DIOCESI – La svolta di Francesco. Via libera del Vescovo Beschi al culto di “Maria Regina della Famiglia” alle Ghiaie di Bonate

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Attorno alle Ghiaie di Bonate e alle (presunte) apparizioni mariane di 75 anni fa si è discusso e polemizzato per decenni. Una bambina di 7 anni, Adelaide Roncalli, aveva dichiarato di aver visto la Vergine Maria con San Giuseppe e Gesù Bambino in braccio: la Sacra Famiglia. Molte decine di migliaia di persone accorsero in quei mesi di disperazione (la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti, i massacri, l’Italia spezzata in due…), attirati dalla speranza che proveniva da quella bambina che diceva di vedere la Madonna (la quale le parlava in dialetto invitando alla preghiera, alla conversione e alla penitenza). La Chiesa, come succede sempre in caso di presunte apparizioni, osservò e interrogò la bambina; in seguito, l’allora Vescovo mons. Bernareggi dichiarò che non c’erano elementi per poter dichiarare l’origine soprannaturale di quelle visioni.

Da molti decenni, però, moltissimi devoti e pellegrini si recano alle Ghiaie di Bonate a pregare la Madonna, Regina della Famiglia. C’è da sottolineare che la Chiesa orobica non ha mai visto di buon occhio questi lunghi pellegrinaggi.

Con decreto entrato in vigore l’11 febbraio 2019, giorno dedicato alla Madonna di Lourdes (anche Lei apparsa ad una ragazzina), il Vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi ha autorizzato il culto di “Maria Madre della Famiglia” alle Ghiaie di Bonate, mantenendo comunque la posizione dei suoi predecessori. In pratica, il Vescovo non ha riconosciuto la veridicità delle apparizioni del lontano 1944, ma al tempo stesso ha voluto aprire le porte a quella enorme massa di fedeli che guarda alla Madre di Dio e si reca con continuità alle Ghiaie. Pur non riconoscendo ufficialmente le apparizioni, si tratta comunque di una svolta che non può non far piacere ai devoti mariani, che potranno andare al piccolo Santuario delle Ghiaie senza sentirsi giudicati negativamente da qualche prete (come a volte è capitato).

Su Araberara del 22 febbraio tratteremo della questione con testimonianze di chi 75 anni fa ha partecipato a quel grande evento di popolo alle Ghiaie di Bonate.

Ecco il testo della lettera del Vescovo.

A tutti i pellegrini e viandanti che giungono in questi luoghi: Pace e benedizione! 

Terra di sassi, terra di fede, quella di Ghiaie di Bonate.

In questo declinare del terreno verso lalveo del fiume Brembo, già dalla seconda metà del Settecento, sorgeva una piccola chiesetta dedicata a San Giuseppe.

Era invece la fine dellOttocento quando giunse da Parigi, dopo essere stata benedetta presso la grotta di Lourdes, la statua della Madonna, tuttoggi presente: da allora Ghiaie non mancò mai di sentire forte la presenza di Maria a tal punto da iniziare la costruzione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia, primo ed allora unico nella diocesi di Bergamo.

Erano le parole del papa Leone XIII che, nella lettera Apostolica Neminem fugit del 1892, invitava le famiglie, ed in particolare le nascenti famiglie delle case operaie, a porsi sotto la consolante protezione della Santa Famiglia di Nazaret.

Intorno alla chiesa della Sacra Famiglia si strinsero le famiglie sempre più numerose degli operai che, sulle rive del Brembo, lavoravano presso il locale linificio, tanto che il vescovo Mons. Luigi Maria Merelli, nella contrada ormai popolosa, decise di costituire canonicamente la parrocchia delle Ghiaie di Bonate intitolandola proprio alla Sacra Famiglia: era il 21 settembre 1921.

Vita di fatica, vita di duro lavoro quella in fabbrica, ma tra le tante incombenze del quotidiano non mancava il tempo per scorrere i grani del rosario.

Quella preghiera così semplice e così quotidiana, che univa tutti, piccoli e grandi, giovani e vecchi, recitata nella semplicità del focolare domestico come in quella chiesa parrocchiale, tanto desiderata, contemplando i misteri del rosario affrescati sulle pareti.

Scorrono i decenni, come il fiume con le sue piene e le sue secche, quando negli anni tristi e grevi della guerra, il 13 maggio 1944, una bambina di sette anni, Adelaide Roncalli, sostenne di aver visto la Vergine Maria con San Giuseppe e il bambino Gesù in braccio: la Sacra Famiglia. Vi furono altre dodici presunte apparizioni fino al 31 maggio 1944. La Vergine, stando al racconto della bambina, le parlò in dialetto invitando alla preghiera, alla conversione, alla penitenza.

Molta gente accorse, moltissima: una luce di speranza nel buio della tempesta.

Il vescovo mons. Adriano Bernareggi, dopo attenta riflessione, ponderata ogni cosa, giunse a dichiarare che non vi erano elementi tali da potersi stabilire la soprannaturalità delle presunte apparizioni: non constat!

La Chiesa, Madre e Maestra, è prudente tanto quanto è paziente. Ai pastori è richiesto di assumersi la responsabilità di indicare una strada certa piuttosto che un cammino tortuoso e incerto.

Fu un giudizio solido: nei decenni successivi, i vescovi di Bergamo, personalmente e con laiuto di esperti, sempre in dialogo con la Santa Sede, non cessarono di interrogare e di interrogarsi sui fatti di Ghiaie, ma mai hanno ritenuto di discostarsi da tale autorevole giudizio: senza nulla togliere alla ricchezza di una profonda esperienza spirituale, oggi come allora, non vi sono elementi sufficienti che possano attestare il carattere soprannaturale delle presunte apparizioni. Scorrono gli anni, i decenni e anche se qualcuno ha tentato di strumentalizzare la devozione del popolo di Dio, la grande maggioranza dei fedeli, compresa la stessa Adelaide, si è sempre affidata con fiducia alla saggezza della Chiesa vivendo una vera e feconda devozione mariana. Un fiume di fedeli mai contro qualcuno, ma sempre con la Chiesa.

Così, nel tempo, si è consolidata quella devozione a Maria Regina della Famiglia che già precedeva gli eventi del 1944, e che li ha attraversati andando ben oltre gli eventi stessi.  

Un fiume di persone che, con umiltà e semplicità, hanno portato a Cristo Signore, attraverso la materna intercessione della sua Beatissima Madre, gioie e sofferenze, il loro vissuto, la loro quotidianità, speranze e dolori ben sapendo che Lei poteva capire, che Lei poteva portarli a Colui che con la sua Croce ha redento il mondo.

«Maria infatti, la quale, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera le esigenze supreme della fede, quando è fatta oggetto della predicazione e della venerazione chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre []. Onde anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che generò il Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell’amore materno da cui devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini» (Lumen Gentium, 65).

A Lei, Regina della Famiglia, ciascuno ha portato e continua a portare la propria famiglia, gioie e speranze, ben sapendo che nulla andrà perduto nelle mani di così provvida Madre.

La devozione a Maria coltivata a Ghiaie di Bonate è resa così feconda dallesempio della casa di Nazaret «la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo []. In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo []. Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile leducazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nellordine sociale (Paolo VI, Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964).

É questa devozione vera, concreta, umile e fedele, nella Chiesa e con la Chiesa, che illumina il cammino di tanti fedeli e che la stessa Santa Sede mi ha chiesto di accompagnare e custodire.

Una luce che il tempo ha purificato, consolidato e rafforzato.

Ora è tempo che questa devozione, sempre accompagnata e mai soffocata dai pastori della Chiesa, libera dai lacci di faziosità e da quel bisogno di segni che nasconde l’incredulità, possa risplendere a illuminare e sostenere il cammino di tanti fedeli, soprattutto quelli che vivono situazioni di fatica e sofferenza.

Una devozione che proprio qui, alle Ghiaie di Bonate, presso la cappellina dedicata a Maria Regina della Famiglia, piccola casa per tutti i pellegrini e viandanti, trova un porto sicuro.

Qui, alle Ghiaie di Bonate, affidata alla prudente e saggia guida dei pastori della comunità parrocchiale.

Qui, alle Ghiaie di Bonate, dove l’impegno meritevole della comunità parrocchiale, sorretto da quello della diocesi, ha visto in questi anni uno sforzo non indifferente, ma necessario, per proteggere e custodire questi luoghi perché rimanessero luoghi del silenzio, di unaccoglienza semplice e cordiale. Di quella essenzialità dove tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso, possano sentirsi a casa.

Come scrive Papa Francesco: «Maria ha vissuto come nessun altro le Beatitudini di Gesù. Ella è colei che trasaliva di gioia alla presenza di Dio, colei che conservava tutto nel suo cuore e che si è lasciata attraversare dalla spada. È la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna. Lei non accetta che quando cadiamo rimaniamo a terra e a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. La Madre non ha bisogno di tante parole, non le serve che ci sforziamo troppo per spiegarle quello che ci succede. Basta sussurrare ancora e ancora: Ave o Maria…”» (Gaudete et Exultate, n. 176).

Grazie carissimo pellegrino e viandante per il tuo passaggio e la tua visita. Ti chiedo una preghiera anche per me e per la Chiesa di Bergamo assicurandoti la mia. Che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per intercessione di Maria, Regina della Famiglia, benedica te e i tuoi cari.

Bergamo, 1 gennaio 2019, Maria Santissima Madre di Dio.

Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

 

DECRETO DEL VESCOVO

Premesso che, in località Ghiaie di Bonate Sopra, fin dagli inizi del ‘900 veniva costituita una parrocchia intitolata alla Sacra Famiglia ivi venerata con profonda devozione popolare;

che Maria vi è da tempo invocata con il titolo di “Regina della Famiglia”;

Che su presunti eventi soprannaturali si sono espressi in modo concorde i miei predecessori, in particolare mons. Adriano Bernareggi il quale, con decreto n. 2424 del 30 aprile 1948, affermava: «non consta della realtà delle apparizioni e rivelazioni della B. Vergine Maria ad Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate nel maggio dell’anno 1944»;

che la Congregazione per la Dottrina della Fede, con Lettera prot. n. 240/1944-67408 del 20 novembre 2018, dispone: «[…] fermo restando quanto deciso a suo tempo, ovvero non ravvisandosi motivi ragionevoli per mettere in discussione il discernimento ecclesiale del Vescovo di Bergamo, che si concluse nel 1948 con il non constat delle apparizioni, questo dicastero autorizza vostra Eccellenza ad intraprendere i passi verso una regolarizzazione del culto mariano a Bonate»;

– che nel corso degli anni si è consolidata una solida devozione mariana non solo da parte della comunità parrocchiale di Ghiaie, ma anche di molti pellegrini che accorrono alla locale cappella dedicata a Maria Regina della Famiglia, per affidare alla supplice intercessione della Madre di Dio il proprio cammino e quello dei propri famigliari;

– che la devozione del popolo di Dio chiede di essere accompagnata, sostenuta e guidata in un autentico cammino di comunione ecclesiale;

Revocata ogni disposizione contraria,

con il presente ATTO stabiliamo che:

Il culto mariano, che da sempre è stato coltivato e raccomandato nella vita della Chiesa, va proposto e praticato in conformità al Magistero della Chiesa (costituzione conciliare Lumen Gentium, cap. VIII; Paolo VI, esortazione apostolica Marialis cultus [2 febbraio 1974]; Congregazione per il culto divino e la Disciplina dei sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia [2002], nn. 183-207).

Presso la cappella parrocchiale Maria Regina della Famigliain Ghiaie di Bonate venga valorizzato e custodito il culto mariano escluso ogni riferimento a messaggi, apparizioni e altri fenomeni di presunta natura soprannaturale.

L’esercizio del culto presso la suddetta cappella sia sottoposto alla cura e vigilanza del parroco pro-tempore il quale potrà avvalersi della collaborazione di altri sacerdoti con lapprovazione dellOrdinario diocesano. In particolare, spetta al parroco:

– moderare il culto mariano escludendo riferimenti a fenomeni non approvati dalla Chiesa;

– curare losservanza delle norme canoniche universali e particolari circa la celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali;

– presiedere gli atti di culto che si svolgono nella cappella parrocchiale ovvero delegare direttamente e personalmente altri sacerdoti che adempiano ai requisiti richiesti dal diritto universale e particolare.

Il presente decreto entrerà in vigore l’11 febbraio 2019, Beata Vergine Maria di Lourdes.

Bergamo, 1° gennaio 2019, Maria Santissima Madre di Dio.

Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

 

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