CASTELLI CALEPIO – Benini: “Una vigliaccata la mia iscrizione al registro degli indagati”. Chiari: “Manca la libertà di espressione, adesso basta”

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Non se lo aspettava nessuno. O forse qualcuno se lo aspettava ma si augurava che non succedesse e invece è successo. Consiglio comunale di fuoco a Castelli Calepio. Anche in tempi di Covid, anche quando per la prima volta non c’è Mario Pagani, il vicesindaco, portato via proprio dal coronavirus. Il Sindaco Giovanni Benini ha definito ‘una vigliaccata’, la sua iscrizione nel registro degli indagate per la questione della mancata rimozione di alcune lastre di amianto nella zona tra la frazione di Quintano e il Comune di Palazzolo. I toni si sono scaldati, anche troppo. E Massimiliano Chiari non ci sta: “Non è la prima volta che accade, purtroppo – spiega Chiari –  ma il consiglio comunale del 4 maggio si è svolto, in diversi momenti, con atteggiamenti da parte del sindaco, ma anche del segretario comunale, lesivi delle prerogative fondamentale dei consiglieri comunali, quali il diritto alla libertà di espressione ed il diritto ad un’ordinata esposizione e discussione degli argomenti trattati durante la seduta: il sindaco ha più volte interrotto, a volte addirittura sul nascere, i miei interventi, “parlandomi sopra” (come si suol dire), intimandomi di “stare zitto”, minacciando – senza alcun serio e fondato motivo – la mia espulsione dall’aula…

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