COSE DI CHIESA – Le Ghiaie di Bonate, il decreto vescovile e quel bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto Il Vescovo Beschi autorizza la devozione a “Maria Regina della Famiglia” alle Ghiaie, luogo delle apparizioni del 1944, ma rimane il “non constat”

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Io sottoscritta Roncalli Adelaide nata a Ghiaie di Bonate Sopra (Bg) il 23 aprile 1937, nel quarantacinquesimo anniversario torno a dichiarare, come già più volte ho fatto in occasioni precedenti, che sono assolutamente convinta di aver avuto le Apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate dal 13 al 31 Maggio 1944 quando avevo sette anni. Le vicende da me dolorosamente vissute da allora, le offro a Dio ed alla legittima Autorità della Chiesa, alla quale sola appartiene di riconoscere o no quanto in tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali ritengo essere verità. In fede Adelaide Roncalli. 20 febbraio 1989”.

Per tutta la sua vita, che si è conclusa il 24 agosto 2014, Adelaide (la veggente delle Ghiaie di Bonate) è stata umile, mite e fedele a quella Chiesa che, più che “madre”, con lei forse si è comportata come “matrigna”. Lei stessa, nel suo testamento spirituale, scrive di “vicende da me dolorosamente vissute da allora”, ma al tempo stesso riconosce che solo all’autorità ecclesiastica spetta riconoscere o meno le apparizioni del 1944.

Non è un mistero per nessuno che la piccola Adelaide, che all’età di sette anni aveva dichiarato di aver visto per ben 13 volte la Madonna, sia stata sottoposta a pesanti interrogatori ed a pressioni da parte di chi, vestito di talare, era chiamato a investigare sulle presunte apparizioni. E, infatti, la bambina aveva poi negato di aver avuto alcuna apparizione, probabilmente per mettere la parola fine a questa “violenza psicologica” (in seguito ha poi confermato di avere avuto le 13 visioni).

La “legittima autorità della Chiesa” non ha mai riconosciuto che alle Ghiaie di Bonate sia successo qualcosa di soprannaturale; così aveva fatto l’allora Vescovo Adriano Bernareggi e tutti i suoi successori che hanno guidato la Diocesi di Bergamo. Lo stesso Vescovo Francesco Beschi ha confermato il “non constat” dei suoi predecessori, ma ha recentemente dato il via libera al culto di “Maria Regina della Famiglia” alle Ghiaie.

Si è trattato di un passo in avanti, che però non è considerato sufficiente da molti di quei devoti e pellegrini che con grande assiduità si recano alla cappella eretta sul luogo delle apparizioni. C’è chi ha detto che il Vescovo avrebbe perlomeno dovuto chiedere scusa a nome della Chiesa per le sofferenze patite da Adelaide; c’è chi dice: “che il Vescovo ci dia il permesso di pregare la Madonna delle Ghiaie mi interessa relativamente, perché lo facevamo anche prima”.

Insomma, per qualcuno il bicchiere è mezzo vuoto, per altri è mezzo pieno, nel senso che chi va alle Ghiaie adesso lo può fare senza essere guardato in cagnesco da certi preti. Che poi, il bello è che ci sono sacerdoti che pubblicamente negano la veridicità delle apparizioni, ma poi li si possono trovare a pregare (in privato) alla cappella delle Ghiaie (questo mi è stato raccontato da uno dei pellegrini). Come pure ci sono anziani preti, ormai in pensione, che non avendo nulla da perdere e non dovendo pensare alla “carriera” (molti preti ci pensano, lo dice pure il Papa…), si sentono liberi di parlare apertamente delle apparizioni mariane avvenute nel 1944…

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