CENE – TRA LA GENTE DEL PAESE DOPO L’OMICIDIO – SUICIDIO – “Ero il maestro elementare di Andrea,…”,“Quel corso d’inglese insieme a Elena…”

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Ci sono notizie che in una manciata di secondi hanno il potere di sconvolgere la vita e una comunità intera. Il civico 43 di via Bernardo Fanti a Cene è avvolto da un silenzio surreale la mattina del 6 giugno. Non è un giorno qualunque e nessuno qui riesce a far nulla per farlo sembrare tale. Nel tardo pomeriggio del giorno precedente Rubens Bertocchi ha usato la sua pistola (detenuta legalmente in quanto guardia giurata) per sparare alla moglie Elena Belloli, 51 anni, e dopo averla uccisa, ha rivolto l’arma verso di sé e si è tolto la vita.

Una scena da film che non t’immagini di vivere nel tuo paese e che i protagonisti siano i vicini di casa. Una nottata passata insonne per molti, tra incredulità, stupore, dolore e rabbia. Sono da poco passate le 8:30, il paese si è risvegliato, c’è chi sfreccia in auto, chi si ferma per un caffè e un pacchetto di sigarette prima di correre al lavoro, ma qui non si parla d’altro.

Lui aveva un negozio di alimentari sotto casa e l’ha chiuso qualche anno fa; infatti, adesso ci sono le inferiate sempre chiuse”, racconta una signora che abbiamo incrociato a pochi passi dal Municipio, “se entrate in quella via, in fondo a sinistra vedete la casa, adesso è inconfondibile, al piano dell’appartamento ci sono tutti i sigilli”.

La ragazza accanto a lei, che copre uno sguardo ancora incredulo con occhiali da sole scuri, annuisce: “Elena l’avevo conosciuta durante un corso d’inglese che abbiamo fatto insieme. Portava il figlio in Oratorio e viveva il paese, si vedeva spesso in giro, lui invece no, era più riservato”.

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