IL CASO – Quelle salme vietate nelle chiesette. La parola a parroci e sindaci

0
3140

È con una pec firmata dal direttore generale Massimo Giupponi diretta ai sindaci che ATS Bergamo ha ribadito ai sindaci il divieto di tenere i feretri all’interno delle chiesette prima dei funerali.

Con la presente si forniscono chiarimenti in merito all’utilizzo dei luoghi di culto come locali di osservazione e stazionamento di salme e di feretri”, si legge.

Prima la precisazione del significato di alcuni termini: “Salma: corpo inanimato di persona fino all’esecuzione dell’accertamento di morte; cadavere: corpo inanimato di persona dopo l’esecuzione dell’accertamento di morte; feretro: insieme della bara e del cadavere ivi contenuto; deposito di osservazione: luogo nel quale mantenere in osservazione una salma per evidenziarne eventuali segni di vita, prima dell’accertamento di morte (Vs. Necroscopica)”.

***

COLERE – Il sindaco: “Qui rischia di diventare complicato, soprattutto per gli anziani. Decisioni prese senza considerare i piccoli Comuni”

È una tematica che non ci può lasciare indifferenti”, risponde il sindaco di Colere Gabriele Bettineschi in merito alla comunicazione ricevuta da ATS secondo cui i feretri non possono entrare in chiesa se non per la celebrazione del funerale. “Noi, soprattutto qui in Val di Scalve, auspichiamo che ci possa essere la possibilità di avere una deroga, altrimenti rischia di diventare una situazione complicata, soprattutto per i nostri anziani che magari non hanno più la patente o non hanno la possibilità di spostarsi in autonomia…

COLLINA – Don Matteo: “Vogliamo salvaguardare la sostanza o l’apparenza?”

Come l’hanno presa i parroci la comunicazione di Ats secondo cui non è più possibile portare i propri cari all’interno dei luoghi di culto prima della celebrazione del funerale? Lo abbiamo chiesto a don Matteo Bartoli, che dallo scorso settembre è arciprete di Solto Collina e parroco di Esmate, Fonteno, Riva di Solto e Zorzino.

Fare una riflessione su questa tematica significa provare ad entrare nella testa di ognuno. Certamente per qualcuno questa scelta potrebbe causare malumori, ma oltre ad essere una normativa regionale, è da qualche anno anche un’indicazione interna alla Diocesi, almeno quella di Bergamo, per i motivi che possiamo immaginare, la presenza di servizi igienici e la custodia della salma sono due di questi. La scelta potrebbe essere letta anche in modo diverso con la domanda: “Perchè non desideriamo più tenere i defunti nelle nostre case che loro stessi hanno abitato?”…

CERETE – “Si fanno norme uguali per tutti, ma non siamo tutti per nulla uguali”

Cosa ne pensano i sindaci dei piccoli Comuni di questa comunicazione di Ats? L’abbiamo chiesto a Cinzia Locatelli, sindaco di Cerete, che di abitanti ne ha circa 1.600.

Di sicuro è un disagio per gli utenti che non hanno modo o non desiderano tenerli in casa, come sempre si fanno delle norme uguali per tutti…

 

FORESTO SPARSO – Don Luca: “Il defunto non è un corpo semplicemente in decomposizione. Ci adeguiamo con la speranza di poter rielaborare la norma

Abbiamo chiesto anche a don Luca Milesi, parroco di Foresto Sparso, di illustrarci la situazione dopo la comunicazione inviata ai sindaci.

Questa cosa ci è capitata tra capo e collo, è arrivata a sorpresa per quanto la norma abbia ormai quasi trent’anni, ma era sempre stata disattesa nelle nostre zone anche perché i bisogni fisici delle nostre zone con case anche molto disperse, viuzze e impossibilità di parcheggi spesso, non solo nella mia parrocchia ma nelle parrocchie genericamente, si usavano delle chiesette per accogliere i feretri dei nostri defunti e permettere alla nostra gente di passare per una preghiera. C’è da considerare che nelle nostre zone è ancora forte il culto dei defunti e sono ancora tante le persone che passano nei due giorni di attesa del funerale a salutare la famiglia, a porre le proprie condoglianze e recitare una preghiera per il defunto. Detto questo è chiaro che delle norme igienico sanitarie ci sono e nelle chiesette alcune delle norme igienico sanitarie previste dalla Regione Lombardia non possono essere attese”.

 

RIVA DI SOLTO – Il sindaco: “Minimo 10 chilometri per raggiungere la prima casa funeraria, non hanno di certo pensato a Zorzino”

Certo che è un problema anche per noi visto che in paese non c’è nessuna casa funeraria – spiega il sindaco Lorenzo Lazzarie nemmeno in Collina, quindi speriamo che si possa rivedere la norma, anche perché penso per esempio agli anziani che dovrebbero spostarsi almeno di 10 chilometri e farsi accompagnare…

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 13 GIUGNO

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui