CASTRO – Claudia e l’anoressia: “Nello specchio vedevo il riflesso di una persona che non volevo essere. Le lacrime, l’amore e l’odio verso me stessa, mi sono aggrappata al lavoro e ai miei sogni”

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Claudia è un uragano di vita, il lavoro e l’impegno in Comune riempiono le sue giornate. Claudia Rota, laureata in Scienze Pedagogiche e educatrice all’asilo nido di Costa Volpino, l’avevo conosciuta proprio così, l’anno scorso, dopo la sua nomina ad assessore ai Servizi Sociali per il suo paese, Castro. Proprio in quell’occasione mi aveva raccontato della sua battaglia con l’anoressia, ma ci eravamo promesse di sentirci in un’altra occasione, perché “è un capitolo importante della mia vita e non può essere racchiuso in poche righe” e così rieccoci, in occasione della giornata dedicata ai disturbi alimentari, il 15 marzo, la giornata mondiale del ‘fiocchetto lilla’. Insieme a Claudia facciamo quindi questo viaggio indietro nel tempo, quando l’anoressia ha bussato alla sua porta.

Ne ho sofferto per tre anni e mi sono resa conto fin da subito che qualcosa non andava, ma rendersene conto e agire per fermare tutto quello che ti sta succedendo, credimi, non è la stessa cosa. Razionalmente sapevo che era arrivato il momento di chiedere aiuto, ma c’era sempre quella voglia di farcela da sola che non mi lasciava la possibilità di provare a farmi aiutare. Devo ringraziare mamma e papà che mi ha fatto capire che da sola non ci sarei mai riuscita e che dovevo fidarmi e affidarmi a dei professionisti che avevano gli strumenti giusti per farmi tornare a essere quella che ero”.

Cosa stava succedendo? “Ad oggi non so quale sia il fattore scatenante che mi ha spinto a 28 anni dentro i disturbi alimentari, sicuramente sono stati tanti fattori collegati l’uno con l’altro. Ho capito che era il momento di farmi aiutare quando la mia testa era occupata a pensare a ciò che era sbagliato piuttosto che a pensare alle mie passioni, ai miei obiettivi, a divertirmi”.

Un momento buio, dove Claudia faceva fatica non solo a guardarsi dentro, ma anche allo specchio: “Lo specchio in quegli anni non è mai stato mio amico, perché vedevo il riflesso di una persona che non volevo essere, una persona spenta, stanca, fragile e sempre scontrosa, l’esatto opposto di quello che sono sempre stata”.

Cosa ti passava per la testa? “I pensieri nei momenti bui sono tanti ma penso che non sia importante quali siano stati perchè in quel momento dovevo concentrarmi sui pensieri belli, su quei pensieri che mi facevano andare avanti, che illuminavano il mio percorso e che mi avrebbero aiutato a raggiungere la luce in fondo al tunnel”.

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