Bergamo provincia sempre più vecchia: “Mancano servizi a misura della popolazione”

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Tender Capital e CENSIS, nel loro osservatorio Silver Economy, hanno stimato che la popolazione invecchia a un passo ben superiore del passato. In dieci anni, le persone con almeno 65 anni sono cresciute di oltre 1,5 milioni. Quelle che hanno superato gli ottant’anni, sono aumentate del 22,7%, fino a raggiungere il 7,6% della popolazione, mentre la popolazione totale si riduce di oltre 1,1 milioni di persone.

La Lombardia è, tra le Regioni italiane, a metà classifica  nell’elaborazione CENSIS  sull’incidenza dei longevi rispetto alla popolazione residente: oggi sono al 20,8, nel 2050 saranno al 32,1.

A Bergamo e provincia, negli ultimi 10 anni, la popolazione è cresciuta di 4.816 unità. Nel 2011 gli over 65 anni erano 195.038 unità su un totale della popolazione in provincia di 1.098.740 e una percentuale del 17,75% sulla popolazione.

Nello stesso anno gli over 80 anni erano 51.778 unità sul totale della popolazione e una percentuale del 4,71 % e il 26,55 % degli over 65 anni.

Nel 2021 gli over 65 anni sono 236.605 unità sul totale della popolazione in provincia di 1.103.556 il 21,44% sul totale della popolazione, mentre gli over 80 anni sono 70.329 unità il 6,37% della popolazione e una percentuale del 29,72% degli over 65 anni.

La popolazione in provincia di Bergamo che ha superato gli 80 anni è aumentata in 10 anni (+18.551) del 35,83%, gli over 65 anni in questi 10 anni aumentano di 41.567 unità, del 21,31%.

Viviamo in una società che sta sempre più invecchiando, o meglio rispetto al passato ha opportunità di condurre una vita sociale ed economica molto più vantaggiosa rispetto al passato – dice Roberto Corona, segretario provinciale di FNP CISL. Gli stili di vita, la stessa alimentazione e il mondo del lavoro con i vari miglioramenti hanno contribuito al benessere delle persone. Ed è anche vero che l’invecchiamento non riguarda la nostra singola provincia ma tutto il nostro paese e il mondo occidentale ed economicamente avanzato. Questo ci deve far riflettere come società anche con quanto sta avvenendo attorno a noi”.

Dallo studio del CENSIS emerge l’importanza per gli anziani del denaro contante, che li fa sentire in grado di affrontare alcuni degli effetti delle proprie vulnerabilità. In particolare, il valore soggettivo, psicologico del cash è superiore ai costi economici amplificati dall’inflazione. Infatti, il 54,3% degli anziani non ha alcuna intenzione di utilizzare per investimenti il risparmio che detiene in contanti.

Questa situazione cozza fortemente con la politica delle banche che sta desertificando zone sempre più ampie della nostra provincia, sorda a qualsiasi richiamo ai problemi che queste operazioni creano alla clientela bancaria,  in particolare agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, e – continua Corona – impedisce allo stesso sistema bancario di svolgere sempre meno quel ruolo sociale, a fianco di famiglie e imprese, che è determinante per lo sviluppo e la crescita economica”.

Tra gli anziani con almeno 75 anni, quasi la metà (47,8%) soffre di multicronicità, con conseguenze rilevanti sulla vita quotidiana, quota che sale a oltre il 55% nel Sud-Isole, ed è più alta tra le donne (52,4%) rispetto agli uomini (40,9%). Al vertice della graduatoria delle paure percepite degli anziani si colloca la non autosufficienza, indicata dal 44% degli anziani.

Non è più possibile far passare troppo tempo per vedere applicate le varie proposte che variano dall’assistenza sanitaria, all’assistenza socio/assistenziale. A volte queste persone, soprattutto donne, vivono sole, per cui i bisogni aumentano, ed anche le attese. FNP CISL da tempo chiede con insistenza  che la riforma sanitaria della nostra regione non sia scritto in modo da obbligare a  aspettare tempi infiniti per veder applicate le varie migliorie;  che si dia forza a un progetto di rinnovamento del socio-assistenziale sul territorio che viva sempre più il legame tra persona e territorio;  promuovere i servizi alla persona come progettualità di una nuova proposta occupazionale, che interpreti  i nuovi bisogni, riconoscendone il lavoro e i suoi diritti. Dobbiamo essere consapevoli – conclude il segretario dei pensionati CISL di Bergamo – che il mondo sta cambiando anche velocemente, anche per la pandemia,  che ha contribuito a far emergere bisogni diversi, sino ad ora impensabili se non nascosti, quali la solitudine, la voglia di stare insieme, essere parte attiva, viva di un mondo che ci circonda, aldilà che sia il quartiere o il paese dove uno vive. Questo è quello che la gente chiede , ma attenzione non solo per se stessi ma consapevoli che queste richieste questi cambiamenti vedono già coinvolti tutti, soprattutto coloro che vivono accanto  agli anziani, soprattutto se sono over…”.