di Luca Mariani
Dopo quasi trent’anni, centinaia di belle ragazze elevate al ruolo di bariste, migliaia di serate consacrate al tirare tardi e un numero incalcolabile di prime sbronze, ma anche seconde, terze o centoquattresime, il Ritual Pub chiude. «È stato un viaggio incredibile.» Gli occhi esperti di Paolo Zanotti brillano di ricordi e amarezza. Del locale in piazza Orologio a Clusone, lui è stato l’anima e il simbolo, il protagonista e il proprietario: «Il Ritual ha aperto nel 1996. Io l’ho rilevato a ottobre del 2002. Prima lavoravo come programmatore in una software house. Però sono abbastanza espansivo, mi piace stare a contatto con la gente e stare in giro la sera.» Così Paolo, che allora ha 28 anni, si mette alla ricerca di un bar da acquisire. «All’inizio non lo volevo qui a Clusone, non so il perché.» A fargli cambiare idea è la sua morosa del tempo, che lavora come barista proprio al Ritual: «Lei mi ha detto che il proprietario voleva cedere. In pochissimo abbiamo trovato l’accordo. Così l’abbiamo preso io e mia sorella Laura.»
È l’inizio di un’avventura straordinaria. In quasi 23 anni, attorno ai tavoli in massello scuro e sulle panche in legno passano almeno cinque generazioni. «Quando ho aperto giravano lì quelli nati tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Adesso, nell’ultimo periodo, c’erano i giovani del nuovo millennio. Addirittura, mi capita che arrivino lì i figli di quelli che giravano al Ritual ad inizio anni Duemila. Forse qualcuno è stato anche concepito lì.» Scherza, gesticola e ride Paolo. Ride con quella sua risata sonora e rotonda, inconfondibile colonna sonora di serate passate al bancone, con il pretesto di brindare e con il goffo proposito di attirare l’attenzione di almeno una delle sue bellissime bariste, magnifiche e senza un’età.
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