DIBATTITO – INTERVENTO DEL NO – Non solo Comprensorio: “come riabitare Nasolino…”. A Boccaleone si è parlato di “terre alte”

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Pubblichiamo questo intervento inviatoci da Lucio Toninelli a commento e resoconto dell’assemblea tenutasi a Bergamo al Cineteatro di Boccaleone sul tema dello spopolamento della montagna. È stato organizzato da associazioni notoriamente contrarie al progetto del Comprensorio Turistico Colere-Lizzola. Avvertenza per i lettori: non è quindi un resoconto giornalistico, ma un intervento dichiaratamente e legittimamente schierato per il No.

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«Per un futuro senza (R)impianti – Clima, Lavoro e Turismo nelle Terrre Alte». Così titolava la locandina dell’incontro, organizzato martedì 4 marzo da APE, TerreAlt(r)e, OrobieVive, presso il Cineteatro di Boccaleone di Bergamo.

Si è parlato, ovviamente, di Comprensorio sciistico Colere-Lizzola, di nuovi impianti, di piste, di gallerie nella montagna, laghi artificiali, neve programmata…?  Sì, anche, ma non solo.

A posteriori, mi piacerebbe rititolare l’incontro: «Riabitare Nasolino e… l’Italia».

Perché questo è stato il centro della questione a cui ha dato un nome il professor Filippo Barbera, sociologo dell’Università di Torino ed esperto della questione: «Il problema è riabitare un’Italia che è fatta prevalentemente di terre alte, di terre interne, di terre periferiche. Tutte con lo stesso problema da risolvere: essere riabitabili e riabitate”. Per evitare che continui il raggrumarsi di vita a ridosso dei centri metropolitani, prossimi, sì, ai servizi di abitabilità, ma prossimi anche alla invivibilità».

In un modo più concreto e quasi «carnale» il problema è stato reso plastico da un intervento dal pubblico di un «cittadino», – perché tale si sente e tale vuol restare – di Nasolino:

«Io vivo a Nasolino. – dice – Ma non so quanti di voi sappiano dove si trovi Nasolino. Non so quanti sappiano neppure dove sia la Valzurio, di cui pure parlate in merito al progetto. Qui si parla di un progetto che costerà 50. 70, forse 100 milioni di euro, e noi a Nasolino, ci accontenteremmo di poter realizzare una piccola penzana (tettoia) da poche migliaia di euro, senza troppe burocrazie». Qui si parla di aprire nelle nostre valli, piste da sci larghe come autostrade per i turisti, mentre noi vorremmo semplicemente allargare una mulattiera da 1 metro, a uno e mezzo, per poter passare con un trattorino agricolo. E siamo sottoposti a procedure, controlli, limiti, costi, che neanche un aeroporto richiederebbe…»

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