di Luca Mariani
“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la Stella di Negroni vuol dire qualità.” Il motivetto musicale che le radio e le televisioni trasmettono dagli anni Sessanta per sponsorizzare una nota marca di salami, da domenica 9 febbraio può essere scelto come colonna sonora dei campionati mondiali Junior e Under 23 di sci di fondo. Infatti nella rassegna iridata a brillare con due medaglie in tre gare, un argento e un bronzo, è stato Davide Negroni: «È stata una sorpresa, anche se sapevo che potevo fare bene. Sapevo che in estate avevo lavorato bene, che ero in forma e che ero nella top dieci, ma poi lì è questione di pochi secondi e ti giochi tutto. Le medaglie non puoi mai aspettartele, perché ci sono mille variabili.»
Infatti il diciannovenne di Clusone arriva in val di Scalve con buone sensazioni e già con un alto livello di soddisfazione personale: «Ero contento di essermi qualificato al mondiale, visto che l’anno scorso non ci ero riuscito.» Però nella sua gara d’esordio, la 20 chilometri a tecnica classica, si deve accontentare del sesto posto: «È andata abbastanza bene, ma non ero sodisfatto al cento per cento. Avevo il rammarico di aver perso il gruppo di testa nell’ultimo giro.» Il riscatto arriva due giorni dopo. In programma c’è la 10 chilometri a tecnica libera, specialità che a gennaio ha regalato a Davide il titolo di campione italiano: «Nell’ultimo anno è il mio cavallo di battaglia. C’era un po’ di pressione e di aspettative da parte degli altri. Io non ne avevo così tante. Sono partito forte, ma controllato. Sapevo che il norvegese ne aveva di più sul finale.» E al traguardo è proprio così. Davanti all’azzurro arriva solo lo scandinavo Haggen Lars. Il baradello dagli occhi verdi e la erre transalpina è vicecampione del mondo nella categoria Junior: «È stata un’emozione enorme.»
Ma le soddisfazioni sulla neve di Schilpario per Davide non sono ancora finite. Vista l’ottima condizione gli allenatori della nazionale italiana decidono di schierarlo come terzo frazionista nella staffetta mista con Gabriele Matli, Beatrice Laurent e Marit Folie. «Mi hanno dato il cambio da secondo. Ho tenuto la posizione e sono riuscito a guadagnare qualcosina, otto secondi. Non sono tanti, ma in cinque chilometri non si riesce a fare tanto la differenza, anche per le condizioni atmosferiche.» E al traguardo il quartetto azzurro è terzo, preceduto dalla straripante Norvegia e dalla rimonta della Francia. «Siamo contenti perché abbiamo fatto vedere che l’Italia giovanile c’è.»
Con questo bronzo Davide archivia una settimana ricca di gioia e sorrisi, non solo per il doppio podio iridato, ma anche per il grande sostegno e il caotico affetto ricevuto: «Un mondiale così, in casa è stato davvero speciale, anche e soprattutto per il tifo. Era veramente impressionante su tutta la pista e soprattutto sull’ultima salita. Era talmente forte che non sentivo nemmeno il mio respiro. È stato emozionante e speciale. Anche domenica quando diluviava, nevicava e poi diluviava, erano tantissimi.»
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