Non siamo più disposti e disponibili a fare il soldato. “Quand’ero soldato, beato me / la guerra non c’era adesso c’è / l’han dichiarata tutti d’accordo contro di me” (Lucio Dalla). Siamo nemici del vicino di casa, siamo già in guerra, ogni santo giorno, perdinci, per difendere il nostro orto e il posto auto fuori casa, “invaso” da chi non rispetta le (nostre) regole e occupa spazi non suoi. Va beh, non sono neanche miei, ma io l’auto la parcheggio lì da anni, è come avessi l’usucapione…
Nel mondo si scatenano le guerre imperialiste di conquista, stravolgono le cartine geografiche, Putin all’inizio pensava al fai da te, ma il precedente dell’invasione dell’Ucraina ha dato la stura e la legittimità (?) ad ogni tipo di invasione, la Groenlandia, provincia danese, la rivendica Trump, la Cina ovviamente si sente a questo punto legittimata a invadere Taiwan, ma poi Trump deve rilanciare e pensa addirittura al Canada e allora Putin, se gli resterà qualche soldato, penserà a Lettonia e Lituania se non addirittura alla Polonia e avanti. Ognuno giustificandosi frugando nella storia, “un tempo era mia e me la riprendo”, sono passati secoli? Chi se ne frega, cancelliamo il passato prossimo e peschiamo in quello remoto.
Ma a noi italiani che importa? Lasciateci lavorare che non abbiamo tempo. A sorta di frugare nel passato remoto certo potremmo, ma solo in teoria s’intende, rivendicare la costa dalmata e andando ancora più indietro le isole greche controllate dalla serenissima repubblica di Venezia.
Ma non interessa, domani mattina, dalla teoria alla pratica, devo alzarmi presto. Che, poi, se a qualcuno viene in mente che l’Italia è stata appunto (e mica poi tanto tempo fa), “un’espressione geografica” pazienza, torni pure il regno delle due Sicilie che Bossi prima di morire avrebbe una bella soddisfazione. No, lo Stato Pontificio no che Papa Francesco nemmeno lo vorrebbe con la salute che si ritrova. Il Lombardo-Veneto? beh, dai, facciamoci un pensierino, e per bilanciarlo vai col Regno di Sardegna, se si trova ancora uno dei Savoia spendibile. I Ducati di Parma, Modena e Reggio? No, dei “ducati” restano solo i furgoni, non è il caso di fare confusione che Stellantis e la controllata Fiat hanno già le loro grane, salviamo semmai il Granducato di Toscana…
Ma fare il soldato proprio no, nessuno vuol più rischiare la pelle per nessuno: semmai per qualcosa, è la “roba” che conta, che Verga (lo scrittore) ci sguazzerebbe con il suo “Mastro don Gesualdo”.
Lontanissimi i tempi dei “comuni rustici” carducciani in cui “E voi, se l’unno o se lo slavo invade,
Eccovi, o figli, l’aste, ecco le spade, Morrete per la nostra libertà”. Ma quando mai, in fondo da noi vale ancora il detto gucciardiniano “Francia o Spagna purché se magna”.
A pranzo con un giovane mi sento dire che Putin è stato provocato (e giustificato nell’invasione) dall’Ucraina che voleva entrare nella Nato. La logica vorrebbe che ogni Stato possa decidere con chi allearsi o rompere, senza per questo venire invaso. Perché, se il Governo italiano decidesse di uscire dalla Nato la Germania o la Francia e chi per esse (non cito gli Stati Uniti che con Trump dell’Italia non saprebbero che farsene, uno “scroccone” in meno) sarebbero legittimate a invaderci?
Per tornare a Dalla (il cantante) “vedi cosa si deve inventare, per poterci ridere sopra, per continuare a sperare…”.
A metà mattina mi raccontano la storia di una donna ucraina, qui da noi a fare la badante, che ieri è scoppiata a piangere dopo aver sentito casa sua: hanno bussato alla porta di casa, là in Ucraina, che è già un miracolo avere ancora casa da quelle parti: sua figlia è andata ad aprire. Le hanno detto che il marito è morto. Era soldato. La figlia piccola era stata qui ma aveva voluto tornare col papà a difendere la “patria”. La patria? Vocabolo desueto. Pascoli (il poeta) direbbe sconsolato “la mia patria or è dove si vive”. Se vivere ti lasciano.