L’ordinanza è apparsa quasi all’improvviso, estratta da un cilindro di non si sa dove. Insomma, i ‘defunti’ non possono più essere portati nell’attesa del funerale nelle chiesette o in altri luoghi che ormai erano diventati, soprattutto dopo il covid, un punto di riferimento per i paesi.
Insomma, o nelle case del commiato o in casa propria. Ma… c’è un ma, l’ordinanza, che i sindaci hanno fatto pervenire ai parroci, ‘rei’ di ospitare i defunti in attesa di sepoltura, è stata emessa solo dai sindaci dell’Alto Sebino e in qualche Comune limitrofo sempre dell’Alto Sebino, e qui la questione è perlomeno strana perché, se c’è una legge dovrebbe valere per tutti.
Abbiamo fatto un giro di telefonate e di interviste, nessun parroco di altre zone, dall’Alta Val Seriana al Basso Sebino, dalla Media Valle Seriana ad altre zone ha ricevuto nulla. Solo nell’Alto Sebino.
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Qui uno stralcio dell’intervista a Mons. Camadini.
“Abbiamo ricevuto una comunicazione da parte del Comune che diceva che non è più possibile tenere le salme nelle chiesette. Noi, fino a poco fa, fornivamo alle persone che ne facevano richiesta questo servizio, mettendo a disposizione la chiesetta di Maria Bambina, ma adesso non lo possiamo più fare”.
Il parroco di Lovere mons. Alessandro Camadini è uno dei sacerdoti dell’Alto Sebino ad avere ricevuto dalle amministrazioni comunali la comunicazione che, sulla base di una norma regionale, non è più possibile tenere i defunti nei luoghi di culto, dovendoli così tenere a casa, oppure nelle case funerarie.
“Io riconosco che la normativa avrà certamente una sua ragione e che, nelle città, il suo mancato rispetto possa portare a una sorta di ‘far west’.
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