“La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo”, scriveva Virginia Woolf. Ma questo ‘risveglio’ è (spesso) traumatico per chi perde un suo caro, sapendo di non poterlo rivedere più (tranne che nei sogni o, per chi ha fede, in un altro mondo).
Per questo motivo, da tempo immemore una delle colonne della pietà popolare è stata il culto dei defunti, l’andare a ‘fare visita’ a un morto, pregando per lui e mostrando la propria vicinanza, il proprio cordoglio ai familiari. Questa pietà popolare resiste tuttora nei paesi di medie e piccole dimensioni, dove le visite ai defunti e i funerali sono ancora sentiti dalla gente, mentre nelle città la situazione è ben diversa.
Per questo motivo ha fatto rumore la questione (riportata da Araberara del 21 marzo) dell’ordinanza, applicata solo nell’Alto Sebino, che vieta ai parroci di ospitare nelle chiesette i defunti, un’abitudine che aveva preso piede negli ultimi anni, specialmente dopo la tempesta Covid.
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