GANDINO – Un altro duro colpo per i pastori: chiusa l’azienda gandinese che ritirava la lana della tosatura Il vice-sindaco Servalli: “E’ necessario un intervento della Regione”

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Durante l’incontro del 19 maggio scorso a Malonno organizzato dall’associazione “Codadilana – Terra Camuna” è tornato prepotentemente alla cronaca l’annoso problema dello smaltimento della lana prodotta dalle nostre greggi. L’associazione, costituitasi da alcuni anni per iniziativa di alcune donne e ragazze, utilizza la lana per realizzare svariati prodotti, come cappelli, mantelline, trapunte, coperte, materassi, calzerotti, guanti, ciabatte da casa e contenitori vari. La materia prima, che i pastori erano costretti a considerare e trattare come un rifiuto, finiva dunque nelle mani sapienti di Maria, delle due Silvie, e di Marina che provvedevano a trattarla: dal lavaggio alle fontane, alla cardatura con mezzi artigianali e senza impiego di energia elettrica, alla pettinatura fino a ricavarne infine il feltro con cui confezionare i loro prodotti.

Grazie a questa associazione, i pastori della Valcamonica potevano dunque conferire all’associazione stessa, in alcuni punti di raccolta, la lana ottenuta dalla tosatura dei loro piccoli greggi con il vantaggio di non dover sostenere i costi dello smaltimento, e anzi ricevendone un piccolo compenso, grazie ad un apposito accordo con la ditta “Ariete” di Gandino, che provvedeva anche al ritiro della lana dei greggi bergamaschi, molto più numerosi.

Purtroppo però l’azienda di Claudio Pasini (nipote di Rino, il compianto “sarto dei pastori” morto nel 1996), da tempo in difficoltà, ora è chiusa e quindi è venuto a mancare il sostegno economico sotteso al recupero della lana che non viene più ritirata, con grande disagio dei pastori che devono sostenere i costi non indifferenti dello smaltimento..

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