“Non ci sarà una sola cosa che mancherà di Cesare, di lui ci mancherà tutto”, iniziano così Barbara e Matteo, sorella e cognato di Cesare Madaschi. Cesare è la prima vittima della strada in terra bergamasca del 2025, ma Cesare non è un numero che finirà nel calderone dei dati raccolti per farne delle statistiche. Cesare è un figlio, un fratello, uno zio, un amico. Cesare aveva 47 anni ed è stato strappato alla vita una fredda notte di gennaio, quando la sua auto è andata a sbattere contro un muro a una manciata di metri da casa, a Gorlago, poi la corsa disperata in ospedale e la notizia, il mattino seguente, che fa crollare tutto addosso. Cesare non ce l’ha fatta. “L’avevamo capito subito che era successo qualcosa di grave – racconta Matteo -, la sua amata compagna Cinzia e mio figlio hanno seguito l’ambulanza in ospedale. Io sono arrivato il mattino seguente… è stato difficile trovare le parole per dirlo a mia moglie e ancora oggi è una ferita aperta, che fa male”.
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