ENDINE – Andrea il ‘siciliano’, ucciso insieme a un ragazzo di Endine, una storia che dalla Sicilia porta in Val Cavallina e…

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Domenica 6 aprile, verso le ore 10 del mattino, è giunto a Endine il dott. Francesco Racalbuto, accompagnato dal figlio Giuseppe, stimato avvocato che abita a Bergamo. Al cimitero di Endine, il sole illumina già di buon mattino le tombe. Le figlie e il genero di Carolina Colombi: Carla e Linda Meloni e Carlo Pasinelli, vestiti a festa come si usa nelle ricorrenze importanti, sono in attesa di conoscere quel signore che desidera approfondire e condividere la storia del partigiano Andrea Castellino, il “siciliano”.

Andrea, carabiniere giunto dalla Sicilia è stato ucciso dai fascisti il 17 novembre 1944, a soli vent’anni, assieme all’endinese Andrea Appolonia. Questo appuntamento, a poco più di ottant’anni dalla tragica fine dei due partigiani della Brigata Francesco Nullo di Giustizia e Libertà, ha un profondo legame con la storia. Carla e Linda lo sanno e, visibilmente emozionate, abbracciano fraternamente il sig. Francesco e il figlio, vicino alla tomba di famiglia che raccoglie le spoglie mortali della loro cara ed eroica madre Carolina che, assieme ad altre donne del paese, ha aiutato e curato tanti partigiani nell’infermeria clandestina, nei pressi di Valmaggiore di Endine Gaiano, così come è testimoniato nel libro “Tormenta” di Carlo Cremaschi.

Anche i pochi presenti all’appuntamento rimangono comprensibilmente commossi. Il signor Francesco Racalbuto è giunto a Bergamo direttamente dalla Sicilia, da Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento, dove abita, per trovare il figlio Giuseppe e per portare un mazzo di fiori sulla tomba del suo illustre concittadino Andrea Castellino. La curiosità è tanta nei presenti e iniziano le domande.  Il sig, Francesco, giovale come tutti i siciliani, non si sottrae, anzi racconta le motivazioni che lo hanno indotto a questa visita speciale. Il signor Francesco, classe 1950, medico ora in pensione, abita vicino alla via che porta il nome di Andrea Castellino. È una via importante del centro cittadino, vicina al Duomo. La targa ricordo è stata posata negli anni Cinquanta per ricordare Andrea Castellino e la sua scelta di combattere per ridare dignità e pace al Paese.

Nel maggio del 1943 Andrea fu chiamato dall’Esercito italiano e destinato al 67° Reggimento Fanteria della prima Compagnia. Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943 ogni soldato italiano fu obbligato a scegliere se schierarsi con i fascisti della Repubblica Sociale di Salò, alleati con le SS tedesche in Italia, oppure disertare e andare a combattere con le formazioni partigiane. Castellino non giurò né ai fascisti né ai tedeschi e si rifugiò in campagna dove subì rastrellamenti, botte e per alcuni giorni venne arrestato.

Nel giugno del 1944 entrò a far parte della nascente Brigata partigiana Francesco Nullo in cui rimase a combattere sino alla sua cattura.

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