“Qualche segno il Covid l’ha lasciato, ma sono qui a parlarne e quindi vuol dire che sono stato fortunato”, inizia così a raccontare Giulio Fortini cinque anni più tardi. Ma riavvolgiamo il nastro. Siamo nel cuore del centro storico di Endine, la moglie Martina spinge il passeggino con l’ultimo dei sei nipoti, ci incontriamo all’incrocio della via che porta alla loro casa. Facciamo qualche mancata di metri insieme poi entriamo in taverna. Giulio è qui, seduto al grande tavolo, ci attendeva già da qualche minuto. I due gatti ci fanno strada, poi spariscono, la televisione passa un telefilm ma è silenziosa, mentre a riempire la casa ci pensa quel bimbo dagli occhioni azzurri con i suoi versetti vivaci. Giulio ha 74 anni, “ne farò 75 l’11 agosto” e non smette di sorridere, nemmeno quando i ricordi si fanno bocconi difficili da mandare giù. I momenti bui, vissuti in un letto d’ospedale lontano dalla sua famiglia, si mescolano con quelli felici del ritorno a casa, istanti di vita che non si dimenticano.
“A febbraio 2020 – racconta Martina – era già ricoverato nel reparto di riabilitazione dell’ospedale di Trescore dopo l’intervento alla carotide che gli aveva lasciato qualche complicanza di troppo, una emiparesi di cui sono rimaste delle conseguenze ancora oggi.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZO