IL CONTAGIO DELLA SPERANZA

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    Poi arriva il mattino a raccontarmi come si fa, ogni volta, a ricominciare. Siamo qui, pieni di lividi, ovunque. Ma il vento fuori si ostina a soffiare brandelli di primavera. Anche la primavera è arrivata piena di lividi, ha faticato ad esplodere, è ritornata su se stessa, ha provato e riprovato. E ora è lì, nuda di meraviglia. E invece chi ci ha portato sin qui non c’è più, ci hanno lasciato la mano e se ne sono andati senza nemmeno farsi salutare, che sono stanca di sentire che se ne sta andando un’intera generazione e forse dovremmo anche chiederci il perché, che li abbiamo lasciati andare, che forse qualcuno poteva portarli a casa, che si sono rimboccati le maniche, hanno attraversato guerre, hanno respirato disperazione, fame, voglia di ripartire, di farsi una famiglia, un guscio e una comunità. E ora quella comunità nemmeno li può salutare, nemmeno li saluta.

    E se ne vanno così, senza quasi una traccia. E io che guardo verso le case di riposo, involucri silenziosi di anime abbandonate. Che in questi giorni passati a raccogliere memorie e ricordi mi sono accorta che mi sono persa mucchi di parole ed emozioni, una ragazzina mi ha raccontato questo: “Nonna che continua a non comprare gli spaghetti perché a ‘nonno non piacevano’. Nonno non c’è più da tre anni. Deve essere questo l’amore”. Già. Forse sì. E allora che ci pensi qualcuno da lassù, che siamo a Pasqua e loro sono i primi che devono risorgere, che meritano di risorgere. Perché, cosa credete? Un bambino ha tutta la vita davanti, ma un anziano l’eternità.

    Io per ora resto qui. E mi guardo attorno. Non ero più abituata a guardare a pochi metri, anche solo scendere in giardino fa scoprire pezzi di meraviglia. Ogni volta diversa, anche se le primule sono sempre nello stesso posto ma non sono mai uguali. E’ come l’amore che non è ripetizione, ogni atto d’amore è un ciclo in se stesso, un’orbita chiusa nel suo rituale. E’, come posso spiegarti?, un pugno di vita. Abbiamo perso treni, abbiamo perso amici, famigliari, abbiamo perso tempo, e un po’ la vita… C’è rimasta però la speranza, che si abbraccia forte, e contagia tutti. Il cielo è gonfio, ma bello come una matita, un foglio bianco e la voglia di ricominciare dal primo rigo. Ricominciare fa sempre un po’ paura, ma sa di buono.

    Aristea Canini

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