di Matteo Alborghetti
E fu così che il bubbone debiti del Consorzio Servizi Valcavallina esplose definitivamente portando con sé la prima spaccatura sul bilancio con tre Comuni che hanno votato contro, Bianzano e Ranzanico ufficialmente con la loro presenza, (anche se Freri ha detto di non aver partecipato) e Zandobbio con la sua assenza (qualcuno vocifera di una lettera girata tra i sindaci). Il presidente del Consorzio Luciano Traplettyi aveva già spiegati due numeri fa che debiti c’erano da sistemare e cosa si sarebbe deciso nell’assemblea decisiva per il bilancio: “L’anno prossimo finirò il mio mandato – aveva spiegato Luciano Trapletti, presidente del Consorzio e sindaco di Berzo San Fermo – e non voglio lasciare ad altri i debiti che anche io mi sono ritrovato a dover gestire in qualche modo. Così nella riunione preliminare che abbiamo avuto l’altro giorno abbiamo deciso di affrontare il tema dei debiti chiedendo a tutti i sindaci di chiuderlo entro l’anno. Abbiamo proposto di alzare la quota che ogni comune paga ad abitante, che sale da 3,60 a 5 euro. Questa cifra servirà per creare un fondo strutturale che servirà a garantire un bilancio più solido al Consorzio nei prossimi anni”.
Passiamo poi ai debiti: “Abbiamo un debito per extra costi da dare alla Dolce, soldi che la società che gestisce la casa di riposo di Trescore attende da tempo, 45 mila euro, a questi vanno ad aggiungersi 44 mila euro per la causa sulla questione demaniale che abbiamo perso. Questi soldi verranno coperti con la ripartizione degli utili di Valcavallina servizi, circa 200 mila euro, utili quest’anno molto alti in un anno straordinario per la società.
Ci sono poi i 214 mila euro che dobbiamo ancora pagare per l’atto costitutivo del Consorzio, anticipati dalla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, in questo caso abbiamo deciso di suddividere il debito sui comuni fondatori del Consorzio, un contributo da 16.400 euro che verrà dato senza badare alla grandezza del Comune, così come prevede lo statuto. 323 mila euro sono i costi di Sodalitas, per mantenere in vita la società nel periodo in cui dovevamo chiudere la causa con l’ex direttore Mirko Gaverini, questo costo verrà redistribuito ai Comuni in base ai servizi erogati ma speriamo di ammortizzarlo con dei fondi di solidarietà che non erano più stati utilizzati. In questo modo dovremmo risolvere l’annosa questione dei debiti del Consorzio e lasciare a chi verrà nella prossima tornata elettorale un Consorzio senza più problemi”.
Aumento della quota pro capite per abitante da 3,6 euro a 5 euro e un versamento immediato di 16 mila euro per ogni comune, senza badare a numero di abitanti e grandezza del Comune ed è quest’ultimo aspetto che ha fatto imbufalire i due comuni, che guarda caso hanno lo stesso segretario comunale, ma non è tutto.
“I comuni hanno un fondo di solidarietà – spiega uno degli amministratori – che serve per i servizi sociali, ora molti comuni devono prendere la propria quota non usata, c’è chi deve incassare quote risalenti fino al 2012 e chi invece li ha già presi e sono Bianzano e Ranzanico.
Quindi ora ci sono Comuni che più o meo pareggeranno con i 16 mila euro da dare e chi invece dovrà sborsare completamente o quasi questa quota, Bianzano e Ranzanico e questo ha portato i due sindaci a votare contro il bilancio. C’è stata poi la richiesta di Freri di votare contro anche per Zandobbio, richiesta ovviamente respinta.
Marilena Vitali ha poi letto una lettera di tre pagine chiedendo perchè si aumentava il costo pro capite e quanto sarebbe durato, ha chiesto poi perchè si chiedono 16 mila euro. Alla fine il sindaco di Monasterolo Maurizio Trussardi ha chiesto di fare un resoconto di quanto letto e questa richiesta è rimasta inevasa. E’ la prima volta che capita che comuni fondatori non votano il bilancio del Consorzio”. Assente anche Simone Scaburri, sindaco di Spinone al Lago che spiega: “Avevo degli impegni ma sicuramente ci sono delle criticità da risolvere, molto probabilmente mi sarei astenutoMugugni sono arrivati anche dai soci aderenti, vale a dire Carobbio degli Angeli, Gorlago, San Paolo d’Argon e Cenate Sotto: “Hanno semplicemente chiesto il perchè dell’aumento della tariffa pro capite – spiega un altro amministratore – in questo caso da 2,70 a 3,60 euro”. “E’ la prima volta che vedo i comuni fondatori così divisi tra loro – spiega un sindaco dei comuni aderenti – prima erano sempre uniti, ora i problemi si devono risolvere, come si dice, l’oste ha portato il conto e qualcuno deve pagare, se c’è questo debito che risale alla fondazione del Consorzio qualcuno lo dovrà pur pagare”.