“Cosa possiamo fare? Niente. Possiamo lamentarci, ma alla fine questa filiale non riaprirà mai più”. La mascherina nasconde una parte del volto di questa signora di Entratico, residente nel centro storico del paese, ma gli occhi tradiscono la sua arrabbiatura. Sì, anche lei, come tanti altri, è arrabbiata per la chiusura dell’unica filiale bancaria presente sul territorio comunale, avvenuta verso la fine della scorsa estate.
Avevamo già trattato la questione della chiusura delle ex filiali Ubi Banca di Entratico, Cenate Sopra e Zandobbio alcuni mesi fa (Araberara del 27 agosto: “Banca Intesa chiude le filiali Ubi, la rivolta di tre paesi”), andando in ognuno dei tre comuni interessati e parlando con le persone incontrate per strada. La reazione degli abitanti era unanime: erano arrabbiati perché, con la chiusura delle tre filiali, veniva meno un servizio ai cittadini, in particolar modo alle persone anziane, mentre i paesi coinvolti risultano impoveriti.
In ognuno dei tre paesi c’era la filiale di Ubi Banca, erede della vecchia e gloriosa Banca Popolare di Bergamo, che era presente in tutta la provincia, anche nei comuni più piccoli. Le filiali di Ubi sono poi state spartite nei primi mesi del 2021 tra la Bper (la Banca Popolare dell’Emilia Romagna) e l’Intesa San Paolo. Quest’ultima ha inglobato le filiali Ubi della Val Cavallina, però ha deciso di chiuderne alcune, comprese quelle di Entratico, Cenate Sopra e Zandobbio (in questi tre paesi non sono presenti filiali di altre banche). Ma non è finita qui.
Nella vicina cittadina termale di Trescore, erano presenti fino a poco tempo fa una filiale di Ubi Banca e una dell’Intesa San Paolo. Adesso una delle due è stata chiusa (quindi, nel giro di pochi chilometri, di cinque filiali, tra Ubi e Intesa, ne è rimsta solamente una). Facile immaginare l’enorme mole di lavoro dell’unica filiale rimasta del grande gruppo bancario.
Ma… torniamo alla nostra signora entratichese, che abbiamo incontrato in un freddo sabato di fine novembre.
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