CLUSONE – VIAGGIO NEI BORGHI/5 – Le Fiorine: “Qui si vive bene, è come un borgo-famiglia: c’è senso di comunità”. “Il Comune? Non l’abbiamo mai visto: né prima né durante né dopo”

1110

Anche alle Fiorine si respira l’atmosfera di un’estate diversa. Di una frazione che ha la forza di un paese. Di un borgo che porta in sé le ferite dei mesi scorsi ma guarda avanti con il sorriso. Quello dei commercianti ancora nascosti dietro la mascherina ma pieni di voglia di ripartire.

Piccolo Bar 2.0

Il viaggio nella Clusone post-covid riparte dal Piccolo Bar 2.0, prima tappa che precede l’ingresso nel centro delle Fiorine. Tempo incerto, sembra abbia smesso di piovere ma l’aria è frizzante. Primo pomeriggio, poca gente in giro, Mirco Giudici scambia parole e sorrisi con i clienti che si susseguono nel bar per il caffè dopo pranzo.

Riaprire dopo l’emergenza sanitaria è stato inizialmente molto difficile – inizia a raccontare Mirco -. Non sai come comportarti, quali misure prendere. C’era tanta paura di contagiare e contagiarci. Poi la situazione pian piano è migliorata: abbiamo ricominciato a vedere gente, anche se ci sono volute almeno tre settimane dalla riapertura ufficiale e ancora adesso non siamo tornati alla situazione normale”.

I clienti girano. Tanti per un caffè al volo. Qualcuno si siede e si ferma più a lungo per scambiar due parole. “La situazione lavorativa adesso è buona ma resta la paura. Tanti ancora preferiscono non andare nei posti dove gira gente, ci sono clienti che avevamo prima che ancora non si sono visti proprio per la paura di uscire”.

Anche il personale non è ancora al completo. “I due dipendenti ora sono rientrati, ma i lavoratori occasionali non li ho più chiamati”. Il paragone con questo periodo dello scorso anno non regge. “Siamo molto indietro rispetto all’anno scorso. Si lavoricchia ma siamo ancora lontani dai livelli cui eravamo abituati”.

Non solo per la paura del contagio. “Sono cambiate le abitudini della gente: la colazione la si fa più spesso a casa che al bar, a mezzogiorno molti tornano a casa per pranzo oppure si portano qualcosa da mangiare sul posto di lavoro. Non è solo un discorso economico, ma secondo me c’è stato proprio un cambio di abitudini. Se aggiungi che tanti stanno ancora lavorando da casa e che qualcuno è ancora in cassa integrazione, è inevitabile che giri meno gente”.

E il turismo? “Nel fine settimana si muove qualcosa, ma in settimana finora c’è stata poca gente, la quotidianità di tutti i mesi dell’anno. Speriamo che ad agosto qualcuno si fermi di più”.

Una situazione, del resto, su cui ha inciso poco la diffusione del virus. “È difficile che la gente abbia le ferie a luglio, le presenze si concentrano il sabato e la domenica: è così già da un bel po’ di anni, non è un periodo di rose e fiori per il turismo”.

Ma Mirco ha una grande determinazione e il suo spirito resta propositivo. “Qualche aiuto ci è stato riconosciuto, finora abbiamo retto le conseguenze della perdita ma il futuro chiaramente preoccupa: se ci fosse un ritorno del virus sarebbe una catastrofe. Un urto l’abbiamo affrontato, ma il secondo penso potrebbero reggerlo in pochi. Le nostre attività sono state le più penalizzate a livello economico ma c’è da dire che, anche se in ritardo, gli aiuti sono arrivati e non è giusto lamentarsi”. Mirco si riferisce ai contributi statali per i mesi di chiusura. Dal Comune invece? “Non l’abbiamo mai visto: né prima né durante né dopo. Forse ha fatto qualcosa per il centro, ma per chi sta fuori dal centro non ha fatto niente. L’unica iniziativa positiva è nata tra noi colleghi: ci siamo sentiti nella fase della riapertura per confrontarci sulle norme da seguire. Non abbiamo ricevuto, infatti, indicazioni chiare, dovevamo leggere e interpretare noi i decreti. Altri Comuni hanno fornito le indicazioni e anche la segnaletica, a Clusone nulla. Ma almeno la collaborazione dal basso c’è stata”.

Non solo burger

Alle Fiorine c’è anche chi è appena arrivato. Trasferendosi qui proprio dal centro di Clusone. Un salto in alto progettato prima dell’emergenza sanitaria. È la storia di Angelo e Jessica. Che dopo il successo del locale ‘Non solo piadina’ in via Mazzini hanno dato il via nelle scorse settimane all’avventura di ‘Non solo burger’ in viale Europa, presso la rotonda delle Fiorine. “Abbiamo aperto il nuovo locale mercoledì 15 luglio. Avevamo cominciato i lavori nel mese di febbraio, ci siamo dovuti fermare con l’emergenza sanitaria e abbiamo ripreso a maggio. Inizialmente l’intenzione era di aprire a metà maggio, invece abbiamo dovuto rinviare di due mesi”….

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 AGOSTO

 

pubblicità