GROMO SAN MARINO – La testimonianza di Giovan Battista Lubrini, 95 anni: “La Resistenza ha avuto anche le sue ombre, non tutti i partigiani si sono comportati da galantuomini…”

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La Resistenza celebrata ad aprile se la ricorda bene anche Giovan Battista Lubrini, classe 1930, una salute relativamente buona malgrado l’età e una memoria lucidissima della sua infanzia e fanciullezza:

“Sì, perché a 17 anni, a guerra finita, emigrai in Svizzera, la prima tappa della lunga serie di emigrazioni che ha caratterizzato la mia vita: dalla confederazione elvetica a Milano, dalla Francia a Napoli, dal Belgio alla pianura padana…Ho fatto tanti mestieri, boscaiolo, minatore ma soprattutto muratore abbastanza ricercato perché non contavo le ore di lavoro e partire per lavorare all’estero era l’unica alternativa alla miseria, qui da noi si faceva davvero la fame, in famiglia eravamo in undici e avevamo una sola la mucca. In Svizzera lavoravo ad una condotta per una diga, a 2000 metri di quota, 11 ore al giorno, sotto quei padroni tedeschi che erano inflessibili ma onesti pagatori. Ma, ripeto, tutto questo dopo la fine della seconda guerra, quando anche qui operavano i partigiani ed io ero solo un ragazzo”.

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