Egregio Direttore,
faccio riferimento ai persistenti interventi di varie associazioni che stanno richiamando l’attenzione sull’eccessivo utilizzo delle aree montane, in cui i pochi abitanti sono accusati di sviluppare una delle poche attrattive del territorio, come la neve sulle aree montuose per praticare sci ma anche escursioni e camminate, attrezzando il territorio con impianti idonei e passeggiate con accessi anche per disabili.
Da sempre i montanari sono stati i più attenti custodi del loro territorio, spesso calpestato da chi viene da fuori.
L’ultima presa di posizione viene da Lega Ambiente, insieme ad altre sigle tutte fuori dal territorio montano. Gruppi e associazioni che non hanno mai mosso un dito per valorizzare questo patrimonio. Questa Lega ritiene uno scandalo che in 22 anni nella montagna bergamasca si sarebbero spesi 60 milioni pubblici (da verificare) per finanziare l’installazione di impianti per la pratica dello sci. Funivie, seggiovie e sciovie utilizzate da sportivi ed escursionisti in inverno ed in estate, per passeggiate e per raggiungere i Rifugi.
Si ritengono inquinanti i pali d’acciaio o in ferro che reggevano le funi e non più utilizzabili. Nessuno indica l’importo investito direttamente dagli imprenditori locali o di città per gli sport sulla neve e l’accesso ad alpeggi, boschi e rifugi.
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