DROGA – IL RACCONTO /2 – Rosy: “Ho portato centinaia di ragazzi a San Patrignano. ‘Qui in valle nevica anche d’estate’, quella vedova di Casnigo che ha portato due figli e la nuora in comunità”

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Rosy (Rosangela Sbaruffati) arriva in redazione di corsa, così come di corsa vanno le donne come lei, 3 figli, una vita impegnata e tante cose da fare. Rosy è stata il punto di riferimento dell’Anglad di Clusone e di tutta la zona per anni, l’Anglad per chi non lo sapesse sta per Associazione nazionale genitori lotta alla droga, una branca di San Patrignano.

Rosy ha accompagnato decine, centinaia di ragazzi della val Seriana a San Patrignano: “Ho visto davvero di tutto”, Rosy mostra alcune foto, ragazzi sorridenti a San Patrignano, famiglie, giovani: “Tutta gente della zona”, Rosy mostra una foto in particolare: “Questa è una mamma di Casnigo, vedova, che ha portato tre ragazzi in comunità, due fratelli e la moglie di uno dei due fratelli. Li ha salvati”.

Era il 1988: “Un ragazzo di qui era a San Patrignano, e quel ragazzo che era sposato e aveva due figli piccoli, verso la fine del percorso, aveva chiesto a San Patrignano di poter avere con lui la moglie e i figli, aveva paura di disgregare la famiglia, Vincenzo Muccioli gli ha dato questa possibilità, gli ha dato una casetta all’interno della comunità, e sono rimasti li per qualche tempo e sono usciti insieme”.

Quando hanno finito il percorso Vincenzo ha chiesto loro di creare qualcosa in provincia di Bergamo, una zona con alto tasso di tossicodipendenza ma dove Muccioli non aveva ancora un riferimento, e così i due hanno creato l’Anglad: “Un gruppo di genitori, tutte persone della zona, hanno cominciato a trovarsi, è partito tutto così”.

E tu come sei entrata? “A 18 anni ho scoperto che il mio ragazzo faceva uso di sostanze. Io ero tutta casa, chiesa e oratorio. Mi sono ritrovata in mezzo a cose che non conoscevo, ho parlato con il curato, frequentavo molto l’oratorio, mi ha parlato di questo gruppo che si ritrovava al Patronato, facevano gli incontro il giovedì sera, io ero catechista, nel frattempo ho lasciato il mio ragazzo ma avevo bisogno di capire come mai cosi tanti miei coetanei si facevano, usavano spinelli, pasticche eroina, dovevo capire come mai avevano bisogno di questa merda per vivere. E così sono andata all’incontro, i ragazzi non c’erano, erano genitori, si raccontavano, gente che ne aveva viste di tutti i colori, alcuni di questi ragazzi erano stati in carcere, altri si prostituivano, di tutto, ricordo che dopo quel primo incontro piansi tutta notte, dovevo andare al lavoro la mattina dopo ma dissi a mia madre che ero stata male e avevo vomitato, non me la sentivo. Mi chiedevo dove fossi vissuta fino a quel momento”.

Da quel momento Rosy tutti i giovedì frequenta l’Anglad: “E un giorno mi hanno detto di incontrare i ragazzi. Ho conosciuto le loro sofferenze, le loro storie, ho cominciato a capire come rapportarmi a loro, un impatto devastante, ero arrabbiata con loro, si erano fatti portare via tutto dalla droga, il primo sentimento è stato quello di pensare che fossero degli stronzi, dei vigliacchi, col tempo mi sono resa conto che erano persone fragili, che avevano fame di sentimenti, di affetto, bisognava lavorare per tirare fuori il positivo che c’era in loro…

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