Grandi restauri. Fondazione Creberg rimette a nuovo due importanti tele di Antonio Cifrondi del Museo San Martino di Alzano

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Completato il restauro delle opere raffiguranti “Tobia e l’angelo” e “Il transito di San Giuseppe” che versavano in condizioni estremamente critiche; i due dipinti sono esposti nella mostra in corso presso la Basilica di Alzano Lombardo, dedicata ad Antonio Cifrondi, grande artista del Settecento. Da lungo tempo Fondazione Creberg collabora con i Musei di Arte Sacra del territorio, scrigni di storia e bellezza non ancora pienamente conosciuti al grande pubblico, sostenendo restauri di opere d’arte, supportando attività culturali, promuovendo iniziative espositive, organizzando mostre itineranti dedicate ai grandi temi del pensiero e dello spirito. “In occasione di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023” – evidenzia Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione Credito Bergamasco” – abbiamo deciso di rafforzare la nostra partnership con meritevoli istituzioni locali che propongano progetti di rilevante qualità storica, artistica, culturale o solidale.” “E’ questo il caso dei Musei d’Arte Sacra con i quali, da lungo tempo, collaboriamo con continuità; dal Museo Adriano Bernareggi (con “Le Vie del Sacro”, un percorso dedicato a riscoprire i capolavori di Lorenzo Lotto della città di Bergamo, una decina dei quali da noi restaurati negli anni passati) al Museo della Basilica di Gandino (con il ripristino di sei opere molto deteriorate di Ceruti e la partnership per la conseguente mostra dedicata al grande artista), al MACS di Romano di Lombardia con la mostra “Pace e Bene” incentrata sull’iconografia e sulla presenza cappuccina nei territori di Bergamo e Brescia (prima mostra in Italia dedicata a un tema fin qui riservato agli specialisti del settore).” “A questi, si aggiunge la nuova collaborazione che abbiamo intessuto con il Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo, attraverso il ripristino di due opere molto deteriorate e la partnership per l’intrigante mostra in corso dedicata al Cifrondi), il cui progetto rientra perfettamente nello spirito del nostro operare e nelle nostre “linee guida”.” 2 “Questi interventi sulle due opere di Cifrondi – ricorda Riccardo Panigada, conservatore del Museo – si inseriscono in uno storico rapporto tra il Museo d’Arte Sacra San Martino e la Fondazione Credito Bergamasco, consolidatosi nel tempo. Basterebbe pensare, per citare solo alcuni aspetti salienti, al recente difficile restauro della tela settecentesca di Federico Ferrario rappresentante “Betsabea che presenta a Davide il piccolo Salomone”, operazione che ha consentito di completare il salvataggio delle tele realizzate per la prestigiosa Cappella del Rosario o alla mostra dedicata a Palma il Vecchio, che ha visto, sempre attraverso l’aiuto della Fondazione, l’esposizione nella Terza sagrestia del capolavoro del pittore di Serina: il “Martirio di San Pietro da Verona”.” La richiesta di restauro delle tele di Antonio Cifrondi è stata un vero e proprio S.O.S non differibile, giunto un anno fa dal Museo San Martino di Alzano Lombardo. Le opere raffiguranti Tobia e l’angelo e Il transito di San Giuseppe (entrambe condotte ad olio su tela, cm 160 x 160) versavano in condizioni estremamente critiche. Provenivano dalla piccola chiesetta di Brumano, allora importante per la presenza della strategica via Mercatorum che collegava Bergamo con le valli Brembana e Seriana. Nell’edificio erano presenti ben quattro tele di Cifrondi di cui due vennero due trafugate circa quarant’anni fa e delle quali si persero le tracce. Le restanti tele, oggetto dell’attuale restauro, non vennero considerate dagli autori del furto tanto era profondo il loro stato di degrado. L’intervento è stato inserito nel pluriennale progetto “Grandi Restauri” di Fondazione Creberg, iniziato nel 2007 per dar corso ad una strutturata campagna di interventi con annesse iniziative espositive, didattiche, divulgative; è stato eseguito da Fabiana Maurizio, sotto la direzione di Angelo Loda, funzionario della competente Sopraintendenza; è stato condotto con estrema professionalità e grande pazienza, visto il lungo tempo impiegato e le grandi problematiche tecniche, ma l’esito è stato felicissimo e insperato. Dopo tanti anni, le due tele sono state finalmente rese nuovamente fruibili al pubblico. I restauri hanno ridato finalmente colore a queste opere che in precedenza si potevano leggere solo attraverso sbiadite fotografie in bianco e nero di mezzo secolo fa. Nella tela di Tobia e l’angelo, lo straordinario pesce in primo piano – che venne pescato dal protagonista per guarire il padre – sembra anticipare la pittura di uno dei più importanti campioni del realismo francese dell’Ottocento: Gustave Courbet. “I due restauri – sottolinea Angelo Piazzoli – si innestano in un percorso di approfondimento scientifico e di divulgazione, sempre presente nelle iniziative 3 di ripristino del patrimonio storico e artistico operate da Fondazione Creberg. Gli interventi, infatti, sono stati tasselli importante per l’organizzazione della mostra “Cifrondi ad Alzano e dintorni: alla scoperta di un maestro del Settecento bergamasco”.” L’esposizione – a cura di Riccardo Panigada, Conservatore del Museo – vede Fondazione Credito Bergamasco in veste di partner principale. Allestita presso il complesso museale di San Martino ad Alzano Lombardo è visitabile fino al 21 settembre.

 

L’ARTISTA E LE OPERE Antonio Cifrondi (Clusone 1656 – Brescia 1730) spese la sua vita artistica fra terra bergamasca e terra bresciana. Pittore prolifico, ha lasciato il segno del suo operato in tutta la valle Seriana e ben oltre. Esordisce ad Alzano intorno al 1690 con i dipinti murali della volta della seconda sagrestia che rappresenta il punto più alto del Barocco di Alzano. Al riguardo, Riccardo Panigada sottolinea che “Cifrondi ebbe una tappa fondamentale del suo percorso artistico nell’incarico di dipingere a fresco la volta della Seconda Sagrestia di San Martino, un ambiente assai ricco di opere d’arte: dagli stucchi della bottega di Girolamo Sala che letteralmente ricoprono le pareti e la volta in un’enfasi pienamente barocca, all’altare marmoreo con la Crocifissione opera del Selva e del Peracca, ai “credenzini”, capolavoro della collaborazione fra le botteghe di Andrea Fantoni e Giovan Battista Caniana con i loro intagli e intarsi lignei. Cifrondi realizzò nove dipinti murali. Si tratta di ovali e immagini dai contorni mistilinei incastonati tra gli stucchi dove sono raffigurate le “Storie della Passione” e le “Storie della Resurrezione di Cristo”.”

 

LA MOSTRA Oltre agli affreschi della volta della Seconda Sagrestia, dodici importanti tele di Cifrondi compongono il percorso articolato in quattro sezioni presso le Sagrestie della Basilica di San Martino e nel Salone d’onore di Palazzo Pelliccioli, sede del museo. La mostra cerca di evidenziare le tracce della presenza di Cifrondi ad Alzano e nei territori vicini, con uno sguardo cronologico volto a sottolineare ed apprezzare lo sviluppo dello stile dell’artista. L’esposizione mira a ripercorrere la carriera dell’artista dalla sua fase di formazione giovanile alla sua piena maturità fino all’epoca delle sue ultime produzioni in territorio bergamasco 4 prima del suo trasferimento a Brescia, città nella quale visse e lavorò negli ultimi anni. Le opere esposte, fra cui alcune di recente restauro e altre mai presentate al pubblico finora, rendono la mostra un’occasione per scoprire aspetti inediti di questo maestro del Settecento.

 

IL RESTAURO Fabiana Maurizio ha dedicato molte cure alle due tele di Cifrondi il cui restauro è stato offerto da Fondazione Creberg. “Le condizioni di conservazione – racconta la restauratrice – soprattutto del Tobiolo e l’Angelo erano molto compromesse. Il colore e la preparazione erano in fase di distacco e la tela, senza telaio e pinzata nei listelli della cornice, completamente schiodata e allentata. La preparazione, fortemente indebolita, tendeva a staccarsi dalla tela. Sappiamo che la tecnica del Cifrondi è sempre molto fragile come documentato anche in letteratura. Una disamina attenta sulla tecnica esecutiva del Cifrondi, ci conferma che la sua velocità di esecuzione pittorica e la realizzazione di mestiche ed imprimiture molto liquide ha comportato nelle opere fragilità e debolezze che solo il restauro ha potuto risanare.” “Tutta la prima fase del lavoro – prosegue Fabiana Maurizio – si è concentrata sul lavoro di consolidamento e di risarcitura delle lacune. Il grosso strappo ed il supporto rado ed indebolito sono stati ripristinati grazie ad una prima operazione di ricucitura ed una seconda di foderatura. Ci ricorda il Tassi che Cifrondi «usava perlopiù il colore molto liquido, valendosi talvolta per mezza tinta del nero della mestica, e talvolta ancora valendosi in certi luoghi della medesima senza altro colore». In questa tela, l’approccio del Pittore è proprio quello della tecnica al risparmio, sfruttando la preparazione come fondo cromatico.” “La pulitura – conclude la restauratrice – doveva fare i conti con strati diversificati, non solo colore ad olio, ma anche argille e stesure preparatorie che non reggevano i metodi tradizionali per la pulitura, perciò è stata effettuata in maniera differenziata testando mano a mano ogni singola campitura. Il dipinto Transito di San Giuseppe è stato mantenuto in prima tela eseguendo solo il consolidamento dal retro per stabilizzare la fragile preparazione cifrondiana. La prima pulitura, prima del consolidamento, è stata eseguita tramite gel rigido di Agar che ci ha permesso di rimuovere il primo strato di sporco idrofilo. Entrambe le opere sono state sottoposte a consolidamento in sottovuoto tramite tavola a bassa pressione. Il ritocco pittorico è stato eseguito con colori fotostabili preparati in laboratorio con pigmento puro e resina laropal. L’andamento del panneggio, perduto e compromesso dalla lacerazione ad L 5 della tela di Tobiolo e l’Angelo, è stato possibile ricostruirlo grazie ad una vecchia fotografia ove le condizioni dell’opera erano migliori.” Conclude Angelo Piazzoli segnalando che “la campagna di restauri della Fondazione Credito Bergamasco per l’anno 2023 si è innestata, in via prospettica, nei progetti di sviluppo a “base culturale” che costituiscono la sfida di “Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023”, per favorire la valorizzazione del territorio attraverso l’ulteriore recupero di capolavori deteriorati e bisognosi di cure. Nel nostro itinerario di “Grandi Restauri” ci siamo sempre molto impegnati per consentire il recupero di opere d’arte anche al fine di permetterne la fruizione, nelle migliori condizioni di leggibilità, da parte del pubblico; ciò si sta appalesando molto utile – e certamente rilevante – nel corso dell’anno 2023 considerate le numerose iniziative in itinere, tra le quali spiccano aperture straordinarie di chiese e di luoghi storici con percorsi mirati e visite guidate.” Nell’ambito del longevo “Progetto Grandi Restauri” – ideato e diretto da Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – oltre alle due presenti tele di Antonio Cifrondi in Alzano a cui si aggiungono altre sei opere di Giacomo Ceruti in Gandino e il monumentale capolavoro di Giuseppe Maria Crespi della Cappella Colleoni, Fondazione Creberg curerà nel 2023 il restauro di importanti dipinti provenienti da Parrocchie del territorio portando a fine anno il numero degli interventi eseguiti, a partire dal 2007, a oltre cento (107 opere, 146 dipinti se presi singolarmente considerati i Polittici).

 

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