FINO DEL MONTE – Valeria e il cancro: “Ho mangiato la terra dell’inferno ma sono pronta a risalire. Sono diversa, ma sono più ricca, voglio questa nuova vita e la tengo stretta”

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Valeria entra in punta di piedi in redazione, una bandana blu le copre metà fronte, ma lascia spazio ad uno sguardo color cielo. Valeria di cognome fa Filisetti, 52 anni compiuti in primavera, vive a Fino del Monte. Donna, mamma di Giulia, 22 anni, “ma non sono una guerriera”, anche se sta combattendo contro quel cancro al seno che si è presentato all’inizio di ottobre di un anno fa. Una battaglia dura, di quelle che ti segnano nel profondo, che ti scuotono l’anima e ti trascinano sul fondo. Però Valeria quel fondo l’ha toccato per darsi una spinta verso la rinascita, con il sole dentro e quel sorriso che non si è spento mai.
Valeria ci racconta questi 365 giorni partendo dall’inizio: “Ho sempre vissuto una vita tranquilla, lavoravo come barista e quella che avevo lasciato alle spalle era l’estate più bella che avessi mai vissuto. Non mi mancava nulla, ero felice, finalmente mi sentivo serena”.
Poi un nodo alla gola, qualche secondo di silenzio, le lacrime rigano il volto. Quell’8 ottobre è una cicatrice che non va più via: “In quel periodo mi sentivo stanca, ma una stanchezza diversa rispetto al solito e così ho deciso di andare a fare una mammografia di controllo. Nel 2019 mi avevano trovato un nodulo da tenere sotto controllo, nel 2020 in pieno Covid sono andata a fare uno screening privatamente ed era fermo… nel 2021 era lui a farsi sentire… era esploso”.
Un fulmine a ciel sereno: “Mi sono meravigliata, sì, ma nemmeno più di tanto. La dottoressa quel giorno mi ha subito richiamato nella stanza, mi ha fatto un’ecografia e poi mi ha detto che avrei dovuto fare degli altri accertamenti. Ho passato una settimana tranquilla, ho continuato a lavorare, perché ero convinta ci fosse qualcosa di sbagliato in quella diagnosi, doveva essere così per forza. La settimana dopo sono scesa alle Gavazzeni, ho fatto la biopsia, ma subito hanno chiamato il senologo, dovevano intervenire subito. Non ho più capito niente, anche se non ho mai avuto paura di morire, ma mi sono arrabbiata, tantissimo. Avevo già avuto parecchi problemi di salute, ma avevo trovato la serenità e adesso ancora! Non ci volevo credere! A quel punto mi sono
dovuta fermare, non ho più potuto lavorare, non sapevo come avrei potuto reagire con i clienti, potevo essere felice così come arrabbiata… insomma, non me la sentivo. Da quel 15 ottobre non ho più lavorato”.
La diagnosi, un pugno nello stomaco: “Sono tornata in ospedale, il mio chirurgo mi aspettava con la segretaria e il primario… sono stati delicati, ma le notizie non erano per niente buone, il mio tumore era triplo negativo, insomma il più aggressivo e quindi doveva essere tolto. Era un lunedì, il mercoledì ho fatto il pre ricovero e il 9 novembre sono stata operata, mi hanno fatto la quadrantectomia. Non mi sono mai sentita sola, sono entrata in sala operatoria serena… sapevo che la mia situazione non sarebbe cambiata. Sono stata ricoverata per un paio di giorni, con me c’era una ragazza di 37 anni a cui avevano asportato un seno e poi sono rientrata a casa”….
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