BOSSICO – Da Kristian Arrighetti all’azienda agricola Sterni, dall’agriturismo alle formaggelle di Giovanni Chiarelli a Maria Teresa che ha investito nelle caprette bianche

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Risorse e tradizioni. Bossico da sempre è un pozzo di storie e racconti che però attingono non solo dal passato ma anche dal…futuro.  Un tempo gli abitanti di Bossico erano pressoché tutti agricoltori o addetti alla custodia delle mandrie o del gregge. L’amministrazione guidata da Daria Schiavi ha commissionato il report Burini che è una miniera di aneddoti davvero preziosi: “I pastori di Bossico emigravano per effettuare la transumanza in pianura, nel Bresciano, nel Cremonese, e nel Lodigiano alla fine di settembre o ai primi di ottobre, dove trascorrevano l’inverno e rientravano verso la metà di maggio. Le due tosature annuali venivano effettuate nei mesi di marzo e settembre. I pastori bossichesi usavano una particolare lingua per comunicare tra di loro denominata gaì o spasèl. Si tratta di una lingua complessa, formatasi nel corso di diversi secoli e composta da voci di lingue antiche unite a espressioni derivanti da lingue straniere, raccolte nei luoghi dove i pastori effettuavano la transumanza, e a vocaboli dialettali, soprattutto bergamaschi. Secondo i folkloristi bergamaschi Tiraboschi e Volpi, questa parlata aveva un carattere difensivo in quanto la causa della formazione è da ricercarsi nell’antica rivalità esistente tra pastori ed agricoltori, poiché a causa dell’aumento dei prezzi del fieno i primi erano costretti a ripiegare sempre più su posizioni malagevoli (M. da Sovere, 1986, p. 163) e non volevano farsi capire mentre parlavano tra di loro. Portare in transumanza le mucche e le pecore comportava una conoscenza specifica dei periodi, dei luoghi, dei percorsi, delle aree di sosta, saperi secolari che venivano tramandati di generazione in generazione consolidando così una rete familiare che manteneva in vita questa tradizione. Solitamente le famiglie pastorali transumanti formavano una carovana costituita da alcuni carretti, trainati da asini o da muli, sui quali trasportavano le cibarie che servivano per un lungo periodo.

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