benedetta gente

    189

    L’ironia spiazza l’ignoranza, la mortifica. Al bar addossato alla chiesetta di un paese di una convalle la signora si vanta a gran voce di non essersi vaccinata perché lei “non si fa robotizzare”. Da come lo dice viene il dubbio che lo sia già. Il malghese, che ha sul carro un vitello con l’occhio largo rassegnato al macello, mentre si beve il grappino al banco, profetizza la fine della civiltà (e non si riferisce alla civiltà contadina) per chi si fa iniettare “roba sporca”. Uno paga la consumazione e si esime dal discutere per non rovinarsi la giornata, oltre alla digestione. Arrabbiarsi non serve, nemmeno avventurarsi in discorsi di filosofia del diritto o sul concetto di libertà che sarebbe come parlarsi tra sordi. I due si sono fatti delle certezze che hanno trasformato in nuove fedi. La chiesetta lì accanto è desolatamente vuota, sembra archeologia di fede perduta.

    L’ironia è la risposta più efficace alla stupidità. Non la capiscono, ma ti dà la soddisfazione di vederli confusi. C’è la signora che racconta della vicina che dopo aver fatto il vaccino è andata al mercato e si è trovata lì vicino il Vigile del paese. Chi l’aveva avvisato che andavo al mercato proprio a quell’ora? Il microchip ovvio. Mi ricordo di quella gag di quello che telefonava, insultava perché non gli funzionava la motosega e quando riuscivi a dirgli che aveva sbagliato numero, che non eri quello che gliel’aveva venduta diceva: “Se non sei tu cosa rispondi a fare al telefono?”.

    Ironia. Prendo a prestito un post che ho letto nei giorni scorsi.

    Due giorni dopo aver fatto il richiamo del vaccino anticovid sono stato contattato dalla CIA. Senza tanti preamboli e in un italiano un po’ sgangherato, mi hanno comunicato che adesso che avevo il microchip dipendevo da loro e mi avrebbero presto fornito istruzioni per la prossima missione. Ho finto di non capire e ho timidamente obiettato che ero troppo vecchio per fare il missionario, professione per la quale, peraltro, non mi ritengo particolarmente portato. L’hanno presa come una battuta e li ho sentiti ridere a lungo e sguaiatamente prima di interrompere la comunicazione. Mi ero quasi convinto che fosse uno scherzo quando, neanche due ore dopo, mi telefona uno che si qualifica come una spia del FSB (già KGB) e mi dice più o meno la stessa cosa. Prontamente lo informo che sono appena stato ingaggiato dalla CIA. Lo sento parlottare a lungo dall’altra parte del filo e infine mi comunica che dovrò fare un ulteriore vaccino perché c’è stato uno sbaglio. Ma ne ho già fatti due, mi posso rifiutare? Mi giunge un “niet!” categorico, forte e chiaro che non ammette repliche. Quando mezz’ora dopo mi arriva la terza chiamata sono tentato di non rispondere, poi lo faccio un po’ per scrupolo e un po’ per curiosità. Il chiamante si qualifica come un funzionario del GUOANBU (che io manco sapevo cos’è) e mi comunica ufficialmente che sono entrato a far parte dei servizi segreti cinesi. Troppo tardi, gli dico, devo già fare la spia per gli americani e per i russi. Mi sembra decisamente contrariato e arriva a minacciarmi con voce stridula che se non accetto attiveranno il microchip e mi modificheranno, nientemeno, il DNA. Voglio una dimostrazione? No grazie, gli credo sulla parola. Non ho la più pallida idea di cosa comporti una modifica del DNA ma il mio mi va bene così com’è. Dopo è stato tutto un susseguirsi di telefonate più o meno dello stesso tono: multinazionali, poteri occulti, organizzazioni segrete demo-pluto-giudaico-massoniche tanto che mi sono convinto che il microchip che mi hanno iniettato col vaccino sia andato in tilt, forse perché dopo la puntura mi è venuto di grattarmi il braccio. Comprensibilmente vivo in forte apprensione: da una parte non vorrei scontentare nessuno perché temo le conseguenze, dall’altra il pensiero di dover ricominciare a lavorare adesso che sono in pensione e ho tirato i remi in barca non mi alletta neanche un po’. E sì che mi avevano avvisato che con la scusa del vaccino ti iniettano un microchip per farti fare quello che vogliono. E io che gli avevo anche riso in faccia…”. (Lucio Cattaneo)

    Ed eccone un altro, anche questo intriso di ironia.

    IO HO DECISO, NON MI FERMO AI SEMAFORI! Io sono un NO-SEM. Cioè, se tu vuoi fermarti ai semafori, liberissimo, mica te lo proibisco. Ma io no. Il semaforo limita la mia libertà di movimento e la mia libertà di scelta individuale. Cose previste dalla Costituzione e dal trattato di Schengen, libertà di circolazione, avete presente?

    Io ammiro chi crede davvero che i semafori siano stati concepiti per la nostra “sicurezza”.

    Sul serio, senza ironia, capisco chi pensa che la vecchietta che attraversa la strada e non finisce sotto la mia macchina, poi PER QUESTO motivo campi altri cent’anni. E’ una cosa che ci hanno indotto a credere da sempre, indottrinandoci ben bene a partire dai nostri genitori (servi inconsapevoli, ahi loro).

    Che poi, quelli investiti sulle strisce, siamo sicuri che non avessero altre patologie? Il 70% aveva problemi cardiaci, o problemi respiratori da raffreddore… Sono morti PER schiacciamento da auto o CON schiacciamento da auto, ma prima o poi sarebbero morti lo stesso? Non ce lo dicono…

    Fatto sta che nessuno sottolinea mai quanto i semafori consumino elettricità (SOLDI NOSTRI), deturpino il paesaggio e discriminino i daltonici, perché queste sono verità scomode.

    E il mainstream non vi verrà mai neanche a dire che ci sono fior di studi SCIENTIFICI che dimostrano al 100% che se un’automobile o un motorino va a forte velocità contro il palo di un semaforo si schianta col rischio anche di MORTE.

    C’è tutta una letteratura al riguardo per cui i morti contro i pali dei semafori sono milioni. Però i media ne parlano bene e le autorità li impongono cercando di farci passare i semafori come una cosa per il “nostro bene”. (ah ah, sì vabbe’).

    Si sa da tempo immemore che anche se una persona a piedi sbatte su un palo di semaforo poi ha delle conseguenze anche permanenti.

    Ecco, tutto questo e tanto altro dovrebbe bastare ma non mi interessa fare proseliti, io racconto solo la verità, poi voi fate come volete, intanto io penso con la mia testa pur continuando a prendere multe e sanzioni perché ovviamente vado contro il sistema.

    No problem, io proseguo nella mia battaglia illuminata e dico: No, grazie, io non mi fermo ai semafori”. (Nicola Trussardi).

    No, per carità, non vogliamo che una risata li seppellisca. Basterebbe che li zittisca.

    pubblicità