. Sicuramente questi episodi guastano la serenità e il senso di sicurezza, ma tutto sarà risolto a breve».