IL CASO Tavernola: the day after, il 90% non vuole più il cementificio

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Non ci avete fatto niente: è un voto sul passato”. “No, è sul futuro”. E anche il G16 del lago quel cementificio non lo vuole

E adesso che si fa? Prima di tutto si “leggono” i numeri, vale a dire li si interpretano. E già c’è chi sottolinea che a fronte di 98 tavernolesi che sono contrari all’idea di chiudere lo stabilimento, ce ne sono altri 886 che a votare non ci sono andati. Vanno arruolati nel fronte dei No? Qualcuno ha tentato di farlo. E’ perfino ovvio che se uno era per il No a votare ci sarebbe andato eccome e che comunque valgono i voti espressi, come si dice anche per le elezioni nazionali, chi a votare non ci va poi non si lamenti se qualcuno votando ha deciso per lui.

E qui la decisione è chiara: i tavernolesi vorrebbe a grande maggioranza (quasi il 90% dei votanti) che lo stabilimento fosse chiuso e “riconvertito” in qualcosa d’altro. Di conseguenza il tema dei combustibili “alternativi” si chiude qui, non se ne parla proprio. O sì? Certo che se ne parlerà, in attesa della sentenza del Tar sul ricorso del Comune di Tavernola al via libera dato dagli uffici provinciali all’incenerimento di quei “ex” rifiuti…

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