CREDARO – Don Tarcisio Gualandris, annegato nell’Oglio per salvare uno dei ragazzi del Cre. Il ricordo di Alessandro, uno dei suoi ragazzi di allora

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Il 28 giugno scorso ha segnato il 65° anniversario della tragica morte di don Tarcisio Gualandris, annegato nelle acque del fiume Oglio nel tentativo di salvare uno dei  ragazzi per i quali aveva organizzato una sorta di CRE ante litteram.

I Credaresi lo hanno ricordato con la celebrazione di una Messa di suffragio, ma anche durante gli anni trascorsi da quel drammatico fatto hanno dato vita a molte iniziative in sua memoria: la dedicazione di una via del paese, dove è stato posato  anche un cippo di pietra che lo ricorda, gare podistiche, feste degli Alpini, ecc…

“Io c’ero – dice Alessandro Parise lo conoscevo bene, anche se don Tarcisio era tra noi da soli 7 mesi; era il mio maestro di catechismo ed era sempre molto attento a noi ragazzi dell’Oratorio, pensava anche a come farci trascorrere le vacanze in modo sereno e divertente, e i pomeriggi d’estate sulla riva del fiume erano appunto un’occasione di svago salutare per tutti noi…”.

Paris ha dedicato a don Tarcisio un capitolo del suo libro “Lassù non torno”,  in cui evoca  il giorno ormai lontano del 28 giugno 1956 parlando di sé in terza persona: un testo che rievoca la tragedia col linguaggio semplice ma efficace del ragazzino che l’Autore  era in quegli anni, e che ci fa rivivere efficacemente anche la partecipazione corale e commossa dell’intera popolazione al dramma che costò la vita al giovane curato :

 

“LUTTO CITTADINO

Ore diciassette e trenta, il turno di lavoro è terminato, spegne la pressa, esce dalla piccola fabbrica, saluta il datore di lavoro il quale gli risponde: “Domani è venerdì ed è la festa dei santi Pietro e Paolo, sabato non si lavora, facciamo il ponte, quindi ci vediamo lunedì prossimo. Ciao Cicio”.

Strada facendo si chiedeva: “Sabato non si lavora, ha detto che farà il ponte, ma quale ponte potrà costruire in un solo giorno? Boh?”

Era il 28 giugno 1956, faceva molto caldo, in tasca aveva venti lire, davanti alla gelateria si ferma per comprare un gelato.

Al bancone dei gelati c’è la signora Milia, si rivolge al bambino e gli chiede: “Ciao Cicio caro, dimmi?”

“Buona sera signora Milia, voglio un gelatino da dieci lire, panna e cioccolato”…

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