COSTA VOLPINO – Danilo, l’ultimo pescatore professionista del lago: “Mio nonno, la passione, i segreti (il salmerino e l’alborella spariti), le notti da solo, la mia meravigliosa vita…”

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Il lago è liscio come l’olio, il vento calmo, sono passate da poco le 17,30, Danilo sta per uscire con la sua barca, come tutti i giorni, a pescare. Danilo Baiguini, 50 anni, è l’ultimo pescatore professionista del lago d’Iseo: “Vuol dire che ho una licenza di tipo A, che posso pescare con le reti e che posso vendere il pesce”. Questo in pratica ma poi c’è altro, c’è la passione e l’amore per un mestiere che diventa qualcosa d’altro, uno stile di vita, un pass di felicità: “Ho cominciato a pescare da piccolo, con mio padre e mio nonno, poi mio padre è morto, avevo 8 anni, ho continuato con mio nonno, ho smesso solo per due anni, uno per il servizio militare e l’altro anno perché avevo provato a lavorare in una ditta di Misano Gera d’Adda, intanto che compravo l’auto, ma ho capito subito che io ero un uomo di lago, stare al chiuso non faceva per me”. Una passione che non lo lascia più, quando parla del lago Danilo si illumina, come quando parla della sua barca, quella con cui passa ore e ore da solo ogni giorno in un panino d’infinito, sopra il cielo e sotto il lago, in mezzo lui e il vento, un tutt’uno: “La mia prima barca l’ho avuta in eredità da mio nonno, poi ne ho presa un’altra seminuova, lo sai che le barche dei pescatori professionisti sono targate? Come le targhe delle navi, ogni due anni bisogna fare il collaudo come per le auto e sono molto severi, e quindi ho rifatto la mia barca con la resina, altrimenti trovano sempre qualche asso che marcisce, ho abbandonato la vecchia barca che era un naet e ho optato per la resina, altrimenti ogni due anni avevo grosse spese per il legname”. Danilo sta per uscire sul lago, ogni sera prende la sua barca e va al largo: “In questa stagione esco attorno alle 18,30, vado a posizionare le reti, so dove metterle, anche in base a quello che la gente mi cerca io vado e pesco. Perché i posti cambiano, in base al tempo, alle stagioni, ci sono mesi in cui un pesce è sempre in un posto, altre volte si trovano in altri posti. Comunque sto fuori un paio d’ore, posiziono tutto, poi rientro e alle 4 del mattino riesco per prendere le reti. Sul lago mi sposto molto, Costa Volpino, Castro, Riva, Pisogne a seconda di dove si sposta il pesce”. Danilo il lago lo conosce come le sue tasche, sa dove trovare il pesce, conosce i segreti e sa come muoversi: “In inverno esco un po’ più tardi, ma in estate il problema è il caldo, il pesca si danneggia per il caldo, appena ritiro le reti rientro subito, sistemo il pesce, lo pulisco e lo metto nelle cassette col ghiaccio. In estate pesco di tutto, la pesca della sardina è libera da pochi giorni, le sardine non si possono pescare dal 15 maggio al 15 giugno”. Danilo vuol bene al suo mestiere: “E’ in atto la distruzione delle sardine, prima o poi finirà e daranno la colpa ai pescatori professionisti ma la realtà è un’altra…”. Dopo aver pulito e sistemato il pesce Danilo parte alla volta dei ristoranti e dei clienti, poi al pomeriggio qualche ora libera. Tutti i giorni questa vita: “E’ la mia vita e la amo. Dal sabato pomeriggio alla domenica però non posso uscire, sul lago d’Iseo c’è il fermo turistico, dalle 17 alle 17 del giorno dopo”. Un anno e mezzo di covid, a chi lo vendevi il pesce se i ristoranti erano chiusi? “Alla gente dei paesi della zona, da Darfo a Castione consegno ovunque, ma mi sposto anche oltre, a Temù in Valcamonica ho appena portato a un ristorante le sardine secche”. Qual è il pesce più richiesto? “Il pesce persico e il coregone…

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